Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha messo in guardia Stati Uniti e Cina contro un ulteriore degrado del mondo, invitandoli al «dialogo» e alla «comprensione», in apertura dell’annuale Assemblea generale dell’Onu. «Stiamo affrontando la più grande serie di crisi della nostra vita», ha affermato.
Il timore di nuove tensioni geopolitiche
«Temo che il mondo si stia dirigendo verso due diversi insiemi di regole economiche, commerciali, finanziarie e tecnologiche, due approcci divergenti nello sviluppo dell’intelligenza artificiale e, in definitiva, due diverse strategie militari e geopolitiche. È una ricetta per i guai. Sarebbe molto meno prevedibile della Guerra Fredda. Per ripristinare la fiducia e ispirare speranza, abbiamo bisogno di cooperazione», ha affermato il capo delle Nazioni Unite.
L’invito al dialogo
«Dobbiamo dialogare. Abbiamo bisogno di comprensione. Dobbiamo investire nella prevenzione, nel mantenimento e nella costruzione della pace. Abbiamo bisogno di progressi nel disarmo nucleare e nei nostri sforzi comuni di lotta al terrorismo. Servono azioni radicate nel rispetto dei diritti umani», ha insistito Guterres. In implicita allusione a Myanmar, al Mali e alla Guinea, ha lamentato di assistere 1anche a un’esplosione di prese di potere con la forza. Sono tornati i colpi di stato militari e la mancanza di unità all’interno della comunità internazionale non aiuta», ha deplorato.
«Le divisioni geopolitiche minano la cooperazione internazionale e limitano la capacità del Consiglio di sicurezza di prendere le decisioni necessarie. Allo stesso tempo, sarà impossibile affrontare drammatiche sfide economiche e di sviluppo mentre le due maggiori economie del mondo sono in contrasto», ha aggiunto il numero uno del Palazzo di vetro, indicando Pechino e Washington.
I precedenti inviti di Guterres
Guterres, che è all’ultimo anno del suo primo mandato alla guida dell’Onu e che ne avvierà un secondo a gennaio, aveva già allertato nel 2018 (la “divisione” sino-americana), nel 2019 (“la grande divisione” ) e nel 2020 (una “nuova guerra fredda”) sul rischio di un mondo bipolare intrappolato nelle tensioni sino-americane.