La notte 2 novembre 1975 veniva ucciso all’idroscalo di Ostia Pier Paolo Pasolini. Poeta, scrittore, regista e attore fu uno dei personaggi più versatili e culturalmente importanti del 900 italiano. Nato in una foresteria militare a Bologna, il 5 marzo 1922, la madre Susanna Colussi era una maestra elementare, mentre il padre Carlo Alberto un ufficiale di fanteria. Proprio a causa della professione paterna, la famiglia fu costretta a numerosi spostamenti, che culminarono in un ritorno nel capoluogo emiliano solo nel 1937. Qui Pasolini si diplomerà al liceo classico Galvani, dopo aver frequentato il ginnasio a Reggio Emilia. Al 1942 risale, invece, la pubblicazione libretto in dialetto friulano Poesie a Casarsa, il cui nome trae ispirazione dal paese di cui era originaria la mamma. Intanto Pasolini si era iscritto alla facoltà di Lettere, dove si laureò nel 1945 con una tesi su Giovanni Pascoli.
Pier Paolo Pasolini, l’insegnamento e l’arrivo a Roma
Terminati gli studi, si avvicinò all’insegnamento, prima in un piccolo istituto privato aperto con la madre, successivamente alla scuola media di Valvasone, centro in provincia di Pordenone. Due anni più tardi si iscrisse al Pci e iniziò a lavorare a un romanzo sociale che, nell’idea dell’autore, si sarebbe dovuto intitolare La meglio gioventù. Tagliato e notevolmente rimaneggiato, uscirà solo nel 1962 con il titolo Il sogno di una cosa. Nel testo comparivano, infatti, già riferimenti al mondo erotico e a quello omosessuale, considerati, specie all’epoca. un tabù. Nello stesso periodo, condannato in un processo per atti osceni in luogo pubblico, fu espulso dal Partito comunista e dalla scuola in cui insegnava. Riparò così a Roma dove finalmente la sua carriera esplose. Entrò, infatti, in contatto con intellettuali del calibro di Sandro Penna, Giorgio Caproni, Moravia ed Elsa Morante. Nella Capitale fu poi vicino di casa della famiglia Bertolucci. Non è un caso che a partire da questo momento la sua produzione artistica aumentò notevolmente.
La produzione letteraria e cinematografica di Pasolini
Nel 1954 una raccolta di poesie in dialetto friulano verrà pubblicata sotto il titolo La meglio gioventù, mentre appena dodici mesi più tardi arriverà in libreria Ragazzi di vita. Al 1957 e al 1960 risalgono rispettivamente i poemetti Le ceneri di Gramsci e il romanzo Una vita violenta. Accanto ai libri, naturalmente, ad acquisire un ruolo sempre più dominante nella vita di Pasolini fu il cinema. Tra il 1961 e il 1969, videro così la luce Accattone, Mamma Roma, La ricotta, Uccellini e Uccellacci, Edipo Re e Medea. Titoli destinati a lasciare un’impronta immortale nella storia della pellicola italiana. Caratterizzati da un attenzione verso i dimenticati, e in generale, la realtà più cruda, i film di Pasolini spesso vedevano protagonisti attori non professionisti, ritenuti maggiormente in grado di incarnare e trasferire al pubblico un messaggio di lotta e sofferenza. Ultime opere furono il lungometraggio Salò e le 120 giornate di Sodoma e il romanzo mai completato Petrolio. Pasolini, infatti, fu trovato morto da una donna la mattina del 2 novembre 975 all’idroscalo di Ostia. Massacrato di bastonate, venne travolto a più riprese dalla sua auto lungo il litorale. Giudicato colpevole dell’omicidio fu Pino Pelosi, anche se a distanza di 46 anni sono in molti ritenere che sul decesso non sia stata fatta completamente luce. Tag43 vi augura il buongiorno con un estratto dal documentario Comizi d’amore del 1965, opera con cui Pasolini scruta nell’intimo degli italiani, scoprendo i loro punti di vista su argomenti come sessualità, divorzio o prostituzione.