Il 17 dicembre 1843 venne pubblicato dalla casa editrice Chapman & Hall il romanzo Canto di Natale. A Christmas Carol, questo il titolo in lingua originale, scritto da Charles Dickens diventerà uno dei grandi classici della letteratura non solo britannica, sistematicamente riproposto, in una delle sue tantissime rivisitazioni cinematografiche o teatrali, in prossimità delle feste.
Tra le pagine del romanzo, Dickens, tra gli autori più noti dell’età vittoriana, racconta le avventure di Ebenezer Scrooge, avido e anziano banchiere, che detesta il Natale e trascorre l’esistenza ad accumulare ricchezze. Una notte, però, gli appare in sogno il fantasma dell’amico e defunto socio in affari Jacob Marley, il quale gli preannuncia la visita imminente degli spiriti del Natale passato, presente e futuro. Saranno loro a mostrargli, attraverso una serie flashback e previsioni, quali conseguenze hanno portato e provocheranno ancora le sue azioni, nel caso in cui non cambiasse atteggiamento verso il prossimo. Saranno le immagini svelate dagli inaspettati ospiti a smuovere la coscienza di Scrooge, inducendolo finalmente a ravvedersi per il male fatto.
La storia di Canto di Natale
ll libro dal successo immediato e folgorante si trascina dietro una storia altrettanto curiosa, ma meno conosciuta. Affogato dai debiti contratti per l’acquisto di una casa in uno dei quartieri più lussuosi di Londra e in attesa del quinto figlio, Dickens doveva fare i conti con lo scarso riscontro di vendite del romanzo a puntate Martin Chuzzlewit. Talmente basse che la Chapman & Hall decise di ridurgli lo stipendio di un quarto. Nonostante ciò, l’autore non si diede per vinto e, nell’ottobre del 1943 intraprese un viaggio alla volta di Manchester, per vedere da vicino le condizioni di miseria in cui erano costretti a vivere numerosi bambini. Fu l’ispirazione che lo indusse a scrivere in modo incessante, declinando inviti e impegni di ogni genere. A metà novembre così Canto di Natale era già finito e venne presentato alla casa editrice, che, però, non mostrò lo stesso entusiasmo. Per convincere gli editori a pubblicarlo Dickens propose di accollarsi i costi di produzione, lasciando alla Chapman & Hall i diritti sulle copie vendute.
Il libro così venne messo in vendita il 17 dicembre al prezzo di cinque scellini. Nel rispetto della volontà di Dickens aveva una copertina rossa e di alta qualità, il titolo in oro, come i bordi delle pagine, mentre le illustrazioni erano di John Leech, tra i migliori disegnatori dell’epoca. Le spese di produzione salirono alle stelle, ma le seimila copie originariamente stampate vennero polverizzate in breve tempo e le recensioni furono molto positive. Eppure i problemi erano lontani dal risolversi. Il sei gennaio successivo sul periodico londinese Parley’s Illuminated Library uscì un’opera palesemente identica a Canto di Natale. Dickens fece causa e la vinse, ma gli editori dichiararono fallimento e lui rimase con un pugno di mosche. Accantonato anche il proposito di citare Lee e Haddock, proprietari della casa editrice, aspettò che il libro arrivasse a toccare l’equivalente di centomila euro di ricavi, per bussare alla porta della Chapman & Hall e riscuotere la sua parte.
I debiti di Dickens e il trasferimento in Italia
Ebbe, però, l’ennesima brutta sorpresa, in quanto detratte le spese, gli rimase una quota di appena ventimila euro (230 sterline dell’epoca), nettamente inferiore alle aspettative. Travolto dai debiti pregressi e costretto stringere i cordoni della borsa, si trasferì quindi in Italia con la famiglia, dove la vita era meno cara e nacque il quintogenito Francis. Da lì la sorte prese finalmente a sorridergli, scrisse Le Campane che fu un successo. Nel giro di qualche anno, poi, con David Copperfield si assicurò definitivamente il benessere economico. Tag43 celebra l’anniversario di Canto di Natale con la versione Muppet di Ebenezer Scrooge.