Non ci sono solo le polemiche sull’immigrazione e sul karaoke al compleanno di Matteo Salvini a provocare fibrillazioni nel governo. Giorgia Meloni ha anche un altro problema: il think tank di Guido Crosetto. Tutto è iniziato da una settimana, quando il ministro della Difesa in quota Fratelli d’Italia annunciava la creazione di un “Comitato per lo sviluppo e la valorizzazione della Cultura della Difesa”. Per lanciare la sua iniziativa, Crosetto ha spiegato: «Servono approcci innovativi per continuare a essere efficaci. Più dialogo tra il mondo militare, il sistema universitario, l’industria di settore e l’ambiente dell’informazione». Poi la precisazione, fatta filtrare subito da ambienti vicini alla Difesa: «Si organizzeranno seminari, incontri, si elaboreranno documenti, direttive e proposte che verranno comunicate al ministro. E sia chiaro, i membri del Comitato lo fanno tutti gratis e con un approccio totalmente indipendente».
LEGGI ANCHE: Guido Crosetto, le gaffe social e l’errore di voler piacere a tutti

Mal di pancia nella maggioranza: Meloni era stata avvisata?
Tutto ciò non è bastato a placare i malumori trasversali. Infatti, se è quasi scontato che il pensatoio sponsorizzato da Crosetto abbia scatenato una campagna piuttosto aggressiva da parte di giornali come Il Fatto Quotidiano, è meno scontato ciò che sta accadendo all’interno della stessa maggioranza. Tutto sottotraccia, come è ovvio che sia. Eppure il Palazzo è in agitazione. Fonti autorevoli a conoscenza del dossier riferiscono a Tag43 che la premier Meloni non è stata informata preventivamente del lancio dell’iniziativa del ministero della Difesa. Mal di pancia che si sommano alla preoccupazione di Palazzo Chigi per le ricostruzioni giornalistiche delle ultime settimane in cui si preannuncia un impegno più massiccio dell’Italia nella guerra in Ucraina.

Non convincono i partecipanti: Buttafuoco, Riotta…
Ma a scatenare il dibattito nei corridoi del Potere romano è più che altro l’identikit di alcuni componenti del Comitato. Personalità di livello, però non considerate propriamente atlantiste dal Colle e dalle cancellerie internazionali a Roma. A partire dallo scrittore Pietrangelo Buttafuoco. Un intellettuale dal prestigio indiscutibile, ma lontanissimo dalle posizioni della Nato sull’Ucraina e non solo. Mentre Fdi mugugna sul giornalista Gianni Riotta, definito «renziano della prima ora» in ambienti meloniani.

La voce nei corridoi: «Non è che solo un’operazione mediatica?»
«Non è che solo un’operazione mediatica?», è la voce che arriva dal Palazzo a una settimana di distanza dal lancio del think tank. L’ultima polemica che investe Crosetto, dopo le accuse di conflitto di interessi all’indomani della sua nomina per la passata attività di consulente nel settore della Difesa e, da ultima, l’inchiesta pubblicata da Repubblica sui voli di Stato.