Dall’inizio dell’invasione russa, il flusso di informazioni tra Kyiv e Washington è stato costante e quotidiano. Ma nonostante questo delle operazioni dell’esercito ucraino, l’intelligence Usa sa meno di quanto vorrebbe. E, paradossalmente, è più aggiornata sulle truppe russe. A confermarlo sono stati alcuni funzionari ed ex funzionari dell’intelligence al New York Times. Agli Usa manca in altre parole un quadro di insieme dettagliato. Il che complica il lavoro dell’Amministrazione Biden che si trova davanti a quelle che gli 007 hanno definito «blind spot», zone cieche. I non detti di Kyiv non sorprendono. I governi infatti spesso tengono riservati alcuni tipi di informazioni per motivi di sicurezza. Ma in questo caso per gli Usa diventa difficile decidere come indirizzare i miliardi di dollari in armi che sta inviando. L’ultimo pacchetto approvato a inizio giugno è di 700 milioni di dollari e comprende i missili Himars (High Mobility Artillery Rocket) con un lancio di 80 km. Certo, l’intelligence americana raccoglie informazioni in ogni Paese, ma le attività di spionaggio si concentrano maggiormente sui nemici, come la Russia, decisamente meno sugli alleati.

Poche informazioni sui piani operativi di Kyiv e sul bilancio dei caduti
Stando a quanto riferito dai funzionari Usa al Nyt, il governo ucraino finora non ha fornito dettagli sui piani operativi né un quadro sul reale andamento del conflitto. Ed è proprio su quest’ultimo che le agenzie europee e quella americana hanno visioni diverse. Se per l’Europa sarà quasi impossibile per l’Ucraina riconquistare i territori occupati dai russi, Washington è meno pessimista. Restano nebulosi anche i piani di Zelensky per il Donbass. Le truppe di Kyiv opteranno per un ritiro o rischieranno di essere accerchiate? Domenica Zelensky visitando le linee del fronte si è limitato a definire i combattimenti a Sievierdonetsk «estremamente difficili», e ad ammettere che Mosca ha ormai preso il controllo di un quinto del Paese e che muoiono fino a 100 soldati ucraini al giorno. Tra i cosiddetti punti ciechi ci sono anche il bilancio dei caduti e il numero dei mezzi andati distrutti. Un silenzio giustificato dal fatto che Kyiv vuole dare di sé un’immagine forte, non solo alla popolazione già stremata ma anche ai partner. Condividere certe informazioni potrebbe minare il morale delle truppe da un lato e spingere gli alleati a rallentare l’invio di armi. Eppure come fa notare il Nyt questa accortezza non è stata usata per i piani operativi americani: Zelensky per esempio annunciò pubblicamente l’arrivo a Kyiv del segretario alla Difesa Lloyd James Austin III e del segretario di Stato Anthony Blinken che i funzionari Usa avevano cercato di mantenere segreto.