Guerra in Ucraina: chi sono i fedelissimi di Zelensky

Stefano Grazioli
21/03/2022

Dal consigliere Mikhail Podolyak al capo dello staff Andryi Yermak, fino al ministro degli Esteri Dmytro Kuleba e a quello della Difesa Oleksii Reznikov: chi fa parte del cerchio magico del presidente ucraino.

Guerra in Ucraina: chi sono i fedelissimi di Zelensky

Le trattative tra Russia e Ucraina non sono facili. Dipendono in primo luogo da ciò che realmente vogliono ottenere le due parti e dalla possibilità di un compromesso. E anche un po’ dall’abilità dei negoziatori, anche se in questo caso non è molto chiaro quanto e chi nelle rispettive delegazioni abbia davvero il potere di prendere decisioni sulle sorti della guerra e di un interno Paese. Certamente l’obiettivo primario del cessate il fuoco è il più facile e concreto da definire, ma è legato strettamente a quale sarà la soluzione politica del conflitto che ha come posta principale il futuro dell’Ucraina: Mosca ne chiede la neutralità permanente, Kyiv in questo senso ha già aperto qualche spiraglio mentre l’Occidente sino a ora è stato zitto, ma proprio su questo punto dovrà esprimersi ed essere coinvolto direttamente per le future garanzie all’ex repubblica sovietica. Se questa è cornice, è anche evidente che la questione non può essere gestita in toto dai mediatori attuali, almeno quelli ufficiali, le due delegazioni guidate da Vladimir Medinsky e Mikhail Podolyak, e soprattutto è ancora più chiaro che al tavolo dei negoziati tra Russia e Ucraina il convitato di pietra sono gli Stati Uniti.

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Il ruolo degli Usa nelle trattative tra Mosca e Kyiv

Lo spazio di manovra di Kyiv dipende insomma in maniera diretta dalle mosse statunitensi che in linea con quanto fatto negli ultimi otto anni dal cambio di regime del 2014 guidano la parte indiretta della guerra in Ucraina attraverso le forniture militari, proprie e della Nato, il coordinamento extra territoriale, cioè tutto quello che di militare avviene appena fuori dai confini dell’ex repubblica dell’Urss, e la controffensiva economica e commerciale occidentale contro la Russia. È ovvio che qualsiasi accordo tra il Cremlino e la Bankova dovrà avere il consenso della Casa Bianca. Ecco perché è importante che i canali tra Mosca e Washington siano stati aperti dopo tre settimane di black out, con il primo approccio tra Nikolai Patrushev e Jack Sullivan qualche giorno fa. Il peso delle trattative rimane però ora sulla squadra ucraina che, al di là del presidente Volodymr Zelensky, che ha già vinto il duello mediatico a distanza con Vladimir Putin, ha il suo uomo di punta in Mikhail Podolyak, il braccio destro del capo di Stato.

il cerchio magico del presidente ucraino zelensky
Il capo delegazione ucraino Mikhail Podolyak.

Podolyak, il consigliere di Zelensky esperto in comunicazione 

Podolyak non è certo un professionista della guerra, tanto meno della politica: ha prima studiato medicina poi ha fatto il giornalista. Capisce insomma molto di comunicazione, settore dove si trova a suo agio da un paio di decenni e da poco accanto a Zelensky, l’attore diventato presidente. Ha iniziato a lavorare prima in Bielorussia e poi in Ucraina, dove è diventato uno dei volti più conosciuti. Dal 2006 ha aperto una società di consulenza politica, che ha avuto come clienti anche uomini del fronte filorusso vicini all’ex presidente Viktor Yanukovich. Dal 2020 è entrato nel team di Volodymyr Zelensky con il ruolo in sostanza di gestire tutta la comunicazione. Di lui il presidente si fida, come dell’altro principale negoziatore, il ministro della Difesa Oleksii Reznikov, giurista di professione passato alla politica, più abituato agli studi legali che non alle guerre.

il cerchio magico di zelensky
Il consigliere di Zelensky Andryi Yermak (Getty Images).

Andryi Yermak e i fedelissimi della casa di produzione Kvartal 95

Al di sopra dei due, fuori ufficialmente dalla squadra ucraina per le trattative, a coordinare dai negoziati ai rapporti internazionali e alla relativa comunicazione, c’è Andryi Yermak, il capo dell’amministrazione presidenziale. È lui che si cura della sostanza e della forma, di tutto ciò che Zelensky fa e dice. Ha una formazione giuridica ed è diventato un fedelissimo del presidente grazie alla loro amicizia nata 10 anni fa dietro le quinte di Kvartal 95, la casa di produzione dell’allora capo di Stato da cui sono spuntati anche altri collaboratori attuali, dall’advisor Sergei Shefir al deputato Yuri Koriavchenkov, da Sergei Trofimov a Yuri Kostiuk, lo sceneggiatore di Servitore del popolo, la serie con cui Zelensky è diventato famoso che ha dato nome al partito con cui ha vinto le elezioni, e che ora gli fa anche da suggeritore per la comunicazione. In tutto sono una trentina le persone che sono passate da Kvartal 95 alla corte presidenziale.

chi sono i fedelissimi del presidente ucraino zelensky
Il negoziatore ucraino Oleksiy Arestovich.

Non Denis Kireev, uomo d’affari ucraino finito però nel team di negoziatori messo in piedi da Zelesnky e ucciso si è detto dagli stessi servizi segreti di Kyiv perché sospettato di essere una spia russa. Versione poi smentita dal ministero dell’Interno ucraino secondo cui sarebbe morto da ‘eroe’. Al di là dell’opacità della vicenda, non ancora del tutto chiarita, l’episodio è comunque il segnale che qualcosa tra le fila ucraine deve essere andato storto. L’altro negoziatore esperto di comunicazione militare del gruppo, Oleksiy Arestovich, non ha nemmeno provato a chiarire cosa ci facesse una spia al tavolo delle trattative: con un passato in teatro e poi da traduttore militare, il ruolo di consulente politico del presidente per cercare un accordo con la Russia non sembra proprio calzargli a pennello.

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Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba (Getty Images).

Kuleba e Zelensky si muovono nel perimetro tracciato da Washington

Questi sono gli uomini che Zelensky e il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba, l’unico della truppa ucraina con una solida e continua carriera diplomatica ventennale alle spalle, hanno mandato in avanscoperta per tracciare una prima road map per la de-escalation. Yermak, Podolyak e compagni hanno un margine di manovra minimo ed è in fondo lo stesso che gli possono concedere appunto Zelensky e Kuleba, i quali a loro volta non possono scostarsi più di tanto da quanto suggerito dagli Stati Uniti, alleati oggi più che mai imprescindibili, a cui interessa però più affondare e isolare la Russia che non salvare l’Ucraina.