Oggi 29 marzo a Istanbul riprendono i negoziati tra Ucraina e Russia. Volodymyr Zelensky potrebbe cedere sulla neutralità del Paese senza però rinunciare all’integrità territoriale. Vladimir Putin, stando a una bozza d’intesa anticipata dal Financial Times, potrebbe invece abbandonare l’obiettivo della ‘denazificazione’ dell’Ucraina e persino aprire all’ingresso di Kyiv nell’Unione europea. Resta alto comunque lo scetticismo circa una svolta, anche alla luce dell’avvelenamento di Roman Abramovich (presente al tavolo delle trattative) e altri due mediatori.
La mediazione della Turchia tra Russia e Ucraina
Dopo l’incontro ad Antalya dello scorso 10 marzo tra i ministri degli Esteri russo e ucraino Sergei Lavrov e Dmytro Kuleba, la Turchia ospita un nuovo round di negoziati. «Siamo coscienti della responsabilità che la fiducia delle due parti ci conferiscono», ha twittato il 27 marzo il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu. «Ci auguriamo che gli incontri si traducano in un cessate il fuoco duraturo e consentano la pace».
Upon the initiative of President @RTErdogan the negotiating delegations of #Russia & #Ukraine will meet in Türkiye.
We are aware of the responsibility stemming from the trust vested in Türkiye by both sides.
We hope the meetings will result in lasting ceasefire & enable peace.
— Mevlüt Çavuşoğlu (@MevlutCavusoglu) March 27, 2022
La scelta di Mosca e Kyiv di rivolgersi alla Turchia non stupisce. Da anni infatti Ankara intrattiene buone relazioni con entrambi i Paesi. Membro della Nato dal 1952, la Turchia nei decenni si è emancipata dall’influenza occidentale. «La Turchia ritiene che la sua appartenenza all’Alleanza Atlantica in un mondo post Guerra fredda non sia più sufficiente e sia necessario sì avere un punto di appoggio in Occidente ma anche conservare buone relazioni con la Russia e la Cina», ha spiegato a France 24 Marc Pierini, ex ambasciatore dell’Ue in Turchia. Per sottolineare la sua indipendenza dall’alleanza Ankara si è avvicinata sempre di più a Mosca fino ad acquistare nel 2017 missili russi di difesa anti-aerea (S-400). Una scelta incompatibile con il sistema della Nato che aveva irritato Washington.
Gli interessi energetici ed economici tra Turchia e Russia
In passato, Mosca e Ankara si sono scontrate sui dossier siriani e libici. Questo però non ha impedito ai due Paesi di intrecciare relazioni economiche: dipendente dal grano russo, la Turchia importa oltre il 44 per cento del gas dalla Russia attraverso il Turkstream. Non solo. Grazie a un accordo strategico tra i due Paesi, nel 2013 è stata avviata la costruzione della prima centrale nucleare turca nella città di Akkuyu, nella provincia meridionale di Mersin.

I rapporti tra Ankara e Kyiv
La Turchia negli anni si è avvicinata anche all’Ucraina. Dal 2019, Recep Tayyp Erdogan e Volodymyr Zelensky si sono incontrati almeno cinque volte. Erdogan nel 2014 aveva già criticato l’annessione della Crimea vista la presenza nella penisola di una importante minoranza tatara turcofona. Sempre dal 2019 Ankara vende a Kyiv i suoi droni da combattimento Bayraktar TB2 utilizzati nella guerra nel Donbass e ha autorizzato Kyiv a produrli sul territorio ucraino.
L’equilibrismo di Erdogan tra Zelensky e Putin
Dall’inizio della guerra, Ankara ha cercato di mantenersi in equilibrio tra le due parti. Pur sostenendo l’integrità territoriale dell’Ucraina, Erdogan si è ben guardato dall’unirsi alle sanzioni occidentali contro Mosca e si è astenuto dal voto sulla sospensione della Russia dal Consiglio d’Europa all’indomani dell’aggressione. Il primo marzo il ministro della Difesa turco, Hulusi Akar, aveva chiesto alle parti coinvolte di rispettare la Convenzione di Montreux sul passaggio negli Stretti turchi del Bosforo e dei Dardanelli, attraverso i quali si accede al Mar Nero, dopo che Ankara aveva chiuso l’accesso il 28 febbraio. La Convenzione di Montreux del 1936 dà alla Turchia il controllo sia sul Bosforo sia sui Dardanelli. In caso di conflitto Ankara ha il diritto di regolamentare il transito delle navi da guerra e di bloccare gli stretti alle imbarcazioni militari appartenenti ai Paesi belligeranti. Tuttavia, l’articolo 19 del trattato presenta un’eccezione per gli Stati che si affacciano sul Mar Nero, come la Russia. A fine febbraio almeno quattro navi russe sarebbero state bloccate. L’Ucraina aveva chiesto alla Turchia di chiudere i Dardanelli alle navi russe. Ankara dopo aver definito l’aggressione russa una guerra a tutti gli effetti aveva invocato il rispetto della convenzione di Monteraux.