Guerra in Ucraina, alle frontiere allarme per i trafficanti di esseri umani

Camilla Curcio
24/03/2022

Sono sempre di più i trafficanti di essere umani che millantando aiuto adescano donne e bambini al confine tra Ucraina e Polonia. Così da qualche tempo i flussi sono presidiati da vigilantes che però non convincono del tutto. L'sos delle organizzazioni.

Guerra in Ucraina, alle frontiere allarme per i trafficanti di esseri umani

Secondo quanto riportato dalle ong e dalle associazioni non profit a lavoro lungo il confine tra Ucraina e Polonia, sarebbero sempre di più i trafficanti di esseri umani che, operando da soli o in gruppo, tentano di adescare donne e bambini in fuga dalla guerra. 

Chi sono e come agiscono i trafficanti di essere umani al confine tra Ucraina e Polonia

«Abbiamo registrato i primi casi di individui sospetti che, appostandosi nei dintorni dei centri di accoglienza di Lublino, hanno tentato di avvicinare diverse donne ucraine, pedinandole, spesso in maniera aggressiva, e fingendo di offrire loro un passaggio per spostarsi dove desiderano, un lavoro o un alloggio», ha spiegato al Guardian Karolina Wierzbińska, coordinatrice di Homo Faber, un’organizzazione polacca che si occupa della tutela dei diritti umani. Non si parlerebbe soltanto di uomini: «Ci sono anche varie presenze femminili che provano ad attirare l’attenzione delle rifugiate alle stazioni degli autobus e, addirittura, vere e proprie bande che, arrivando dall’Ucraina, fingono di volerle aiutare, approfittando della loro fragilità e della stanchezza causata dal lungo viaggio».

Al confine tra Ucraina e Polonia donne e bambini rischiano di essere adescati da presunti trafficanti
Rifugiati ucraini in attesa degli autobus che li porteranno in Polonia (Getty Images)

Ma non è tutto. Nella rete dei criminali che approfittano del dramma vissuto dai profughi, ci sarebbero anche delle coppie: «Non è così raro. Ci è capitato di vederne parecchie che, raggiunto il confine in auto, adoperano tattiche ingannevoli per attirare le vittime», ha sottolineato Wierzbińska. Scenari davanti ai quali gli operatori umanitari devono seguire un rigido protocollo: «Interveniamo immediatamente senza creare troppo scompiglio», ha specificato, «ci avviciniamo al soggetto e gli chiediamo di registrarsi nel nostro database, inserendo i suoi dati personali. Davanti a questa richiesta apparentemente così innocua, in genere, scappano via».

Al confine tra Ucraina e Polonia donne e bambini rischiano di essere adescati da presunti trafficanti
Sfollati ucraini lungo il confine di Medyka in attesa di bus e automobili per il trasferimento nelle strutture di accoglienza (Getty Images)

L’arrivo dei veterani della legione straniera francese per presidiare i confini tra Polonia e Ucraina

Con l’esacerbarsi del problema, soprattutto nelle ultime settimane, volontari ed esercito polacco, impegnati lungo la frontiera di Medyka nell’assistenza degli sfollati, hanno assistito all’arrivo di veterani che hanno dichiarato di essere affiliati alla Legione Straniera Francese. Questi tra gli altri hanno iniziato a presidiare le frontiere. «Penso ci sia una grave mancanza di controllo. Ho visto donne spaventate, bambini senza genitori, sono target davvero semplici da circuire e mi sembrano un po’ abbandonati a loro stessi», ha detto uno di loro.

Al confine tra Ucraina e Polonia donne e bambini rischiano di essere adescati da presunti trafficanti
Donna ucraina lungo la frontiera di Medyka (Getty Images)

Il dubbio sull’identità dei veterani e il problema della sicurezza

A un mese dall’inizio del conflitto, la sicurezza a Medyka è ancora fin troppo precaria. E, soltanto di recente, la polizia ha iniziato a verificare l’identità di operatori umanitari e autisti incaricati di occuparsi dei trasferimenti dei profughi.  «Il problema col traffico di esseri umani è che non risponde a un’organizzazione gestita da un vertice, dunque facilmente riconoscibile», ha illustrato un volontario della Croce Rossa polacca, «è gente che opera in privato e arriva da posti diversi. Ecco perché, in più corner strategici, si rintracciano sistemi altrettanto differenti di tracciamento e adescamento delle vittime».

Al confine tra Ucraina e Polonia donne e bambini rischiano di essere adescati da presunti trafficanti
Polizia polacca a Medyka (Getty Images)

E anche la presenza dei vigilantes crea non poche difficoltà: in base a quanto detto dalla polizia locale, sulla loro identità e le loro intenzioni pare esserci un grosso vuoto di informazioni. In più, il rifiuto che hanno spesso manifestato a svelarsi, rifuggendo alle domande o anche a una semplice fotografia, ha instillato non pochi dubbi.

Rafforzare i controlli per arginare lo sfruttamento e il traffico di esseri umani

Attendere che la questione raggiunga il punto di non ritorno è assolutamente da evitare. Soprattutto alla luce delle ultime segnalazioni che, solo in questa settimana, hanno registrato la scomparsa di diverse donne e l’arrivo di oltre 500 bambini in solitaria. «Non dobbiamo più tempo per procrastinare un intervento», ha aggiunto Ylva Johansson, commissario europeo per gli Affari Interni, «non servono ulteriori prove, il dramma della guerra ha rinfocolato il traffico e bisogna agire prima che sia troppo tardi». Sulla stessa linea anche Missing Children Europe, un collettivo di organizzazioni che si occupano della salvaguardia dei minori in Europa: «Sono sempre di più i bimbi non accompagnati di cui si perdono le tracce dopo il loro arrivo al confine», ha concluso il segretario generale Aagje Ieven, «spariscono facilmente, è quasi impossibile ritrovarli e cadono nella rete dei predatori. Serve una stretta sulla sicurezza, ora più che mai».