La campagna dei media russi per distrarre dalla guerra in Ucraina e dalle sanzioni

Camilla Curcio
21/04/2022

Le sanzioni? Sono una opportunità. A Mosca crescono i prezzi? Ecco una guida sui nuovi ristoranti e sulla Fashion Week. Così i media russi controllati dallo Stato nascondono le notizie sulla guerra in Ucraina e le sue conseguenze economiche.

La campagna dei media russi per distrarre dalla guerra in Ucraina e dalle sanzioni

Mentre la guerra in Ucraina continua ormai da ormai due mesi e l’elenco delle sanzioni si allunga giorno dopo giorno, il Cremlino tenta di convincere i russi e il mondo intero che il conflitto non sta avendo ripercussioni sulla vita quotidiana, anzi offre nuove possibilità. Oltre a negare le atrocità commesse nell’ex repubblica sovietica, la propaganda di Mosca diffonde in casa un ottimismo fittizio. Nuove attività, economia salda, storie di successo servono a nascondere l’aumento dei prezzi e l’isolamento in cui è precipitata la Russia.

La campagna di distrazione mediatica di Mosca

Come riporta Meduza, per distrarre la popolazione dalle difficoltà dovute alle sanzioni – per alcune settimane per esempio dagli scaffali dei supermercati è mancato lo zucchero – l’Amministrazione Presidenziale ha messo in piedi una macchina per diffondere notizie rassicuranti e per proporre un’immagine del Paese fiorente. Come in una catena di montaggio, alle amministrazioni regionali spetta il compito di raccogliere le storie (tutte rigorosamente positive, dall’apertura di nuove fabbriche al lancio di nuovi prodotti sul mercato) e, in un secondo momento, di farle arrivare ai media controllati dallo Stato. Le notizie conquistano così le pagine dei quotidiani e le homepage dei giornali online.

Come funziona la campagna mediatica usata dalla Russia per insabbiare i danni delle sanzioni
Vechernyaya Moskva offre alternative sane al cibo da fast food, non più accessibile vista la chiusura dei McDonald’s in Russia (Twitter)

«La gente ha tremendamente paura dell’aumento dei prezzi e di una possibile carenza dei prodotti di prima necessità. Alcuni scaffali stanno già iniziando a svuotarsi», ha rivelato a Meduza una fonte vicina al Cremlino. «Leggono di come le aziende occidentali stiano abbandonando la Russia e tutto questo li agita, li mette in allarme, perché iniziano a pensare a come sopravvivere. Ecco perché, per calmarli e mostrare che il governo ha tutto sotto controllo, li convincono che l’economia non ha subito alcuno scossone e che l’esodo degli occidentali altro non è che un’opportunità storica per gli imprenditori locali. Si tratta di un piano architettato ad arte per tenerli buoni».

Un flusso di notizie positive invade telegiornali e talk show

La Russia ha adottato questa tattica già parecchie volte in passato. Quando le cose iniziano a mettersi male, le autorità nascondono o camuffano la verità ai cittadini. «Li stordiscono con un repertorio di informazioni rassicuranti», continua un’altra fonte. «Non appena si presenta un problema, si affrettano a dire che non c’è motivo di preoccuparsi o lo negano». Al momento, questa strategia si appoggia prevalentemente sui media tradizionali e, in minima parte, su piattaforme social come Telegram e VKontakte. Questo perché «gli utenti di VKontakte sono soprattutto da giovani, un target decisamente poco interessato ad argomenti del genere», è il ragionamento, «mentre su Telegram gli user sono molto più politicizzati: o fanno parte dell’opposizione e quindi non abboccano o sono sono iper patriottici e non hanno bisogno di rassicurazioni, perché cercano questo tipo di informazioni autonomamente».

Come funziona la campagna mediatica usata dalla Russia per insabbiare i danni delle sanzioni
Gli studi di Vremya, il principale notiziario russo d’impronta filogovernativa (Twitter)

In genere, le notizie di questa campagna si trovano nei telegiornali e nei talk show della tivù pubblica. Recentemente su Vremya, il tg di punta della principale rete televisiva di Stato, è andato in onda un servizio sull’incontro tenuto da Vladimir Putin per discutere del mercato petrolifero. Il titolo? Un ottimista Ce la faremo. Un approfondimento sul blocco delle importazioni invece si intitolava La nostra possibilità. «C’è il reale desiderio e l’opportunità di lavorare e le autorità stanno incoraggiando gli uomini d’affari in una miriade di modi. Molti hanno visto un’opportunità storica nelle sanzioni», ha spiegato la conduttrice Yekaterina Andreyeva lanciando il servizio. Tutte storie di successo, ovviamente: dai piani per produrre cosmetici in un impianto di prodotti per la pulizia della casa a Volgograd alla sostituzione delle società di catering che hanno lasciato la regione di Kirov con imprese locali. Sul canale Russia 1 si spiegava invece come il Daghestan potesse sfamare l’intera Federazione con i suoi montoni.

Mosca al centro del progetto Primavera

Al centro di questa ondata di ottimismo di Stato c’è naturalmente Mosca in cui è partita la ‘campagna di Primavera’. Come ha spiegato una fonte vicina all’amministrazione della Capitale a Meduza, l’obiettivo è prevenire il calo del «benessere sociale». «Stiamo mettendo in secondo piano le notizie militari, è primavera in città. Il sindaco ci sta lavorando su». Deve essere chiaro alla classe media che quasi nulla nelle loro vite è cambiato e che Mosca è sempre piena di vita. «Per esempio, le attività e i brand stranieri che hanno lasciato la città sono già state sostituite da nuove realtà russe». Così sui media controllati dal governo è un fiorire di articoli sull’apertura di nuovi negozi, caffè e ristoranti. Ma anche di consigli per come rilassarsi. Tabloid come il Vechernyaya Moskva hanno iniziato a pubblicare speciali sulla Moscow Fashion Week, presentata come una grande opportunità di crescita per i designer russi, e approfondimenti sugli investimenti nella ricerca. Un banner nella sezione Food del sito parla chiaro: «Quando ti senti giù, mangia!». Peccato che nessuna sezione del magazine parli del motivo per cui i lettori potrebbero sentirsi demoralizzati.

Come funziona la campagna mediatica usata dalla Russia per insabbiare i danni delle sanzioni
Una delle sfilate della Moscow Fashion Week 2021 (Twitter)