Il conflitto armato tra Russia e Ucraina tocca da vicino anche il mondo dello sport. Le sanzioni «pesanti» inevitabilmente si ripercuoteranno sul calcio e non solo. Nelle ultime ore, i club colpiti direttamente o indirettamente dalla guerra aumentano, come se non bastasse c’è il caso Gazprom a pesare sull’Uefa. A San Pietroburgo, nell’omonimo stadio, infatti, dovrebbe avere luogo la prossima finale di Champions.
L’Uefa e la partnership con Gazprom, sponsor da dieci anni
Condizionale d’obbligo, date le ultime, drammatiche evoluzioni della crisi ucraina. Il caso Gazprom tiene banco tra i vertici della Uefa e c’è già chi chiede l’immediata rescissione del contratto. L’azienda energetica russa è parzialmente controllata dallo stato ed è dal 2012 uno degli sponsor maggiori della Champions League. Un legame economico forte, che ora mette in crisi la Federazione calcistica europea, sebbene non sia la prima volta che il rapporto tra Uefa e Gazprom rischi di essere spezzato. Già nel 2014 l’azienda è stata bersagliata dalle sanzioni dell’Ue, confermate dopo una lunga battaglia legale culminata nel 2018. Gazprom, otto anni fa, restò legata alla Champions League. Ora si tenterà di capire come reagirà al nuovo attacco dell’Unione Europea e soprattutto se Aleksander Čeferin, presidente Uefa, deciderà di non rescindere il contratto come gli è stato già chiesto da più parti.

Champions League: salta la finale a San Pietroburgo?
Ma c’è un altro problema che la Uefa deve affrontare al più presto. Si deciderà domani durante una riunione convocata in fretta se annullare la finale di Champions League, che dovrebbe disputarsi proprio in Russia, a San Pietroburgo, il prossimo 28 maggio. Come rivelato da Associated Press, alcuni funzionari avrebbero dichiarato che la scelta è già stata presa: l’ultimo atto della competizione non avrà luogo in territorio russo. Dopo l’iniziale smentita dell’Uefa potrebbe essere Wembley lo stadio in cui si disputerà la partita, ma si attendono conferme che dovrebbero arrivare già nella giornata di venerdì 25 febbraio.
Cska Mosca e Zenit San Pietroburgo: i club russi colpiti dalle sanzioni
Che sia indirettamente o meno, Cska Mosca e Zenit San Pietroburgo potrebbero essere unite da un unico destino. Le sanzioni americane ed europee rischiano di pesare molto sui due club. La storica squadra della capitale, infatti, è stata inserita nell’elenco dei soggetti a cui gli Usa applicheranno sanzioni. Questo perché a controllarla per il 77 per cento è la VEB, la banca Vnesheconombank, una delle corporations russe finite nel mirino di Joe Biden, che vuole «tagliare i finanziamenti occidentali alla Russia». Sul fronte Zenit, invece, è sempre Gazprom protagonista. Eventuali sanzioni contro il colosso petrolifero colpirebbero direttamente il club, visto che l’azienda energetica detiene la maggioranza delle quote della squadra di San Pietroburgo.
Chelsea ed Everton: le sanzioni colpiscono la Premier League
Si apre poi il capitolo relativo ai club che hanno subito o potrebbero ricevere effetti collaterali dalle sanzioni europee e americane. E non si tratta soltanto di società russe, ma anche di alcune squadre inglesi. Spicca, tra queste, il Chelsea. I vincitori dell’ultima edizione della Champions League sono controllati da Roman Abramovich, tra gli oligarchi più importanti di Russia e già nel mirino di Johnson. Per il magnate, divieto di fare base in Inghilterra, ma anche l’Everton attende di capire il suo destino. Anche quest’ultimo club è posseduto da un oligarca, Alisher Usmanov, che vanta legami molto stretti con il governo di Putin ed è leader della USM, una società con interesse in telecomunicazione, tecnologia e metalli, proprietaria dei Toffees. In Germania, invece, lo storico Schalke 04, attualmente in seconda serie, ha deciso di rimuovere dalle maglie lo sponsor Gazprom. In una nota la società scrive che «sul petto dei Royal Blues ci sarà invece scritto solo Schalke 04. Il club darà informazioni a tempo debito su ulteriori possibili passi». E dalla Svezia arriva l’annuncio dell’Hammarby, che non venderà Svedberg, già promesso sposo del Lokomotiv Mosca.
Guerra Russia-Ucraina: quali eventi rischiano di saltare
E al di là delle sanzioni, potrebbero saltare numerosi eventi. Si è già parlato della finale di Champions League, che probabilmente non si giocherà a San Pietroburgo. La Uefa ha però un’altra grana da affrontare, quella legata allo spareggio per accedere ai Mondiali in Qatar tra Russia e Polonia, che dovrebbe giocarsi in casa dei primi proprio tra un mese, il 24 marzo. Difficile che le due nazionali si sfideranno a Mosca, con un contesto simile e rapporti già tesi a fare da contorno. Più lontani ma da attenzionare sono altre due importanti manifestazioni. Da una parte il mondiale di volley maschile in Russia, in programma dal 26 agosto all’11 settembre. Dall’altra il Gran Premio di Russia, il 25 settembre, a Sochi. E proprio su questo particolare evento si è già espresso un pilota. Si tratta di Sebastian Vettel, ex Ferrari attualmente all’Aston Martin, che ha annunciato di aver «già preso la mia decisione. Io penso che non dovremmo andare lì a correre, anzi io di sicuro non andrò».
Saltano gare dell’Eurolega di Basket: gli eventi già rinviati
Tra gli eventi che rischiano di saltare c’è l’Eurolega di basket. La federazione ha deciso di rinviare ben tre gare che si dovevano disputare con compagini russe. Si tratta di Bayern Monaco-Cska Mosca, Baskonia-Unics Kazan e Zenit S. Pietroburgo-Barcellona. Venerdì 25 febbraio ci sarà una riunione di emergenza tra i club per decidere come proseguire. Già rinviata, invece, la tappa del tour mondiale di Snow Volley, prevista dal 25 al 27 febbraio a Truskavents, in Ucraina. C’è poi il rugby, con l’incontro tra Georgia e Russia già rinviato, e la decisione di Finlandia e Svizzera di non partecipare ai campionati di bandy, proprio perché c’è il Paese russo.
Il risveglio di De Zerbi: Shakhtar bloccato in hotel
Tra sanzioni e manifestazioni che potrebbero saltare, c’è anche chi già sta patendo le prime conseguenze del conflitto. Si tratta del tecnico Roberto De Zerbi. L’allenatore dello Shakhtar Donetsk, insieme al suo intero staff composto da altri 8 italiani e a gran parte della squadra, è rimasto bloccato in un hotel di Kiev. La squadra era appena rientrata da una trasferta in Turchia e lo stesso De Zerbi ha raccontato la sua esperienza: «L’Ambasciata italiana ci aveva sollecitato ad andarcene ma non potevo, ripeto, io uomo di sport, girare le spalle al club, al calcio e andarmene così. E alla fine hanno chiuso lo spazio aereo e si sta qui: non credo almeno per ora che siamo a rischio, sono venuto qui per fare sport, davvero, e mi armo di pazienza». Il campionato ucraino è stato sospeso per almeno 30 giorni.
