Cresce l’allarme a Zaporizhzhia, ma una nuova Chernobyl sembra «improbabile»
Secondo gli esperti, paragonare la centrale nucleare in mano ai russi a quella del disastro del 1986 è errato. Diverse le situazioni e gli scenari. Il punto sui rischi.
L’invasione della Russia in Ucraina dura ormai da sei mesi. Era il 24 febbraio quando il Cremlino ha dato l’ordine all’esercito di Mosca di partire con quella che è stata definita «operazione speciale». Mentre la guerra sembra in stallo da settimane, i fari del mondo intero sono puntati sulla drammatica situazione vissuta intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia. Il complesso, il più grande d’Europa, è controllato dai russi sin da marzo. Negli ultimi giorni, però, sono aumentati gli attacchi missilistici in quella zona dell’Ucraina, tanto da far crescere il timore di un disastro nucleare. Una minaccia reale o timori irrazionali? A rispondere è la Cnn, che ha analizzato la situazione e, dati degli esperti alla mano, ritiene «improbabile» un evento in stile Chernobyl.

Zaporizhzhia come Chernobyl? Gli esperti lo escludono
Rob Picheta, giornalista della Cnn, ha coinvolto nella sua analisi Leon Cizelj, il presidente della European Nuclear Society. Il professore ritiene che sia «non molto probabile che l’impianto venga danneggiato». Supponendo che lo fosse, però, ritiene anche che le radiazioni coinvolgerebbero soprattutto il territorio ucraino e non «tutta l’Europa orientale, come nel caso di Chernobyl». Difficile, quindi, che si possa ripetere il disastro del 1986. Cizelj associa la situazione a quanto accaduto a Fukushima nel 2011, proprio perché in caso di esplosione sarebbero i cittadini di Zaporizhzhia e delle città vicine a correre i rischi maggiori.
Cosa succede a Zaporizhzhia
Già da inizio agosto, l’Aiea, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica delle Nazioni Unite, aveva segnalato l’interruzione all’alimentazione e la disconnessione di un reattore dalla rete elettrica causata da varie esplosioni. La situazione d’allarme intorno in Zaporizhzhia è via via cresciuta. Kyiv ha accusato per giorni Mosca di utilizzare la centrale come un deposito di armi pesanti e base da cui far partire i propri attacchi. La strategia porterebbe l’esercito russo a non poter essere contrattaccato, per evitare esplosioni vicino ai reattori. D’altra parte, dalla Russia il Cremlino ricambia le accuse, additando il governo Zelensky come unico artefice della crisi nucleare. Ore fa, infine, gli occupanti russi avrebbero dato vita a una sorta di sciopero, abbandonando le operazioni all’interno della centrale e lasciandola in balia del solo personale tecnico rimasto.
Cizelj: «Improbabile che i bombardamenti distruggano i reattori»
Zaporizhzhia ha sei reattori ed è l’impianto nucleare più grande d’Europa. A funzionare è soltanto una coppia di reattori, protetta da un involucro speciale d’acciaio e cemento dello spessore di oltre un metro. Un sistema di sicurezza non da poco, come spiega ancora Leon Cizelj: «I bombardamenti casuali non possono davvero distruggerlo, sarebbe davvero improbabile». Ciò che si aspettava lo scienziato, però, era un livello di sicurezza diverso intorno al nucleo principale della struttura. Poche le precauzioni prese all’inizio della guerra, con la Russia a entrare in possesso dello stabilimento in poche ore.

Lo scenario peggiore: il guasto dei sistemi di raffreddamento
Se i bombardamenti difficilmente riuscirebbero a danneggiare in maniera critica i reattori, qual è il reale problema della centrale? A destare maggiore preoccupazione sono i sistemi di sicurezza ausiliari. Ci sono un gran numero di generatori che vengono collegati alla rete esterna agli stessi reattori, con serbatoi e stagni spray utilizzati per raffreddare l’acqua surriscaldata dai processi nucleari. Secondo gli esperti, un disastro nucleare potrebbe generarsi solo con il guasto di questi sistemi. Il reattore nucleare, infatti, si riscalderebbe a gran velocità, fino a innescare una fusione nucleare dal forte impatto locale. Ma resta il fatto che i sistemi di sicurezza sono nettamente migliori di quelli di Chernobyl e spegnere l’eventuale reattore risulterebbe molto più facile.