Guerra in Ucraina, il Vaticano chiama Mosca: «Negoziati e non violenza delle armi»

Redazione
08/03/2022

La preoccupazione di Papa Francesco, già espressa durante l'Angelus, è sfociata in una telefonata mattutina del Segretario di Stato vaticano, il cardinale Parolin, al Ministro degli Esteri russo Lavrov. Invocato il cessate il fuoco e veri corridoi umanitari.

Guerra in Ucraina, il Vaticano chiama Mosca: «Negoziati e non violenza delle armi»

La guerra in Ucraina preoccupa Papa Francesco. Il pontefice si è più volte pronunciato sul conflitto, condannando l’invasione della Russia e lanciando continui appelli per la fine delle ostilità. Dal Vaticano pare che stamattina ci sia stato un contatto con il Cremlino, proprio per ribadire questo concetto. Una telefonata importante, tra il cardinale Pietro Parolin e Sergei Lavrov, il ministro degli Esteri russo.

Il Vaticano chiama Mosca: «Noi a servizio della pace»

Il portavoce vaticano, Matteo Bruni, ha rivelato che proprio questa mattina il cardinale Pietro Sarolin, Segretario di Stato vaticano, ha telefonato a Sergei Lavrov. Al Ministro degli Esteri russo è stata trasmessa «la profonda preoccupazione di Papa Francesco per la guerra in corso in Ucraina e ha riaffermato quanto detto dal Papa domenica scorsa all’Angelus». Bruni ha proseguito spiegando i contenuti della telefonata: «In particolare ha ribadito l’appello perché cessino gli attacchi armati, perché si assicurino dei corridoi umanitari per i civili e per i soccorritori, perché alla violenza delle armi si sostituisca il negoziato. In questo senso, infine, il Segretario di Stato ha riaffermato la disponibilità della Santa Sede a fare di tutto, a mettersi al servizio per questa pace».

Guerra in Ucraina, il Vaticano chiama Mosca: «Negoziati e non violenza delle armi». In una telefonata, il Segretario di Stato Parolin ha invocato la pace
Bandiere ucraine al Vaticano durante l’Angelus di Papa Francesco (Getty)

Il Patriarcato di Mosca al fianco di Putin

La presa di posizione di Papa Francesco arriva a poche ore dalla scelta di Kirill, Patriarca di Mosca e leader della Chiesa ortodossa, di appoggiare Vladimir Putin. Con un sermone durante le celebrazioni di domenica scorsa, Kirill ha appoggiato la scelta di Mosca di invadere l’Ucraina, descrivendo la guerra come un atto contro la «lobby gay». Al centro della predica, i gay-pride visti come parate necessarie per schierarsi al fianco dei Paesi dell’Occidente. «Si tratta di imporre con la forza un peccato condannato dalla legge di Dio, e quindi, di imporre con la forza alle persone la negazione di Dio e della sua verità», ha dichiarato, spiazzando i fedeli.

Guerra in Ucraina, il Vaticano chiama Mosca: «Negoziati e non violenza delle armi». In una telefonata, il Segretario di Stato Parolin ha invocato la pace
Il Patriarca Kirill (Getty)

La Chiesa ortodossa divisa sulla guerra

Ma non tutti i sacerdoti la pensano come Kirill, anzi già nei scorsi giorni in centinaia hanno sottoscritto una lettera aperta indirizzata al Cremlino in cui invocano la fine della guerra. Quasi in contemporanea al sermone del Patriarca, Bbc Russia ha raccontato l’arresto di padre Ioann Burdin, sacerdote del villaggio di Karabanovo, reo di aver criticato la guerra e l’operato di Putin di fronte ai fedeli.