Se c’è un social che sfugge alla censura russa, quello è Tinder. L’app nata per mettere in contatto gli utenti, divenuta poi una vera e propria chat di incontri, è diventata un’arma di informazione per una donna polacca. Si chiama Kinga Szostko, quarantenne che attira i cittadini russi e invia loro foto e news sulla guerra. Uno sfondamento frontale del blocco operato sui social network dal Cremlino. Mosca cerca disperatamente di censurare ogni canale da cui potrebbero arrivare ai propri cittadini notizie dal fronte ucraino, ma non ha fatto i conti con la donna polacca.

La tattica di Kinga Szostko
La manovra utilizzata da Kinga Szostko è geniale. Ricorda in parte quanto mostrato nella documentario Netflix The Tinder Swindler, in cui si racconta la storia di un uomo che per anni ha usato Tinder per depredare donne ricche. Lei, invece, lo utilizza in modo diverso. La quarantenne polacca, entrata in contatto con profili di cittadini russi, invece di parlare di hobby e interessi manda loro foto delle città distrutte dai bombardamenti. La didascalia è sempre uguale, cambia solo il nome della città. Si va quindi da «Kiev dopo l’attacco russo» a Mariupol e Kharkiv. La guerra sbarca quindi su un social che con il conflitto, almeno nell’idea di base, non ha nulla a che fare.

L’appello di Kinga Szostko
L’idea di Kinga Szostko è semplice e geniale. Essendo rimasto uno dei pochi canali non ancora censurati, lei lo utilizza per tentare di sensibilizzare più russi possibile utilizzando immagini direttamente dal fronte. Una tattica che ora chiede venga replicata da altre donne. Kinga ha rapidamente raggiunto gli 88mila follower e ora invita tutte le connazionali a fare lo stesso: scaricare Tinder e utilizzarlo non per conoscere uomini ma per combattere la guerra di Mosca.
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