Ucraina, il tennista Stakhovsky all’Italia: «Non durereste un giorno contro i russi»
Intervenuto durante la trasmissione di Lilli Gruber, spiega così il conflitto al pubblico italiano: «Putin una minaccia per tutto l'Occidente».
Tra i tanti ucraini di tutto il mondo, artisti, atleti e persone comuni, che sono tornati nel proprio Paese per difenderlo dall’invasione russa, c’è anche il tennista Sergiy Stakhovsky. Il 36enne, celebre per avere battuto Federer a Wimbledon nel 2013 ed ex numero 31 al mondo nella classifica ATP, è tornato a Kiev, arruolandosi nell’esercito dell’Ucraina. Dalle agiate vacanze con la famiglia in giro per il mondo, è tornato a casa, pe difenderla dai militari che la stanno invadendo. La sua testimonianza è stata raccolta da Lilli Gruber, durante il programma Otto e Mezzo in onda su La7.
Stakhovsky: «Questa è l’ultima spiaggia»
Il racconto di Sergiy Stakhovsky è drammatico. «Non c’è giusto o sbagliato nella mia scelta», racconta, «Se non mi fossi arruolato mi sarei sentito in colpa, qui a Kiev ci sono mio padre e mio fratello. Ma mi sento ugualmente in colpa ad aver lasciato mia moglie ed i miei tre figli. Non ho nessuna esperienza nel combattimento, la maggior parte di noi non è stato addestrato ma abbiamo un ideale comune. Questa è l’ultima spiaggia». Il tennista, ritiratosi a inizio anno dopo gli Australian Open, parla del rischio per tutto l’Occidente: «Bisogna comprendere che se l’Ucraina cadrà nelle mani dei russi, poi toccherà ad altre nazioni. Torneremmo al 1945 con le nazioni satellite rispetto a Mosca: Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca, Polonia, il Baltico. Putin minaccia con il nucleare e la Nato ha paura. Lui ha usato questa carta e la userà ancora. L’unica speranza è che muoia, altrimenti farà come Hitler quando stava dividendo l’Europa».

Stakhovsky: «L’Italia non durerebbe un giorno»
Poi, durante il suo intervento, tenta di far capire al pubblico quanto è forte l’impatto del conflitto sull’esercito e sulla popolazione ucraina. «L’Italia e l’esercito italiano, per quanto ne so io, non durerebbe un giorno contro l’esercito russo. Noi ucraini non vogliamo rinunciare a nulla. Capiamo che questa è la nostra guerra e non quella dell’Europa, stiamo solo chiedendo aiuto e assistenza. Il mondo è dalla parte dell’Ucraina e penso che tutte le sanzioni contro la Russia abbiano aiutato, anche se ci metteranno tempo ad arrivare».

Djokovic a sostegno di Stakhovsky
Sergiy Stakhovsky è stato contattato da molti fan e colleghi negli ultimi giorni. Tra questi anche Novak Djokovic, che ha chiesto notizie all’amico ucraino, chiedendo dove potesse inviare aiuti di qualsiasi tipo. Uno scambio di battute che lo stesso Stakhovsky ha voluto postare su Instagram, per ringraziare il campione serbo.
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