Russia, stop alla collaborazione con la Stazione Spaziale Internazionale

Redazione
02/04/2022

Lo ha annunciato sui social media il capo di Roscosmos, Dmitry Rogozin. Pochi giorni fa l’agenzia spaziale russa aveva reso noto di voler essere pagata in rubli dai suoi soci.

Russia, stop alla collaborazione con la Stazione Spaziale Internazionale

Roscosmos ha intenzione di porre fine alla sua collaborazione con la Stazione Spaziale Internazionale. Lo ha annunciato sui social media il capo dell’agenzia russa, Dmitry Rogozin, spiegando che chiederà al Cremlino di non lavorare più con partner come la Nasa e l’Esa, ma anche con Canada e Giappone. «Le sanzioni non saranno rimosse. Considero questo inaccettabile. Prossimamente invieremo al governo russo le proposte di Roscosmos per mettere fine alla collaborazione con l’Iss», ha dichiarato Rogozin.

Russia, stop alla collaborazione con la Stazione Spaziale Internazionale. L'annuncio dell'agenzia Roscosmos.
La Russia sospenderà la collaborazione con l’ISS (ALEXANDER NEMENOV/AFP via Getty Images)

Roscosmos, le dichiarazioni di Rogozin

L’annuncio di Rogozin arriva dopo settimane di minacce, ritardi e progetti cancellati da Roscosmos, a seguito dell’ondata di sanzioni contro la Russia e le figure vicine al presidente Vladimir Putin. «Le sanzioni imposte da Stati Uniti, Canada, Unione Europea e Giappone mirano a bloccare le attività finanziarie, economiche e produttive delle nostre imprese ad alta tecnologia», ha detto il capo dell’agenzia spaziale Roscosmos. «Lo scopo delle sanzioni è uccidere l’economia russa, far precipitare il nostro popolo nella disperazione e nella fame, mettere in ginocchio il nostro Paese. È chiaro che non saranno in grado di farlo, ma le intenzioni sono chiare».

Russia, stop alla collaborazione con la Stazione Spaziale Internazionale. L'annuncio dell'agenzia Roscosmos.
Un lancio dal cosmodromo di Baikonur (KIRILL KUDRYAVTSEV/AFP via Getty Images)

Roscosmos, le minacce dopo le sanzioni

Simbolo della distensione post-Guerra Fredda, l’ISS è un progetto congiunto di cinque diverse agenzie spaziali: la statunitense Nasa, la russa Roscosmos, l’europea Esa, la giapponese Jaxa e la canadese Csa-Asc. Il segmento russo della stazione è responsabile della guida, della navigazione e del controllo dell’intero complesso. Proprio riferendosi a questo aspetto, durante le fasi iniziali del conflitto in Ucraina e le prime sanzioni inflitte a Mosca, Rogozin aveva dichiarato su Twitter: «La Stazione Spaziale Internazionale potrebbe precipitare sulla Terra (proprio sugli Stati Uniti o in altri continenti) con una interruzione delle operazioni che la tengono in orbita, compiute dai motori di manovra del modulo russo Zvezda e delle navette russe Progress attraccate alla Stazione». Il 19 marzo, tre cosmonauti russi sono arrivati sulla Stazione Spaziale Internazionale a bordo della navetta Soyuz Ms-21, presentandosi al resto dell’equipaggio con tute gialle dai dettagli blu, che potevano far pensare a un messaggio pro-Ucraina, cosa subito smentita dal Cremlino. Pochi giorni fa, dopo l’annuncio di Putin riguardante il gas naturale, Roscomos ha reso noto di voler essere pagata dai suoi soci internazionali in rubli.