Sacerdote arrestato in Russia dopo un sermone contro la guerra in Ucraina
Sono scattate le manette per padre Ioann Burdin, dopo aver parlato ai fedeli di bombardamenti e vittime, condannando l'operato del Cremlino.
Meno di una settimana fa, la Chiesa ortodossa con una lettera aperta a Putin, firmata da 236 tra sacerdoti e diaconi, ha condannato l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Un segnala forte, sebbene quel documento non abbia riportato alcuna firma tra le figure di profilo più alto all’interno del Patriarcato di Mosca. Ed è proprio questo appello alla pace che ha portato padre Ioann Burdin a pronunciare un sermone di fronte alla sua comunità. Il sacerdote, come rivela Bbc Russia, è stato però arrestato proprio per aver denunciato i bombardamenti.

L’arresto di padre Ioann Burdin
A raccontare la vicenda è Andrey Zakharov, giornalista di Bbc Russia. Nonostante il ritiro dei giornalisti dal Paese, il canale britannico prosegue a narrare le storie relative al conflitto e quella di padre Ioann Burdin diventa emblematica della censura dilagante in Russia. Il sacerdote, di fronte ai fedeli della comunità del villaggio di Karabanovo, ha denunciato i bombardamenti, parlando della guerra e di quanta distruzione e vittime stia portando in Ucraina. Inoltre Burdin ha condiviso immagini contro la guerra, lanciando anche una petizione sul sito della parrocchia. Tutto questo, però, non è piaciuto alle autorità russe che lo hanno arrestato.
Il rapporto della polizia
L’arresto arriva dopo giorni di dibattito all’interno del popolo russo, con tante manifestazioni a Mosca culminate con la repressione e perfino 5 bambini portati via dalle forze dell’ordine per aver protestato contro la guerra. All’interno del rapporto redatto dalla polizia su Ioann Burdin, si legge che «ha screditato le forze militari russe, raccontando ai dieci fedeli presenti l’assassinio degli abitanti dell’Ucraina, fratelli e sorelle in Cristo».
La lettera di Ioann Burdin
Padre Burdin aveva anche inviato ai fedeli una lettera aperta. Un documento che è stato ripreso dai media internazionali: «Non fare la guerra. La mattina del 24 febbraio, le truppe russe hanno attaccato l’Ucraina. Sono in corso bombardamenti su Kiev, Odessa, Kharkiv, Mariupol e altre città ucraine. I soldati russi uccidono i loro fratelli e sorelle in Cristo. Noi cristiani non possiamo restare lontani quando un fratello uccide un fratello, un cristiano un altro cristiano. Non ripetiamo i crimini di coloro che hanno accolto favorevolmente le azioni di Hitler il 1° settembre 1939. Non possiamo timidamente chiudere gli occhi e chiamare ‘nero’ il bianco, ‘male’ il buono, dire che probabilmente Abele aveva torto nel provocare suo fratello maggiore. Il sangue del popolo ucraino rimarrà sulle mani non solo dei governanti della Federazione Russa e dei soldati che eseguono questo ordine. Il loro sangue è sulle mani di ognuno di noi che ha sostenuto questa guerra o semplicemente ha taciuto».
