Guerra in Ucraina, congelati beni per 105 milioni al pilota russo Mazepin
Un complesso edilizio a uso residenziale a Olbia è stato rintracciato dalla Guardia di Finanza. Appartiene all'ex rider della Haas e al padre Dmitry.
Il licenziamento, la fondazione per gli atleti russi esclusi dalle federazioni e ora beni congelati per un valore di 105 milioni di euro. Anche Nikita Mazepin, pilota di Formula 1 che fino all’inizio della guerra in Ucraina sedeva su una monoposto della scuderia Haas F1 Team, ha ricevuto un colpo non indifferente al proprio patrimonio. Il russo è il figlio di Dmitry Akadievich Mazepin, azionista di maggioranza di un gruppo petrolchimico e molto amico di Vladimir Putin. Come accaduto a tanti oligarchi, anche sulla famiglia del pilota si abbatte il ferreo regolamento contro la Russia.

La Guardia di Finanza congela beni a Olbia per 105 milioni
Il provvedimento di congelamento dei beni arrivato su Dmitry e Nikita Mazepin riguarda un complesso immobiliare a uso residenziale della famiglia. Il valore è di circa 105 milioni di euro e si trova a Portisco, nel Comune di Olbia. Il pilota di Formula 1 è finita così nella black list dell’Unione Europea, dopo i controlli della Guardia di Finanza italiana. Quest’ultima ha spiegato che il complesso immobiliare era «riconducibile ai predetti soggetti per il tramite di un veicolo societario estero».
Mazepin: dal licenziamento alla fondazione per atleti russi
Nikita Mazepin è stato uno dei primi atleti russi ad aver avuto ripercussioni serie alla carriera a causa della guerra scatenata dalla Russia in Ucraina. Il pilota della Haas è stato licenziato il 5 marzo scorso. La scuderia ha deciso anche di interrompere il rapporto con il main sponsor Uralkali, l’aziende petrolchimica di cui è azionista di maggioranza proprio il padre di Nikita, Dmitry. Ma non è finita. Il pilota ha dichiarato che avrebbe meritato «maggiore sostegno». Da lì l’idea di creare una fondazione grazie alla quale poter sostenere tutti quegli atleti russi che nelle varie discipline hanno vissuto o stanno vivendo tutt’ora delle situazioni come la sua. «Lavoreremo per risarcire gli sportivi che hanno perso sponsor e premi, forniremo assistenza a livello legale ed anche psicologico», aveva detto. Ora il suo nome torna sulla cresta dell’onda per il congelamento dei beni.
