Guerra in Ucraina, cosa prevede la neutralità stile Austria o Svezia

Redazione
16/03/2022

Secondo Mosca, Kiev si sarebbe dichiarata disponibile a questa soluzione, gradita al Cremlino. Zelensky però smentisce. Che cosa significa.

Guerra in Ucraina, cosa prevede la neutralità stile Austria o Svezia

Secondo il capo negoziatore russo ai colloqui con l’Ucraina, Vladimir Medinsky, Kiev si sarebbe detta disponibile ad assumere uno status di «neutralità smilitarizzata, stile Austria o Svezia». Ottimismo era stato espresso dal ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov: «I negoziati con l’Ucraina non sono facili, ma c’è la possibilità di un compromesso. Mi baso sulle valutazioni fornite dai nostri negoziatori, i quali dicono che i negoziati non stanno andando bene per ovvi motivi, ma che c’è comunque margine». Medinsky è stato però smentito dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky: Kiev rifiuta l’idea di un modello austriaco o svedese di neutralità del Paese e vuole garanzie di sicurezza. Ma che cosa prevede il modello di neutralità a cui stanno facendo riferimento? mentre la guerra va avanti, proviamo a fare chiarezza.

Guerra in Ucraina, cosa prevede la neutralità smilitarizzata stile Austria o Svezia, di cui parla la Russia.
Sergei Lavrov, ministro degli Esteri russo (MAXIM SHEMETOV/POOL/AFP via Getty Images)

Come ricordato dallo stesso Medinsky, «l’Ucraina ha uno status neutrale anche adesso». Fu infatti a condizione della sua neutralità che fu concesso a Kiev di ritirarsi dall’Unione Sovietica nel 1991 e «questa neutralità è sancita nella Dichiarazione di sovranità del Paese». La neutralità sul modello austriaco e svedese prevede uno Stato neutrale demilitarizzato, ma al tempo stesso uno Stato che ha un proprio esercito e forze navali.

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La neutralità dell’Austria è stata sancita nel 1955

La dichiarazione di neutralità austriaca fu firmata il 26 ottobre 1955, stabilendo la perpetua neutralità di Vienna nei confronti delle dispute internazionali. Formalmente, fu promulgata volontariamente dalla Repubblica d’Austria. In realtà, fu la conditio sine qua non per la fine dell’occupazione militare sovietica, statunitense, britannica e francese, iniziata al termine della Seconda Guerra Mondiale. In occasione del memorandum firmato il 15 aprile 1955 a Mosca, che suggellava i negoziati tra Unione Sovietica e Austria, veniva infatti stabilito l’impegno da parte dell’Austria «a esercitare una neutralità permanente sul tipo di quella della Svizzera». Tutto questo era mirato al fatto che l’Austria non si unisse alla Nato, cosa che in effetti non è mai successa. E lo stesso vale anche per la Svezia, che non è membro dell’Alleanza atlantica.

La neutralità della Svezia nel corso della Seconda Guerra Mondiale

A lungo forte potenza militare, la Svezia sancì la propria neutralità nel 1834 con Carlo XIV. Nel 1941 permise alle forze tedesche di transitare attraverso il territorio svedese fino al fronte finlandese e, allo stesso tempo, ospitò tanti profughi in fuga da Germania e Paesi occupati. Dopo il 1945 la Svezia decise di mantenere il suo status neutrale, senza però la firma di alcun trattato.

Guerra in Ucraina, cosa prevede la neutralità smilitarizzata stile Austria o Svezia, di cui parla la Russia.
Un ritratto di Carlo XIV di Svezia.

Al di là del “no” di Zelensky alla neutralità, Medinsky aveva già tenuto a precisare che sarebbe stato solo un aspetto dell’eventuale accordo con l’Ucraina: «Naturalmente, la questione chiave per noi è lo status della Crimea e del Donbass, oltre a una serie di questioni umanitarie, tra cui la denazificazione, i diritti della popolazione di lingua russa e lo status della lingua russa».