I negoziati tra Russia e Ucraina sembrano fermi al palo ormai da giorni. Le trattative per il cessate il fuoco dopo l’invasione russa, per un conflitto che ormai dura da quasi due mesi, sembrano stagnare e oggi da Mosca è arrivato un duro attacco a Kyiv. Al Cremlino non piace l’atteggiamento dei negoziatori ucraini e tramite la Tass, l’agenzia di stampa russa, scarica ogni responsabilità sugli antagonisti, in un botta e risposta sempre più serrato. L’ultima notizia in tal senso riguarda l’invio di un documento all’Ucraina: una bozza di accordo, che passerebbe «la palla a Kyiv».
Dmitrij Peskov: «Palla a Kyiv, bozza consegnata e aspettiamo risposta»
A parlare in mattinata è stata prima Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri, che ha ribadito come la Russia non si fidi più dell’Ucraina, dopo giorni di trattative stantie. Poi interviene anche Dmitrij Peskov. Il portavoce di Vladimir Putin, capo della delegazione dei negoziati, ha lanciato messaggi precisi: «La palla è nel campo di Kyiv. Il Presidente ha affermato che la parte ucraina si discosta costantemente dagli accordi presi in precedenza, deviando dalle sue parole. Ciò ha conseguenze molto negative in termini di efficacia dei negoziati. Attualmente, la nostra bozza di documento è stata consegnata alla parte ucraina, stiamo aspettando una risposta».

La risposta ucraina: «Studieremo e trarremo le conclusioni»
Peskov ribadisce che la responsabilità adesso è del governo di Kyiv e non lesina dall’attaccare l’Ucraina: «Gli ucraini non mostrano una grande inclinazione ad intensificare il processo negoziale». La risposta non si è fatta attendere. Il capo dell’ufficio presidenziale della capitale, Mykhailo Podolyak, ha in effetti confermato di aver ricevuto le proposte russe. «L’Ucraina ha consegnato le proprie proposte sulle disposizioni agli avversari ai negoziati di Istanbul. In particolare, queste riguardano le garanzie di sicurezza per prevenire altri attacchi in futuro al nostro Paese. La parte russa le ha studiate e ha presentato la propria posizione. Ora tocca a noi studiare, comparare e trarre conclusioni, sia politiche che legali».
