Tra i problemi collaterali generati dal conflitto tra Russia e Ucraina c’è quello legato ai rifugiati e alla criminalità organizzata. E collegato a doppio filo con entrambe le questioni, c’è il dramma delle adozioni illegali, su cui da tempo le autorità internazionali tentano di accendere i riflettori. Tanti i bambini scomparsi durante i bombardamenti. Si parla di centinaia di piccoli ucraini di cui non si ha più traccia. A lanciare l’ultimo allarme è stato il ministero degli Affari esteri ucraino: «Esiste la minaccia che i cittadini russi adottino illegalmente orfani ucraini, senza seguire tutte le procedure stabilite dalla legge ucraina».

Kyiv attacca Mosca: «I russi deportano i bambini»
L’attacco proveniente dal governo di Kiev e diretto al Cremlino è chiaro. Secondo il dicastero i soldati russi, già sotto processo mediatico per i continui furti e gli stupri alle donne, si sarebbero macchiati di un altro reato: la deportazione di numerosi cittadini, compresi i bambini. Sono soprattutto gli orfani a essere vittime di questo circuito, ma spesso si parla anche di ragazzi che vengono mandati via dai genitori, nel tentativo di “spedirli” in altri Paesi e salvarsi dalla guerra. Per l’Ucraina la Russia starebbe completando accordi con le autorità dei territori già occupati per prelevare questi bambini e portarli nel proprio territorio.
Anche l’Italia lancia l’allarme per i minori non accompagnati
Il rischio poi che i minori ucraini in fuga dalla guerra finiscano vittime di tratta o di sfruttamento, lavorativo e sessuale è elevato. L’allarme è stato lanciato anche dall’Italia dalla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e condiviso da Carla Garlatti, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza. Che all’Agi spiega: «I minori ucraini che arrivano in Italia hanno diritto all’accoglienza, si spera temporanea, ma non sono in alcun caso ‘candidati’ potenziali all’adozione. Qui non si tratta di minori abbandonati, non lo sono nemmeno quelli che arrivano dagli orfanatrofi ucraini che spesso, se non nella maggior parte dei casi, ospitano piccoli che provengono da famiglie alle prese con problemi di natura economica o con delle disabilità, ma che a volte hanno ancora i genitori o comunque conservano una rete parentale».
Soldati alle spalle di una madre con un bambino in braccio (Getty)