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Wargame

In fuga da Mosca: boom di richiedenti asilo russi negli Stati Uniti

Ben prima della guerra in Ucraina era aumentato notevolmente il numero dei migranti russi diretti negli Usa. Oppositori di Putin, sfruttano la frontiera con il Messico passando dai valichi ufficiali, consapevoli che le richieste d’asilo verranno accettate.

15 Marzo 2022 11:0815 Marzo 2022 13:01 Giovanni Sofia
Da un anno a questa parte è aumentato vertiginosamente il numero di richiedenti asilo russi negli Stati Uniti

Il flusso è cominciato ben prima dell’invasione Ucraina. Legato soprattutto alla stretta sul dissenso avviata dopo l’arresto di Alexei Navalny. Da agosto 2021 allo scorso gennaio sarebbero circa 8.600 i migranti provenienti dalla Russia alla ricerca di una nuova vita negli Stati Uniti. «Tra loro ci sono gay, musulmani, imprenditori a cui le autorità hanno sottratto i beni. In una sola parola oppositori», spiega al Guardian Yuliya Pashkova, avvocato di San Diego che rappresenta i richiedenti asilo. Un incremento ben 35 volte superiore rispetto alle appena 249 persone dell’anno precedente. L’itinerario prevede nella maggior parte dei casi la partenza da Mosca e l’atterraggio a Cancun, dove i russi sbarcano come fossero turisti. C’è pure chi vola da Amsterdam e Parigi con destinazione Città del Messico. Il percorso non è casuale, perché per entrare nel Paese centramericano c’è bisogno esclusivamente del passaporto. Nessun visto. Il difficile, però, viene dopo, al momento dell’attraversamento della frontiera, che molto spesso si consuma dal valico di San Ysidro, a San Diego, in California. Qui si calcola che transitino in nove su dieci, viaggiando su macchine a noleggio o acquistate per l’occasione.

Da un anno a questa parte è aumentato vertiginosamente il numero di richiedenti asilo russi negli Stati Uniti
La frontiera di San Ysidro (Getty)

Dalla frontiera di San Diego ogni giorno passano 30 mila auto dirette negli Stati Uniti

In totale, dalla barriera ogni giorno passano 30 mila veicoli, distribuiti su 24 corsie separate da spartitraffico di colore giallo. Le cabine di ispezione rappresentano l’ultimo ostacolo verso un futuro che gli avventori confidano sia migliore del passato. In mezzo, tra il Messico e gli Stati Uniti, una zona cuscinetto. Qui i migranti fanno ufficialmente domanda di asilo, mentre gli ufficiali Usa sbirciano nelle auto, controllano i documenti, rimandano indietro i mezzi sospetti. Molti, invece, vengono tenuti in custodia per un giorno o due. È il caso di Maksim Derzhko, oppositore di Vladimir Putin, volato da Vladivostok a Tijuana con la figlia di 14 anni e poi salito in una macchina con altri sette connazionali. Il suo fermo è durato 24 ore, quindi, accertata la legittimità della richiesta, è stato rimesso in libertà. «Oggi sono in America, ma ho avuto paura. Non sapevo come sarebbe andata finire», ha raccontato al quotidiano britannico.

Da un anno a questa parte è aumentato vertiginosamente il numero di richiedenti asilo russi negli Stati Uniti
Arresti dopo le proteste in Russia (Getty)

Perché le richieste d’asilo dei migranti russi vengono quasi sempre accettate

In realtà, per i russi l’accettazione delle richieste è quasi automatica, superiori sarebbero, infatti, i costi, come i problemi, scatenati da eventuali rimpatri, anche alla luce delle difficili relazioni diplomatiche tra i due Paesi, collassate al momento dell’invasione. Ne deriva che l’unico motivo per cui si rischia il respingimento sono le norme per contenere il dilagare della pandemia. Lo stesso accade, ma con numeri nettamente inferiori, con le altre ex repubbliche sovietiche. In un quadro simile, si comprende bene perché i russi cerchino di superare il confine seguendo percorsi ufficiali e non attraverso deserti e montagne. A loro favore c’è pure la pronuncia di un giudice federale di San Diego, secondo la quale è illegale bloccare i richiedenti asilo. A missione compiuta, in ogni caso, l’esperienza viene condivisa sui social o nelle app di messaggistica, intrisa di consigli per quanti decidano di intraprendere identica missione. Ad agevolarli, non ci sono contrabbandieri, propriamente detti, bensì – e non sempre – «facilitatori» come li chiama Chad Platz, agente speciale per la sicurezza nazionale di San Diego. «Sono loro a organizzare le tappe fondamentali del viaggio». Ad aggirare soprattutto le conseguenze dell’accordo denunciato da Erika Pinheiro, direttrice del contenzioso e delle politiche del gruppo di difesa dei migranti Al Otro Lado, per cui autorità statunitensi e i funzionari messicani si adopererebbero per bloccare le auto prima dell’arrivo alle zone cuscinetto.

Da un anno a questa parte è aumentato vertiginosamente il numero di richiedenti asilo russi negli Stati Uniti
Il treno Allegro che collega Russia e Finlandia (Getty)

La fuga dei cittadini russi verso Finlandia, Estonia e Lettonia

Ma di flussi in uscita dalla Russia, di recente, si è tornato a parlare anche in Europa. Sono tanti infatti i cittadini che, alla luce delle severe norme varate dal Cremlino hanno preso d’assalto Allegro. Il treno ad alta velocità collega Helsinki a San Pietroburgo in tre ore e mezzo e suoi posti sono esauriti da giorni, mentre il prezzo dei biglietti aumenta costantemente. E in Finlandia, Paese che condivide con la Russia un confine di 1335 chilometri, praticamente quanto l’Italia, si arriva anche in bus o auto, attraverso soprattutto il valico di Vaalima a patto di avere un visto e certificazione vaccinale anti-Covid valida nell’area Schengen. Operazione non semplicissima considerando che Sputnik, farmaco più somministrato a Mosca, non è riconosciuto in Europa. Pullman pieni di persone e bagagli viaggiano anche verso Riga e Tallinn, ennesima conseguenza di una guerra di cui la fine sembra lontana.

 

 

 

 

 

 

 

Tag:Crisi ucraina
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