Perché la resistenza ucraina può trasformarsi in insurrezione

Stefano Grazioli
25/03/2022

Il conflitto è a un punto morto. Così come la diplomazia. Ma se i bombardamenti dovessero continuare non si esclude la guerriglia nelle città occupate dai russi. Una eventualità a cui Nato e Usa sono da tempo preparate. E che Mosca teme.

Perché la resistenza ucraina può trasformarsi in insurrezione

Dopo un mese di combattimenti non si vede la fine della guerra. Le posizioni sul terreno sono in stallo, con la Russia che cerca soprattutto di completare il corridoio sud, quello che dal Donbass arriva sino alla Crimea e dopo la conquista di Kerson, Melitopol e Berdyansk punta alla presa definitiva di Mariupol. Costi quel che costi. Lo spazio per la diplomazia è al momento stretto: da una parte Kyiv ha accusato Mosca di non voler trattare in maniera seria, Volodymyr Zelenksy ha detto di non voler accettare ultimatum; dall’altra Vladimir Putin continua con la sua strategia bellica che mette in conto sempre più vittime civili. Al momento l’Ucraina, nonostante il sostegno di tutto l’Occidente, che si è manifestato con gli aiuti militari e le dure sanzioni contro la Russia, non pare però in grado di poter negoziare la resa. Nemmeno il Cremlino però ha raggiunto gli obiettivi prefissati.

lo scenario insurrezione nella guerra Ucraina
Un soldato in un checkpoint a Kharkiv (Getty Images).

La nuova fase della guerra potrebbe essere l’insurrezione delle città

Il prolungamento del conflitto rischia ovviamente di peggiorare la situazione umanitaria, indebolendo la posizione di Kyiv. Anche Mosca però ne soffrirebbe, con conseguenze sugli equilibri interni. Il compromesso deve inoltre passare da Washington, visto che in gioco non c’è solo il futuro dell’Ucraina, ma quello dell’architettura di sicurezza europea, di cui sono garanti gli Stati Uniti e la Nato. La soluzione del rebus richiede tempo. Che non fosse una guerra lampo si era già capito. Il trascinamento del conflitto potrebbe però aprire una nuova fase, anche nelle città sotto controllo russo, quella per cui Usa e Alleanza Atlantica si sono preparati già da tempo: l’insurrezione. La resistenza ucraina passa attraverso le forze armate di Kyiv, le milizie straniere, le brigate territoriali e tutta una rete militare e civile che è stata approntata in previsione dell’invasione russa e nella possibilità di una guerra trasformata in guerriglia. La strategia e la dottrina militare russe, per certi aspetti novecentesche, unite appunto alla capacità di opposizione ucraina, stanno facendo virare in conflitto in direzione di quelli già visti sia sotto Boris Yeltsin negli Anni 90 (prima guerra cecena 1994-96) che sotto Putin (seconda guerra cecena 1999-2009), dove a Grozny e dintorni si è fatto tabula rasa tra combattimenti casa per casa e bombardamenti aerei a tappeto. Nel caso ucraino è ancora tutto da vedere quale piega prenderà il conflitto, ma intanto la resistenza è pronta.

Dal 2015 gli Usa hanno cominciato a organizzare in Ucraina programmi di addestramento

Dal 2015 in avanti, dopo l’annessione della Crimea e l’avvio della guerra nel Donbass, gli Stati Uniti hanno iniziato attraverso la Cia ad avere contatti diretti con la leadership politica e militare ucraina, organizzando programmi di addestramento soprattutto per i gruppi paramilitari che avevano affiancato le truppe regolari, nell’ovest del Paese, secondo le moderne tecniche della guerriglia o irregular warfare, con l’uso di armi leggere e letali. Fino a un paio di mesi fa gli addestratori dell’intelligence statunitense si trovavano in Ucraina e sono stati richiamati a casa con l’escalation culminata con l’invasione russa.

la guerra in ucraina può evolversi in insurrezione armata
Volontari a Odessa (Getty Images).

Il problema russo è controllare i centri conquistati evitando guerriglie 

Il modello della resistenza e dell’insurrezione armata contro l’invasore è ben conosciuto a Mosca, dagli interventi in Cecenia, passando per quello in Georgia nel 2015 e anche quello in Siria dal 2015; ma è altrettanto noto agli Stati Uniti e alla Nato, dai 20 anni passati in Afganistan al conflitto in Iraq: costa molto per tutti e in tutti i sensi, in denaro e in vite umane. Per il momento il conflitto ucraino è in fase di stallo apparente e nelle città già sotto controllo russo, quelle della striscia meridionale, non c’è stato accenno a rivolte armate. Le proteste sinora sono state anzi pacifiche, sedate dalle forze russe che hanno preso di mira i sindaci e gli amministratori locali tentando di costringere loro o i loro sostituti alla collaborazione. Nel caso che le truppe del Cremlino avessero la meglio e conquistassero altri centri, da quelli del nordest come Sumy e Khakiv, a quelli del sud come Dnipro e Zaporizhzhia, il problema sarebbe quello di controllarli con una guerriglia insurrezionale destinata a far durare la guerra ancora più a lungo.