Guerra in Ucraina, dallo scoppio il costo della vita russo è aumentato del 14 per cento

Redazione
24/03/2022

Zucchero, cipolle e pannolini. A un mese esatto dallo scoppio della guerra ucraina, in Russia il costo dei prodotti base è cresciuto mediamente del 14 per cento, mentre del 40 sono aumentate le spese per il funzionamento della macchina presidenziale.

Guerra in Ucraina, dallo scoppio il costo della vita russo è aumentato del 14 per cento

Un mese di guerra in Ucraina è bastato a far schizzare alle stelle il costo della vita. La Russia fa i conti con gli effetti delle sanzioni e scopre le ripercussioni economiche del conflitto. Nel Paese il prezzo di alcuni prodotti base è cresciuto mediamente del 14 per cento. In certe regioni addirittura del 37,1 quello dello zucchero, comunemente usato per conservare il cibo o produrre liquori e che oggi secondo l’agenzia governativa ha il più grande margine di guadagno. Notevole anche l’impennata delle cipolle, il cui costo è cresciuto mediamente del 13,7 per cento con picchi del 40,4. Attestato al 4,4 il rialzo dei pannolini. Va un po’ meglio, neppure troppo, a tè nero (4 per cento) e carta igienica (3 per cento).

Dallo zucchero alle cipolle, in appena un mese dallo scoppio della guerra in Ucraina il costo della vita è aumentato del 14 per cento
Un grande supermercato tedesco a Mosca (Getty)

Secondo il governo nei supermercati russi ci sarebbero abbastanza prodotti per tutti

I video diffusi sui social testimoniano di corse all’approvvigionamento, prima che gli scaffali si svuotino del tutto. A poco sembrano servire i moniti della vice primo ministro Viktoria Abramchenko per la quale il Paese sarebbe «pienamente autosufficiente quando si tratta di zucchero e grano saraceno». E non servirebbe farsi prendere dal panico perché «ci sarebbero abbastanza prodotti per tutti». Intanto però il grande esodo delle multinazionali occidentali non si arresta, piuttosto si arricchisce ogni giorno di nuove adesioni. L’ultima in ordine cronologico è stata Nestlé che ha ritirato dal mercato marchi del calibro di KitKat e Nesquik.

Dallo zucchero alle cipolle, in appena un mese dallo scoppio della guerra in Ucraina il costo della vita è aumentato del 14 per cento
Una banconota da 2 mila rubli (Getty)

Le conseguenze sul valore del rublo della guerra in Ucraina

Dall’altra parte, il rublo ha perso buona parte del suo valore, calato del 22 per cento dall’inizio dell’anno. Non finisce qui, perché mercoledì il ministro dell’Economia di Mosca ha dichiarato che l’inflazione è aumentata del 14,5 per cento dal 18 marzo: è il livello più alto dalla fine del 2015. Alla base naturalmente, i provvedimenti dei Paesi occidentali, dagli Stati Uniti all’Unione europea, che hanno tagliato fuori da diversi mercati finanziari alcune delle principali banche russe. Nell’ambito delle sanzioni, azzerati anche i rapporti con i fondi di investimento statali e il ministero delle Finanze del Cremlino. Discorso identico per la banca centrale russa, costretta ad aumentare il tasso di interesse del 20 per cento per impedire alla valuta nazionale di sprofondare ulteriormente.

Il pagamento del gas Russo in rubli e la riapertura della borsa di Mosca

In questo contesto si inserisce anche la comunicazione del presidente Vladimir Putin. Il leader del Cremlino pretenderà il pagamento in rubli del gas da parte degli Stati ostili, nonostante molti contratti siano stati sottoscritti in dollari o euro. Non esattamente un dettaglio, considerando che la quota di oro azzurro importata complessivamente dai Paesi Ue ammonta al 40 per cento. La mossa si è rivelata vincente e il rublo ha recuperato rispetto al dollaro quanto non aveva fatto nelle tre settimane precedenti, mentre oggi ha riaperto la borsa di Mosca, chiusa lo scorso 25 febbraio. Ma da qui a tirare un sospiro di sollievo per il Cremlino la strada è parecchio lunga: le spese del bilancio federale alla voce funzionamento della macchina presidenziale tra gennaio e febbraio sono aumentare del 40 per cento. Ammontano ora a 9,3 miliardi di rubli, contro il 6,6 dello stesso periodo dell’anno scorso. Così all’inizio di marzo era stato utilizzato già il 34 per cento del budget totale, quantificato il 27,3 miliardi di rubli. Ancora, nei due mesi di preparazione all’invasione dell’Ucraina era stato intaccato del 18,5 per cento quello riservato all’esercito e del 13,7 per cento la spesa totale destinata al ministro dell’Interno. Nessun altro ramo delle istituzioni ha accusato incrementi simili. La spesa legislativa ad esempio è cresciuta solo del 2 per cento, portando il contatore a 2,12 miliardi di rubli.

Dallo zucchero alle cipolle, in appena un mese dallo scoppio della guerra in Ucraina il costo della vita è aumentato del 14 per cento
Elvira Nabiullina (Getty)

La colpa è da rintracciare probabilmente anche nel giro di vite che solo a febbraio ha condotto Putin a sostituire circa mille figure, dai cuochi alle lavandaie passando per le guardie del corpo, che gli ruotavano attorno. Altro sintomo di una situazione interna piuttosto precaria. Resterà in sella invece Elvira Nabiullina, le cui dimissioni sarebbero state respinte dallo stesso Putin. La governatrice della banca centrale, secondo quanto riportato da Bloomberg, era intenzionata a farsi da parte in seguito alle forti ripercussioni della guerra sull’economia che in un solo mese avrebbe annullato 15 anni di crescita e nove di lavoro della governatrice. Il presidente, invece, l’ha riconfermata per un altro quinquennio, affidandole il difficile compito di rimettere insieme i pezzi.