Ucraina, incontro Cina Usa a Roma: cosa sappiamo del rapporto tra Pechino e Mosca

Redazione
14/03/2022

Quanto sapeva Pechino dei piani di Putin? Mosca ha davvero chiesto aiuti militari all'alleato che glieli avrebbe rifiutati? Il rapporto tra le due potenze sullo sfondo dell'incontro a Roma tra Jack Sullivan e Yang Jiechi.

Ucraina, incontro Cina Usa a Roma: cosa sappiamo del rapporto tra Pechino e Mosca

Secondo alcuni media Usa e Uk, dal Washington Post al Financial Times, la Russia avrebbe chiesto alla Cina aiuti militari – soprattutto droni – ed economici per fronteggiare le sanzioni occidentali scattate con l’invasione dell’Ucraina. Ricostruzioni prontamente smentite da Pechino e liquidate dal portavoce del ministero degli Esteri Zhao Lijian come semplice «disinformazione americana». La Cina «è profondamente preoccupata e addolorata per la situazione in Ucraina», ha commentato il portavoce dell’ambasciata cinese a Washington, Liu Pengyu, in merito alla presunta richiesta della Russia a Pechino di forniture militari. «Speriamo con sincerità che la situazione si allenti e la pace torni presto». La priorità della Cina, ha aggiunto, è di «impedire che la situazione di tensione in Ucraina possa sfuggire dal controllo». Il portavoce ha invece ricordato come Pechino stia aiutando l’ex repubblica sovietica. In realtà più un sostegno simbolico che altro: 724 mila euro contro, per fare un confronto, i 13,6 miliardi di dollari (12,4 miliardi di euro) stanziati in aiuti da Washington. Di aiuti a Mosca negati dalla Cina avevano però parlato giovedì le agenzie di stampa russe secondo cui il Dragone si era rifiutato di consegnare componentistica per l’aviazione.

Il vertice a Roma tra Jake Sullivan e Yanh Jiechi

Una fuga di notizie giunta alla vigilia dell’incontro di oggi a Roma tra il consigliere alla Sicurezza nazionale americano Jake Sullivan e il capo della diplomazia del Partito comunista cinese Yang Jiechi. Un faccia a faccia «storico», come lo ha definito Luigi Di Maio. Sul tavolo, stando quanto riferito da Sullivan alla vigilia del meeting, anche il nodo sanzioni. «Ogni mossa da parte di Pechino o di altri Paesi per offrire un’ancora di salvezza alla Russia o aiutarla a evadere le sanzioni occidentali avrà conseguenze», aveva messo in guardia giovedì il consigliere alla Sicurezza. «Faremo in modo che né la Cina, né nessun altro, possano risarcire Mosca per queste perdite». L’obiettivo, stando alla Casa Bianca, è quello di «mantenere aperta una linea di comunicazione tra gli Usa e la Cina» in questa fase di crisi per l’invasione dell’Ucraina. «Le due parti discuteranno degli sforzi in corso per gestire la concorrenza tra i due Paesi e discutere dlel’impatto sulla sicurezza regionale e globale della guerra russa contro l’Ucraina».

cosa sappiamo dei rapporti tra Cina e Russia alla luce dell'incontro di Roma
La delegazione cinese in arrivo all’Hotel Cavalieri a Roma (Getty Images).

Secondo gli Usa Pechino sapeva dei piani di Mosca, ma non della reale portata dell’attacco

La Casa Bianca del resto è convinta che la Cina fosse a conoscenza dei piani di Putin senza però probabilmente comprenderne la reale portata. È possibile, infatti, che Putin abbia mentito anche all’alleato così come ha fatto con l’Europa e altri. Osservazioni in sintonia con quanto rivelato dalla cerchia di Biden. Secondo indiscrezioni Usa, infatti, negli ultimi mesi Washington avrebbe ripreso il dialogo con Pechino per dissuadere Putin dall’attaccare l’Ucraina. Sforzi che, però, si sarebbero rivelati vani visto lo scetticismo del Dragone a riguardo.

La posizione della Cina, tra accuse agli Usa e invito alla moderazione

Giovedì parlando al Senato, Burns ha invece spiegato come Xi Jinping sarebbe stato destabilizzato dal conflitto in Ucraina. Da quando è salito al potere, nel 2013, il presidente cinese ha incontrato Putin ben 38 volte. L’ultima in occasione delle Olimpiadi di Pechino a inizio febbraio quando i due strinsero un partenariato «senza limiti». La guerra in Ucraina, rinfocolando le ostilità tra Est e Ovest, ha ulteriormente avvicinato i due rivali di Washington con il rischio però che il Dragone si mangi la Russia. Sicuramente la Cina non intende rompere con i partner commerciali occidentali, Europa in particolare, e per questo si mantiene su posizioni prudenti. Gli Usa, secondo Pechino, restano conque i responsabili del conflitto. «Sono state le azioni della Nato guidata da Washington che hanno gradualmente spinto» Mosca e Kiev fino al punto di rottura, ha dichiarato il 9 marzo Zhao Lijian. «Ignorando le proprie responsabilità gli Usa accusano invece Pechino della propria presa di posizione sulla vicenda e cercano margini di manovra nel tentativo di sopprimere la Cina e la Russia, per mantenere la propria egemonia». In ogni occasione ufficiale, come il Consiglio di sicurezza dell’Onu, la Cina invita però alla massima moderazione e al rispetto dei principi di sovranità e integrità territoriale, gli stessi che usa da paravento ogni volta che le sue politiche sui diritti umani, in particolare contro tibetani e uiguri, finiscono nel mirino. Se la Cina dovesse rinunciare a questa facciata di neutralità per appoggiare apertamente Putin, la crisi si amplierebbe diventando lo scontro tra un fronte democratico e una galassia di regimi autoritari – Cina, Bielorussia, Siria – uniti solo dall’amicizia con lo zar.