Guerra in Ucraina, la Chiesa ortodossa e i medici russi chiedono a Putin la pace
Due lettere aperte separate con un unico obiettivo, quello di chiedere al leader del Cremlino la fine delle ostilità. A firmarla sono stati da una parte 236 tra sarcedoti e diaconi e dall'altra oltre 15mila medici.
Mentre la guerra tra Russia e Ucraina imperversa, tanti cittadini russi prendono le distanze dal conflitto e dalle scelte di Vladimir Putin. Soltanto nella giornata di oggi, sono state indirizzate a Vladimir Putin e al Cremlino due lettere aperte di grande importanza. La prima è stata firmata da oltre 15mila medici russi, che invocano lo stop alle ostilità. La seconda, invece, rappresenta la presa di posizione forte contro il conflitto da parte della Chiesa ortodossa russa e del Patriarcato di Mosca, guidato da Kirill.
I preti ortodossi contro il conflitto: «Guerra fratricida»
Un gruppo di 236 sacerdoti e diaconi della Chiesa ortodossa russa si è schierata apertamente contro il conflitto e la scelta del Cremlino di invadere l’Ucraina. «Piantiamo il calvario a cui nostri fratelli e sorelle in Ucraina sono stati immeritatamente sottoposti», scrivono in una lettera aperta rilanciata anche da Vatican News. Definiscono la guerra contro gli ucraini «fratricida» e invocano la pace. Una presa di posizione storica perché il Patriarcato di Mosca è da sempre molto legato al Cremlino. E infatti sembra che tra le firme non ci sarebbero quelle delle figure più alte in gerarchia. Si attende proprio la presa di posizione del Patriarca Kirill, a cui è stato chiesto di parlare con Putin personalmente.

15mila medici russi chiedono la fine delle ostilità
Medici e operatori sanitari dislocati su tutto il territorio russo hanno firmato, invece, un’altra lettera aperta indirizzata a Vladimir Putin. Il documento è stato pubblicato e rilanciato dal British Medical Journal e vede le firme di oltre 15mila persone, in costante aumento in queste ore. La richiesta al leader del Cremlino è di cessare le ostilità contro il Paese ucraino. Hanno dichiarato di «opporsi fermamente alle azioni militari condotte dalle forze armate russe sul territorio dell’Ucraina». Nella lettera scrivono: «La nostra missione è salvare vite umane. In questo momento difficile per entrambi i Paesi, chiediamo l’immediata cessazione delle ostilità. La vita umana non ha prezzo».
