Guerra in Ucraina, industria dell’auto in affanno per lo stop ai cablaggi

Redazione
16/03/2022

Il Paese invaso dalla Russia ha importanti produzioni di componenti automotive, primo tra tutti il cablaggio elettrico: Volkswagen e Bmw hanno chiuso gli impianti in tutta Europa.

Guerra in Ucraina, industria dell’auto in affanno per lo stop ai cablaggi

All’interno di ogni auto ci sono chilometri di cavi elettrici, fondamentali per il funzionamento del mezzo, perché trasmettono ogni tipo di informazione, dallo sterzo al bagagliaio. Come rivela un’inchiesta del Financial Times, la guerra in Ucraina ha assestato un duro colpo all’industria automotive europea: il Paese invaso dalla Russia è infatti il principale produttore dei sistemi di cablaggio, che tengono insieme tutti questi fili. Molto banalmente, non si può iniziare ad assemblare un’auto senza i cablaggi: per questo, sia Bmw che Volkswagen sono state costrette negli ultimi tempi a chiudere gli impianti in tutta Europa.

Guerra in Ucraina, industria dell'auto in affanno per lo stop ai cablaggi. Volkswagen e Bmw hanno chiuso gli impianti in tutta Europa.
Manca il cablaggio ucraino: automotive in affanno (CHRISTOF STACHE/AFP via Getty Images)

Crisi dei cablaggi, le case automobilistiche studiano le alternative

I cablaggi sono fatti su misura. Ogni modello ha il suo sistema specifico, preciso al millimetro. Visto ciò che sta accadendo in Ucraina, l’industria dell’auto sta valutando le alternative, che in ogni caso sono difficilmente percorribile. Lo spostamento delle attrezzature oltre il confine ucraino sarebbe, come si può intuire, particolarmente complicata in questo momento. La realizzazione di nuove attrezzature necessarie per costruire i cablaggi avrebbe invece costi enormi e necessiterebbe di almeno tre mesi di tempo.

Guerra in Ucraina, industria dell'auto in affanno per lo stop ai cablaggi. Volkswagen e Bmw hanno chiuso gli impianti in tutta Europa.
Bmw e Volkswagen hanno fermato la produzione (CHRISTOF STACHE/AFP via Getty Images)

Crisi dei cablaggi, tra problemi logistici e mancanza di manodopera

Seppur in un contesto di guerra, alcuni fornitori in Ucraina hanno riavviato le produzioni di cablaggi, ma a un tasso ridotto di capacità. E comunque, sottolinea il Financial Times, rimangono diversi problemi: spedire i prodotto finiti oltre confine, verso la Polonia e poi gli stabilimenti automobilistici d’Europa, non è semplice. I valichi di frontiera sono infatti affollatissimi dai rifugiati e praticamente chiusi al trasporto commerciale tradizionale. Mancano poi i trasportatori, colpiti dalle leggi di coscrizione che impediscono sì di lasciare il Paese, ma obbligano al reclutamento: alcuni stabilimenti si stanno affidando agli ex camionisti pensionati. E poi c’è un altro problema, che non è logistico. In Ucraina la maggior parte dei dipendenti delle fabbriche di cablaggi sono donne, che invece stanno lasciando in massa il Paese.