L’allarme è stato lanciato nella notte ma ricalca quanto già detto, in gran parte del mondo, nelle passate settimane. C’è un’emergenza nell’emergenza, in Ucraina: i bambini scompaiono ogni giorno e vengono deportati in Russia. E se del fenomeno delle adozioni illegali si è già parlato nei giorni scorsi, stanotte una Ong della Crimea ha denunciato nuovamente i russi. All’appello mancano 150 bambini, che secondo il gruppo per i diritti umanitari sono stati portati via con la forza e trasferiti nel Donetsk.

Olha Skrypnyk: «150 bambini trasferiti con la forza»
A denunciare la Russia è il capo del gruppo per i diritti umani della Crimea che ha lanciato l’allarme, Olha Skrypnyk. «L’esercito russo ha portato via con la forza circa 150 bambini da Mariupol», ha dichiarato, prima di spiegare che «li ha trasferiti nella direzione di Donetsk occupata e del Taganrog russo». Un’emergenza vera e propria, su cui torna anche Petro Andriushchenko, consigliere del sindaco di Mariupol. Il funzionario ha spiegato che non si tratta di orfani, ma di bambini strappati via ai genitori e deportati nei territori occupati dai russi. E poi, un altro allarme su chi è riuscito a rimanere a Mariupol: «Stanno morendo di fame».
Zelensky e l’emergenza bambini: «Deportati 5mila bambini»
Fari puntati sui bambini ucraini e su un problema grave, quello della scomparsa di centinaia di loro. Per il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, intervenuto alla Cnn, si tratta non di poche centinaia ma di migliaia: «Circa 5mila bambini sono stati deportati da questa regione nella parte della Russia perché non gli hanno permesso di andare nella parte dell’Ucraina». La questione non è di semplice risoluzione e il problema rischia di ampliarsi anche a seguito dei bombardamenti di oggi. I missili su Leopoli, ad esempio, hanno colpito la stazione ferroviaria, causando 6 morti civili e 8 feriti. Tra loro, anche un bambino.

L’appello del sindaco di Zaporizhzhia: «Hanno rapito mio figlio»
Un’altra testimonianza delle deportazioni di bambini arriva da Zaporizhzhia. Il sindaco della cittadina in cui è sita la più grande centrale nucleare d’Europa, conquistata dai russi a inizio conflitto, ha lanciato un appello. Il figlio 16enne di Oleh Buriak sarebbe stato rapito dai russi al checkpoint di Vasylivka: «Mio figlio è stato rapito. Faccio appello alla comunità europea, all’umanità intera: aiutatemi. Fatelo sapere al mondo intero».