Guerra in Ucraina, Airbnb si prepara ad ospitare 100mila rifugiati
Alloggi gratis negli Stati che parteciperanno al progetto, a breve e a lungo termine, per le migliaia di persone che fuggono dal conflitto. L'organizzazione non profit rilancia un progetto già attivato in favore del popolo afgano e di altre aree del pianeta.
Airbnb si schiera in favore dell’Ucraina e lo fa con un’offerta di alloggi a breve termine rivolta ai rifugiati. Il celebre portale, con cui è possibile entrare in contatto con chi gestisce stanze e appartamenti in ogni parte del mondo, ha deciso di rispondere all’emergenza profughi generata dalla guerra contro la Russia. Così si è rivolta ai circa 100mila ucraini attualmente in fuga dal Paese, inviando lettere ai leader di tutta Europa e chiedendo supporto agli Stati confinanti. Hanno risposto presente la Polonia, la Germania, l’Ungheria e la Romania.
Airbnb pagherà gli alloggi
Gli alloggi in questione saranno interamente finanziati da Airbnb, Inc. e dai donatori del Fondo per i Rifugiati di Airbnb.org, ma non è escluso che siano gli stessi gestori dei luoghi in cui verranno accolti gli ucraini a dar loro supporto gratuitamente. L’organizzazione si è impegnata per facilitare l’arrivo e l’accoglienza dei 100mila rifugiati e metterà presto a disposizione anche eventuali alloggi a lungo termine.

Dai rifugiati afgani agli ucraini
Ma non è la prima volta che i vertici del portale mettono a disposizione i loro mezzi per aiutare chi fugge dalla guerra. Soltanto poche settimane fa, Airbnb aveva annunciato che sarebbero stati offerti 21.300 alloggi a rifugiati afgani. Un primo step, quello dell’organizzazione, che vuole poi offrire ulteriore supporto, temporaneamente o a lungo termine, anche a profughi provenienti da Africa, Medio Oriente, Sud e Centro America. Un progetto che è stato così ampliato anche a favore dell’Ucraina, il cui popolo vive una profonda emergenza. Circa 54mila i rifugiati che negli ultimi 5 anni sono stati messi in contatto da Airbnb con i partner che offrono alloggi temporanei.
Come funzionerà
Sul portale Airbnb.org sono disponibili tutti i dettagli sulle modalità con cui è possibile partecipare. L’organizzazione poi lavorerà con le associazioni non profit presenti nelle varie città, che faranno da mediatrici per il coordinamento dei soggiorni, tra accoglienza e permanenza. Al lavoro in sinergia con le associazioni, inoltre, si affianca quello svolto insieme ai donatori. Oltre 4mila sostengono questo progetto, attraverso il Fondo per i Rifugiati creato proprio da Airbnb. Nei mesi scorsi hanno risposto positivamente, partecipando all’attività di accoglienza, associazioni italiane e francesi, ma anche britanniche, statunitensi e perfino la Croce Rossa Messicana.
