Guerra in Ucraina, l’agenzia Ria Novosti pubblica e poi cancella un articolo sulla vittoria della Russia
«Putin si è assunto una responsabilità storica decidendo di non lasciare alle generazioni future la soluzione della questione ucraina», si può leggere nell'articolo ancora presente sul web: «È l'inizio di una nuova era».
Putin ha vinto la guerra contro l’Ucraina. Anzi, no. Per come dicevano i latini? Scripta manent, anche sul web. Come ha reso noto il giornalista della Bbc Alistair Coleman, nella giornata di sabato l’agenzia di stampa russa Ria Novosti aveva pubblicato un commento in cui celebrava la vittoria di Mosca, definendo l’operazione delle forze russe «l’inizio di una nuova era». Il pezzo, firmato da Petr Akopov e pubblicato evidentemente per errore, è stato prontamente cancellato. Ma è stato “ritrovato” nella cache del sito web dell’agenzia.
Russia’s RIA-Novosti news agency accidentally published its victory piece on Saturday, and swiftly deleted it. But the web archive remembers, and oh boy (Google translate is your friend).
“Now this problem is gone – Ukraine has returned to Russia.”https://t.co/IQ2BejGdIE
— Alistair Coleman (@alistaircoleman) February 28, 2022
Ria Novosti, il contenuto dell’articolo cancellato
«Un nuovo mondo sta nascendo davanti ai nostri occhi. L’operazione militare russa in Ucraina ha inaugurato una nuova era», si legge nel lancio dell’agenzia Ria Novosti. «La Russia sta ripristinando la sua unità: la tragedia del 1991, questa terribile catastrofe nella nostra storia, la sua dislocazione innaturale, è stata superata a caro prezzo, attraverso i tragici eventi di una guerra civile virtuale, perché ora i fratelli, separati dall’appartenenza all’esercito russo e ucraino, si stanno ancora sparando, ma non ci sarà più l’Ucraina come anti-Russia».

«La Russia sta ripristinando la sua pienezza storica, riunendo il mondo russo, il popolo russo, nella sua interezza di Grandi Russi, ai Russi Bianchi e Piccoli Russi», continua l’articolo cancellato, facendo riferimento ai tre “sottogruppi etnici” russi. «Se avessimo lasciato stare, se avessimo permesso che la divisione temporanea avesse preso piede per secoli, allora non solo avremmo tradito la memoria dei nostri antenati, ma saremmo stati anche maledetti dai nostri discendenti per aver permesso la disintegrazione della terra russa».

Il pezzo si conclude con un elogio a Vladimir Putin: «Si è assunto, senza una goccia di esagerazione, una responsabilità storica decidendo di non lasciare alle generazioni future la soluzione della questione ucraina». Dopotutto, spiega Akopov, la Russia non poteva fare altrimenti. Per due motivi: la sicurezza nazionale, visto che l’ucraina stava diventando un avamposto per l’Occidente, e soprattutto la storia stessa dell’Ucraina, in quanto è proprio nella Rus’ di Kiev, fondata dai vichinghi variaghi nel IX secolo, che affonda le sue radici la grandezza della Russia.