Uno dei protagonisti del momento, tra gli oligarchi russi che tengono d’occhio le vicende legate alla guerra tra Ucraina e Russia, è Roman Abramovich. Il patron del Chelsea ha lasciato nei giorni scorsi la proprietà del club in mano alla fondazione che gestisce la società, di fatto lasciando la sua carica di presidente e proprietario per non penalizzare la squadra. Le sanzioni che Usa e Ue stanno mettendo sul piatto contro la Russia, infatti, andranno a colpire anche quegli oligarchi che, con i loro immensi patrimoni, hanno grandi interessi in Europa, con aziende e società. Ma la notizia è che Abramovich, dopo aver lasciato la gestione dei blues, diventa una pedina cruciale del conflitto, scelto dall’Ucraina come mediatore dei colloqui di pace tra i due paesi.
Abramovich mediatore scelto dall’Ucraina: ecco perché
A Gomel, in Bielorussia, delegazioni di Russia e Ucraina si sono incontrate per dare ufficialmente inizio a quei colloqui con cui si potrebbe porre fine al conflitto armato. Il The Jerusalem Post, quotidiano israeliano, ha rivelato che su richiesta del Paese ucraino è stato interpellato proprio Roman Abramovich, oligarca molto amico di Vladimir Putin, per fare da mediatore. Una scelta frutto dei contatti stretti tra l’ex patron del Chelsea e le comunità ebraiche di Ucraina e Russia, ma che non è stata ufficialmente commentata dai vertici ucraini. L’ambasciatore del Paese in Israele ha commentato che vale la pena interpellare «chiunque possa aiutare».

Chelsea ceduto alla fondazione: si valuta l’ok
Intanto in Gran Bretagna si valuta l’effettiva fattibilità della cessione di Abramovich alla fondazione benefica del Chelsea. Secondo quanto riportato da Bbc e Sky Sports UK, non è un passaggio così semplice, soprattutto perché il presidente cederebbe la gestione pur restando in una posizione di alto profilo. Un team di avvocati della fondazione sta studiando l’effettiva fattibilità della manovra. Il problema sarebbe legato proprio alla permanenza dello stesso Abramovich in posizioni alto profilo, così che non sarebbe effettivamente al riparo da eventuali sanzioni o critiche. Forse è anche per risolvere questa vicenda e proteggere il proprio patrimonio che l’oligarca è sceso in campo personalmente per fare da mediatore.
Il Chelsea in prima linea contro il conflitto in Ucraina
La società e l’ufficio di comunicazione dei blues stanno ormai da giorni promuovendo la pace e la solidarietà verso l’Ucraina attraverso azioni mediatiche sui propri profili social. Tanti i post e i comunicati con cui il Chelsea vuole accendere i riflettori sulla questione, prontamente ripresi dai propri sostenitori che li hanno ribaltati sui rispettivi profili, oltre ad aver organizzato manifestazioni con sciarpe e striscioni.
