In Ucraina «paghiamo il prezzo della nostra scelta ogni giorno. La tirannia per noi è inaccettabile. Quello che Mosca sta facendo è veramente barbaro: il Cremlino è l’Hitler dei giorni nostri». Lo ha detto il 17 marzo il ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov, in collegamento con le commissioni Esteri e Difesa del Parlamento europeo a Bruxelles. La Russia in Ucraina «distrugge città e piccoli villaggi, saccheggiandoli. Abbiamo la conferma che finora sono morti 103 bambini per l’occupazione. Sono statistiche che crescono» a mano a mano che il tempo passa, ha aggiunto Reznikov chiedendo che «venga riconosciuto che Vladimir Putin è un criminale di guerra». Le stesse parole per definire il presidente russo erano state usate mercoledì dal presidente Usa Joe Biden. Ma cosa significa esattamente ‘criminale di guerra‘? E cosa implica concretamente questa accusa?
Chi può essere definito criminale di guerra
Criminale di guerra è chiunque violi una serie di regole adottate dai leader mondiali che normano il comportamento dei Paesi in tempo di guerra. Queste regole, modificate e ampliate nel corso del XX secolo, sono state stabilite dalla Convenzione di Ginevra stipulata dopo la Seconda guerra mondiale e dai protocolli aggiunti successivamente. Le regole mirano a proteggere i civili, compresi medici e infermieri, ma anche soldati feriti e prigionieri. I trattati stabiliscono chi può essere attaccato, quali armi sono consentite e quali proibite. Tra queste ultime rientrano gli agenti chimici e biologici. Le “gravi violazioni” delle convenzioni che equivalgono a crimini di guerra includono l’uccisione intenzionale e l’ampia distruzione e appropriazione di proprietà non giustificata da necessità militari. Ma anche l’uccisione di civili, l’uso sproporzionato della forza, l’uso di persone come scudi umani e la presa di ostaggi. La Corte penale internazionale (CPI) persegue anche i crimini contro l’umanità commessi nel contesto di “un attacco diffuso o sistematico diretto contro qualsiasi popolazione civile”. Questi includono l’omicidio, lo sterminio, il trasferimento forzato, la tortura, lo stupro e la schiavitù sessuale.

Putin potrebbe essere considerato criminale di guerra?
Putin potrebbe può essere considerato un criminale di guerra attraverso la dottrina sulla responsabilità del comando. Se i comandanti ordinano, sanno o possono essere a conoscenza di crimini e non hanno fatto nulla per evitarli allora possono essere ritenuti legalmente responsabili.
Quali sono le strade percorribili dalla giustizia?
Esistono quattro percorsi per determinare i crimini di guerra. Il primo è attraverso la Corte penale internazionale. Il secondo attraverso una commissione di inchiesta delle Nazioni Unite e un tribunale ibrido. Il terzo attraverso l’istituzione da parte della Nato, dell’Ue, degli Usa o di altri Stati, di un tribunale speciale per processare Putin seguendo l’esempio di Norimberga. Alcuni Paesi hanno proprie leggi per perseguire questo tipo di crimini. Per esempio la Germania sta già indagando su Putin. Gli Usa non hanno una legge specifica, ma il dipartimento di Giustizia ha una sezione che si occupa di genocidi internazionali, torture, reclutamento di bambini soldato e mutilazioni genitali femminili.
Dove potrebbe essere processato Putin?
In caso fosse indagato per crimini di guerra, dove potrebbe essere processato Putin? La Russia e gli Usa non riconoscono la giurisdizione della Corte penale internazionale dell’Aia. Putin potrebbe allora essere processato in un Paese scelto dall’Onu o da un gruppo di Paesi interessati. Ma portarlo alla sbarra sarebbe difficile.

Quali leader sono stati perseguiti in passato?
Altri leader in passato sono stati perseguiti per massacri perpetrati in Paesi come Bosnia, Cambogia e Ruanda. L’ex leader jugoslavo Slobodan Milošević è stato processato da un tribunale delle Nazioni Unite all’Aia ma è morto nel 2006 nella sua cella prima che la corte potesse raggiungere un verdetto. Il suo alleato serbo-bosniaco Radovan Karadžić e il capo militare serbo-bosniaco, Ratko Mladić sono stati perseguiti con successo e stanno scontando l’ergastolo. Il primo è stato condannato in appello nel marzo 2019 per genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità e finirà di scontare la propria pena in Gran Bretagna; l’ex generale serbo nel 2021 è stato condannato in appello all’ergastolo da un tribunale delle Nazioni Unite, con le accuse di genocidio, crimini contro l’umanità e crimini di guerra per il suo ruolo in particolare nel massacro di Srebrenica e nell’assedio di Sarajevo. Nel 2012, l’ex presidente liberiano Charles Taylor è stato condannato a 50 anni per crimini di guerra e crimini contro l’umanità dalla Corte Speciale per la Sierra Leone, un tribunale internazionale sostenuto dalle Nazioni Unite. Taylor era accusato di aver armato e supportato negli Anni 90 i ribelli del Fronte rivoluzionario unito (Revolutionary United Front, RUF) in Sierra Leone e di essere responsabile di numerosi crimini commessi dai miliziani, tra cui omicidi, stupri, torture e arruolamento di bambini soldato. Nel 2016 l’ex dittatore del Ciad Hissène Habré, morto l’anno scorso, è stato il primo ex capo di Stato a essere condannato per crimini contro l’umanità e di guerra dal tribunale del Senegal commessi tra il 1982 e il 1990. Per i giudici Habré era colpevole, in primo luogo, della repressione degli oppositori politici e di alcune popolazioni del Ciad meridionale, in secondo luogo delle atrocità inflitte nei confronti dei prigionieri di guerra e, infine, di varie forme di violenza sessuale commesse nei confronti di numerose detenute.