Bambine e bambini che sparano con fucili ad aria compressa contro manichini con la svastica fingendosi soldati, come fosse un gioco. È accaduto a Kislovodsk, nella Russia meridionale, durante un evento organizzato dall’amministrazione comunale. «L’ultimo fascista è stato fucilato a Kislovodsk», ha scritto sul suo canale Telegram il sindaco Yevgeny Moiseev. «Un manichino di un fascista occupante è stato impiccato al cancello, affinché i bambini gli sparassero. I nostri giovani dovrebbero conoscere fin dalla tenera età i mali globali che sono il fascismo e il nazismo, che ora stanno cercando di riemergere». Il primo cittadino ha poi assicurato con orgoglio che i bambini della zona sono cresciuti da patrioti. L’iniziativa però non è stata gradita dai cittadini di Kislovodsk che si sono lamentati direttamente con il governatore regionale Vladimir Vladimirov affinché valutasse l’accaduto.

La parata dei piccoli travestiti da soldati e carri armati
È solo l’ultimo esempio della strumentalizzazione dei più piccoli ai fini di propaganda. E della militarizzazione dell’infanzia. Un fenomeno non nuovo in Russia, ma che con l’invasione in Ucraina è cresciuto insieme con la disinformazione e la censura. Le immagini della mini parata militare organizzata l’8 maggio, vigilia del Giorno della vittoria, in un asilo di Astrakhan parlano da sole e riportano alla memoria le adunate della Hitlerjugend o dei Balilla. I piccoli hanno sfilato nel cortile dell’asilo accompagnati dalle maestre travestiti da bombardieri, carri armati, soldati e crocerossine con in bella mostra la Z simbolo dell’invasione, in mezzo agli applausi dei genitori.
How #VictoryDay is celebrated in a kindergarten in #Astrakhan, #Russia. pic.twitter.com/8oEaaz0BWY
— NEXTA (@nexta_tv) May 8, 2022
Insegnanti e maestre costretti a tenere lezioni patriottiche
La propaganda pro-guerra è entrata così nelle scuole di ogni grado dove le maestre e i maestri sono costretti a tenere lezioni ‘patriottiche’ e su Vladimir Putin, pena il licenziamento o il taglio degli stipendi. Non solo. I bambini in età prescolare, come quelli di Astrakhan, devono prendere parte ad attività come dipingere bandiere russe, promuovere le lettere Z e V con fotografie e lavoretti o comporle in gruppo all’aperto ma anche disegnare carri armati e armi. «Ci hanno chiesto di lavorare con i genitori e di organizzare concorsi di disegno», ha raccontato a Vice lo scorso marzo una insegnante di scuola materna di Nizhny Novgorod. Alcuni suoi colleghi tengono lezioni in cui i bambini devono inventare personaggi dei cartoni animati in grado di sconfiggere un nemico malvagio. «Sono categoricamente contraria a tutto questo», aveva aggiunto. «Un lavoro militare-patriottico simile è inaccettabile per i bambini di questa età. E questo per non parlare del coinvolgimento dei bambini minorenni nella politica».

La lezione sui Difensori della pace con la baby star Sofia Khomenko
Lezioni patriottiche come quella sui Difensori della pace che lo scorso marzo è stata propinata a milioni di scolari in tutta la Federazione. Diffusa sul sito web del ministero della Pubblica istruzione, la lezione è stata presentata dalla 12enne cantante prodigio Sofia Khomenko. «Oggi terremo una lezione sulla pace nel mondo», spiegava Sofia, con le trecce e un abito azzurro. «Parleremo di come investigare su quello che sta accadendo, ovvero parleremo degli eventi in Ucraina». Con lei in studio il giornalista Denis Polunchukov che assicurava come le immagini di guerra diffuse sui social network si riferissero in realtà ad altri conflitti o fossero state prese videogiochi.
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La Zeta nell’hospice di Kazan
La propaganda del Cremlino non risparmia nemmeno i bambini malati terminali. Lo scorso marzo alcuni piccoli pazienti di un hospice di Kazan erano stati costretti con i genitori a uscire sotto la neve per formare una grande Z reggendo delle bandierine delle autoproclamate Repubbliche di Donetsk e Lugansk. La coreografia era stata naturalmente ripresa con un drone e resa virale.

Il cartone animato contro l’Ucraina diffuso nelle scuole
Non va poi dimenticato infine il cartone animato di circa due minuti diffuso nelle scuole poco dopo l’inizio dell’invasione. I protagonisti sono due compagni di classe, Vanja e Kolja, che rappresentano Russia e Ucraina. Nel filmato, Kolja comincia a frequentare cattive compagnie, cioè un bambino con una maglietta a stelle e strisce, e picchia altri compagni, tradotto le repubbliche indipendentiste di Lugansk e Donetsk. Vanja così interviene per fermare Kolja, ma gli Stati Uniti e l’Occidente si schierano dalla sua parte per difenderlo. Alla fine del cartone viene spiegato che quella in Ucraina non è una guerra vera e propria, ma solo il tentativo di disarmare il Paese riportando la pace, a patto che l’Ucraina stessa lo voglia. Sono passati quasi 80 giorni e Kolja sembra non aver cambiato idea.