Vladimir Putin come Pietro il Grande. Ad azzardare il paragone è stato lo stesso presidente russo che, nella giornata di giovedì 9 giugno, dopo aver inaugurato una mostra multimediale in occasione del 350esimo anniversario della nascita dello zar, ha partecipato a una conferenza stampa con un gruppo di giovani imprenditori. Proprio in quell’occasione, nel corso della sua prolusione, ha parlato delle imprese del primo imperatore di Russia, mettendole sullo stesso piano delle operazioni militari che il Cremlino sta portando avanti in Ucraina.
L’origine del paragone tra Vladimir Putin e Pietro il Grande
Nello specifico, Putin ha fatto riferimento alla conquista dei territori lungo la costa baltica durante il conflitto contro la Svezia che, combattuto dal 1700 al 1721, ha visto il trionfo della Russia come potenza egemone negli affari col continente europeo. «Pietro il Grande ha guidato la Grande Guerra del Nord per 21 anni», ha spiegato nell’intervento riportato dal Moscow Times, «poteva sembrare che stesse combattendo con la Svezia, che avesse intenzione di rubarle qualcosa. In realtà non la stava privando di nulla, si stava semplicemente riappropriando di quel che gli era stato tolto». Poi, procedendo con le analogie, ha acceso i riflettori anche su quel che è successo subito dopo la fondazione di San Pietroburgo in una regione precedentemente appartenuta ai rivali e la proclamazione della città come capitale del Paese.
Putin just said the quiet part out loud: "Peter the Great … fought with Sweden & supposedly seized [territory]. He didn't seize it, he took it back! … Now it seems it's our turn to take things back" pic.twitter.com/Zdor1KCia7
— Alec Luhn (@ASLuhn) June 9, 2022
«Quando nacque la città, nessuno tra gli Stati europei riconobbe quel territorio come di proprietà della Russia», ha sottolineato Putin, «tutti lo consideravano parte della giurisdizione svedese. In realtà, gli slavi vivevano lì dall’alba dei tempi, assieme ai popoli ugro-finnici. Lo zar si è limitato a rafforzare quell’area e a riprendersi ciò che gli spettava di diritto. E anche a noi, ora, tocca fare lo stesso: potenziare e riconquistare». Un chiaro riferimento al presente: alla Crimea annessa e non riconosciuta dall’Occidente e al Donbass separatista. Insomma come Pietro il Grande, Putin intenderebbe riunire in un’unica nazione i popoli filorussi.

Putin dimentica che Pietro il Grande voleva aprirsi all’Europa
La fascinazione di Putin per lo zar non è una novità. Tuttavia, il costante confronto tra le due figure che, soprattutto negli ultimi tempi, le autorità sembrano spingere con insistenza si pone in netta contraddizione con la storia. Come spiegato da Anton Troianovski, corrispondente del New York Times, Pietro il Grande era noto per il suo desiderio di voler aprire il Paese all’Europa, diffondendone la tecnologia e la cultura entro i confini russi e plasmando San Pietroburgo su un modello decisamente occidentale. Uno scenario che, agli occhi di molti, non si attaglierebbe affatto all’attuale condotta del presidente. Sono diversi, infatti, i cittadini russi che temono una chiusura, proprio come successe sotto l’Urss. Ipotesi che, almeno per il momento, il diretto interessato ha categoricamente smentito. «Anche se gli Stati Uniti e l’Unione Europea non vorranno fare business con noi, rimangono altre realtà da considerare, come l’Asia, l’America Latina e l’Africa», ha aggiunto Putin, «la nostra economia sarà aperta. È assolutamente impossibile recintare una nazione del genere e non abbiamo alcuna intenzione di circondarci di una cortina che ci separi dagli altri».