Le ricadute della guerra in Ucraina sui porti dell’Adriatico

Sara Tagliente
01/03/2022

L'attacco di Mosca alle città di Mariupol e Odessa sta avendo ricadute pesanti sugli scali italiani del nord Adriatico: da Monfalcone a Ravenna. Porte d'ingresso per acciaio, grano e argille provenienti dall'Ucraina. Intanto a causa delle sanzioni Maersk sospende le nuove consegne da e per la Russia.

Le ricadute della guerra in Ucraina sui porti dell’Adriatico

Il mondo dello shipping e i porti italiani si preparano a giorni di incertezza sul fronte dei traffici e degli effetti della guerra in Ucraina e delle sanzioni Ue contro la Russia. Uno degli scali ucraini con maggiorI link in Italia è quello di Mariupol, sotto attacco dell’esercito russo da giorni. «È un’attività molto intensa quella su Mariupol», spiega il sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulè, «e c’è anche un problema di mine all’interno del porto. Pure Odessa, l’altro porto ucraino, sta subendo in queste ore un’offensiva serrata sul lato est della città. Nessuno dei due ci risulta essere nelle mani dell’esercito russo, tuttavia, sono porti strategici per l’economia e tra i primi obiettivi dell’intero Paese».

Mariupol centro dell’export di grano, acciaio e argille

Il porto di Mariupol, sulla costa settentrionale del Mar D’Azov, è uno dei punti “caldi” dell’Ucraina dal punto di vista economico e ambito dai russi per posizione e potenza di traffici. È infatti centro per l’esportazione di grano e acciaio, le due principali materie prime in uscita verso l’Italia. In particolare, il grano: secondo la Coldiretti il nostro Paese importa 120 milioni di chili di grano dall’Ucraina, il 64 per cento del suo fabbisogno. E dal porto di Mariupol a quello di Ravenna partono anche il grano e i cereali per l’alimentazione animale. Lo scorso anno sono state movimentate 864.585 tonnellate di cereali nel porto della città adriatica. Altro impatto che preoccupa il porto ravennate riguarda le argille (estratte dalle cave ucraine, alimentano il distretto della ceramica di Sassuolo) che sono state tra le materie prime a segnare la ripartenza post Covid del porto di Ravenna con un +1,579 milioni di tonnellate di import nel 2021.

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Le ricadute sui porti adriatici di Monfalcone e Porto Nogaro

Un’altra importazione messa in crisi, con ripercussioni stavolta sul porto di Monfalcone e Porto Nogaro, è quella dell’acciaio, cioè delle bramme semilavorate per i laminatoi di San Giorgio di Nogaro, i due di Marcegaglia, Tecnosider e Metinvest. Un traffico di circa tre milioni di tonnellate per i porti dell’Adriatico. Che ora è fermo, perché Mariupol e Odessa sono in guerra e lo stretto di Kerk è chiuso. Le navi partono da Mariupol, arrivano a Monfalcone scaricando mezzo carico e il resto a Porto Nogaro, dove le bramme partono per essere ulteriormente lavorate. «Stiamo perdendo il 50 per cento dei traffici, la situazione è incerta e critica», dice a Tag43 Emanuele Malisan, presidente di Porto Nogaro, «anche se il vero riflesso lo vedremo nelle prossime settimane, quando la linea sarà senza navi e attività. Non è solo un danno di import; anche l’export del prodotto finito ne risentirà. Siamo in continuo contatto con il porto di Mariupol e ci dicono di essere sotto attacco, non possiamo immaginare quando si tornerà alla normalità. E noi, che ci occupiamo di servizi e dipendiamo completamente da quel traffico, siamo spacciati. Anche perché i problemi di pescaggio di Porto Nogaro non consentono un piano B o la ricostruzione di un nuovo traffico».

Le conseguenze della guerra in Ucraina sui porti adriatici
Il porto di Mariupol, sul Mar D’Azov (Getty Images).

Assoporti: «Si registrano effetti anche sul traffico crociere»

Che la situazione non rientrerà a breve è una delle poche certezze. Gli operatori portuali dicono che potremmo avere un bilancio delle ricadute sui porti adriatici solo nelle prossime settimane. «Dobbiamo anzitutto esprimere forte preoccupazione e contrarietà nel pensare di risolvere contrapposizioni ricorrendo a conflitti armati», sottolinea Rodolfo Giampieri presidente di Assoporti. «Certamente, ci saranno delle problematiche per alcuni settori merceologici come il materiale ferroso e il grano, soprattutto per alcuni porti. Ci sono anche stati degli effetti immediati sul traffico crociere in quanto alcune linee di navigazione hanno già sospeso gli scali nei porti della Federazione Russa. Restano ancora da valutare gli effetti che si avranno a medio/lungo termine che dipendono dalla durata della fase acuta della crisi che avranno ripercussioni economiche al momento imprevedibili. Nei prossimi giorni si vedranno ancora meglio i reali effetti sui diversi segmenti di mercato e le ricadute sulla filiera logistica. Nostro auspicio che tutta finisca molto presto soprattutto per le popolazioni coinvolte nel conflitto».

Maersk sospende le consegne da e per la Russia

Intanto a causa delle sanzioni imposte alla Russia, il colosso dei trasporti navali danese Maersk ha annunciato oggi che smetterà di accettare nuovi ordini non essenziali da e verso la Russia. «Le prenotazioni da e verso la Russia saranno temporaneamente sospese, ad eccezione di generi alimentari, forniture mediche e umanitarie», ha chiarito Maersk in una nota, aggiungendo che il gruppo tenterà di onorare le prenotazioni effettuate prima delle sanzioni.