Guerra in Ucraina, i Paesi baltici hanno detto stop al gas russo
Sono ora serviti da riserve immagazzinate sottoterra in Lettonia. «Se possiamo farlo noi, può farlo anche il resto d’Europa!», ha twittato il presidente lituano Gitanas Nauseda.
I Paesi baltici hanno bloccato le importazioni di gas dalla Russia. Lo stop è scattato dal primo giorno di aprile Estonia, Lettonia e Lituania. «Da questo mese in poi, niente più gas russo in Lituania. Anni fa il mio Paese ha preso delle decisioni che oggi ci permettono senza problemi di recidere facilmente i legami energetici con l’aggressore», ha twittato il presidente lituano Gitanas Nauseda. «Se possiamo farlo noi, può farlo anche il resto d’Europa!».
From this month on – no more Russian gas in Lithuania 🇱🇹.
Years ago my country made decisions that today allow us with no pain to break energy ties with the agressor.
If we can do it, the rest of Europe 🇪🇺 can do it too!
— Gitanas Nausėda (@GitanasNauseda) April 2, 2022
I Paesi baltici sono ora serviti da riserve di gas immagazzinate sottoterra in Lettonia. «Se ci fossero ancora dubbi sul fatto che ci possa essere fiducia nelle forniture dalla Russia, l’attualità ci mostra chiaramente che non c’è più alcuna fiducia», ha dichiarato in un’intervista Uldis Bariss, amministratore delegato di Conexus Baltic Grid.
Gas russo, il braccio di ferro di Putin con l’Ue
La mossa dei Paesi baltici (che tra l’altro sono le uniche ex repubbliche sovietiche entrate nella Nato) arriva in un momento in cui Vladimir Putin sta cercando di sfruttare la potenza energetica della Russia per imbrigliare l’Occidente, dopo le numerose sanzioni internazionali subite. Il presidente russo ha infatti avvertito i paesi membri dell’Unione europea che avrebbero dovuto aprire conti in rubli per pagare il gas russo.
Gas russo, cosa aveva detto la prima ministra estone prima della guerra
«Questo è assolutamente il momento di concentrarsi sulle fonti di energia rinnovabile ma anche sugli accordi riguardanti il gas naturale liquefatto per sostituire il gas russo», aveva detto in un’intervista la prima ministra estone Kaja Kallas martedì 22 febbraio, mentre l’Occidente si preparava alla possibilità di un attacco russo all’Ucraina. «Gli ultimi anni hanno dimostrato che è necessario ridurre la dipendenza dell’UE dal gas russo».