Guerra in Ucraina, i Paesi che stanno rimuovendo i monumenti sovietici

Matteo Innocenti
23/08/2022

La guerra in Ucraina è in fase di stallo, ma la damnatio memoriae contro i russi prosegue: i Paesi baltici stanno abbattendo le statue di epoca sovietica. Anche la Finlandia vuole cancellare le tracce del vicino scomodo. Mentre la Germania ha le mani legate.

Guerra in Ucraina, i Paesi che stanno rimuovendo i monumenti sovietici

Negli ultimi anni diversi Paesi dell’ex blocco comunista hanno dibattuto sul futuro dei loro monumenti risalenti all’era sovietica, molti dei quali celebrano il ruolo svolto dall’Armata Rossa nella Seconda guerra mondiale. Alterati, deturpati o semplicemente trascurati, pochi di essi sono stati effettivamente rimossi. Poi lo scoppio della guerra in Ucraina ha accelerato un processo che era stato messo in stand-by: Estonia e Lettonia, in particolare, si stanno adoperando con decisione per cancellare le tracce di un infelice passato.

Guerra in Ucraina, i Paesi che stanno rimuovendo i monumenti sovietici: Estonia, Lettonia, Lituania, Finlandia.
La Lettonia, in solidarietà all’Ucraina e non solo, è decisa a cancellare il passato sovietico (GINTS IVUSKANS/AFP via Getty Images)

Lettonia, la rimozione dell’enorme memoriale del Parco della Vittoria

Martedì 23 agosto è il giorno in cui a Riga è prevista la demolizione del Monumento ai liberatori della Lettonia sovietica e di Riga dagli invasori fascisti tedeschi, che si trova in Uzvaras parks (“Parco della Vittoria”) e commemora appunto la vittoria dell’esercito sovietico su quello nazista. Costituito da un gruppo di statue raffiguranti tre soldati sovietici e un obelisco che rappresenta un fuoco d’artificio composto da stelle, il quale raggiunge l’altezza di 79 metri, è stato eretto nel 1985. Il monumento è stato bombardato senza successo dai membri del gruppo neonazista Pērkonkrusts nel 1997. A giugno i parlamentari lettoni hanno approvato una legge che richiede lo smantellamento, entro il 15 novembre, di tutti i «monumenti che glorificano il regime sovietico» non situati nei cimiteri, con il trasferimento delle opere di interesse artistico al Museo dell’Occupazione di Riga. «Sarà necessario demolire il monumento all’era dell’occupazione anche nei cuori», ha twittato Mārtiņš Staķis, sindaco della capitale della Lettonia: il Paese baltico, dove i russi etnici rappresentano circa un quarto della popolazione, condivide 214 chilometri di confine con la Russia.

Guerra in Ucraina, i Paesi che stanno rimuovendo i monumenti sovietici: Estonia, Lettonia, Lituania, Finlandia.
Il carro armato sovietico rimosso da Narva, Estonia (Jeff J Mitchell/Getty Images)

Estonia, il carro armato sovietico rimosso per motivi di ordine pubblico

Sono circa 400 i monumenti di epoca sovietica presenti in Estonia, decisa a eliminando dalle strade e dalle piazze del Paese tutti i simboli di quell’era, partendo dalle zone russofone della nazione. Le autorità estoni hanno recentemente rimosso dal suo piedistallo a Narva e spostato in un museo un carro armato commemorativo della vittoria nella Seconda guerra mondiale. «Non daremo alla Russia l’opportunità di usare il passato per turbare la pace in Estonia», ha dichiarato il primo ministro Kaja Kallas. «Un carro armato è un’arma, non è un monumento e quegli stessi carri armati stanno uccidendo persone in Ucraina».

Altri due monumenti, hanno annunciato le autorità locali, saranno rimossi dalla città: Narva si trova nella contea nord-orientale di Ida-Viru, per tre quarti di etnia russa. L’Estonia, insieme a Lettonia e Lituania, è stata invasa e occupata dall’Unione Sovietica dagli Anni Quaranta fino al 1991: nel 2007 la rimozione di un monumento dell’Armata Rossa dal centro di Tallinn fece scattare proteste da parte della minoranza russofona e, negli scontri con la polizia, un manifestante rimase ucciso.

Lituania, il processo di desovietizzazione è in pieno svolgimento

A giugno, il parlamento lituano ha stilato una legge sulla desovietizzazione, che prevede il divieto di promuovere regimi totalitari e autoritari e le loro ideologie: il mese successivo, dalla città di Klaipeda, è iniziato lo smantellamento dei memoriali sovietici in Lituania. Di essi rimarranno sono le parti su cui sono incisi i nomi dei soldati sovietici caduti, mentre in origine era stato proposto di rimuovere solamente elementi come la spada o la stella a cinque punte, utilizzata dal 1917 come un simbolo del comunismo.

Guerra in Ucraina, i Paesi che stanno rimuovendo i monumenti sovietici: Estonia, Lettonia, Lituania, Finlandia.
Il memoriale di guerra di Klaipeda, in Lituania (Paulius Peleckis/Getty Images)

Finlandia, il monumento regalato dall’Urss finito in un magazzino

All’inizio di agosto le autorità di Helsinki hanno rimosso dal suo piedistallo il monumento “Pace nel mondo“, donato alla Finlandia dall’Urss alla fine degli Anni Ottanta: al suo posto sarà costruito un marciapiede in vista della costruzione di una tramvia. Il monumento, che appartiene all’Helsinki Art Museum, è stato sposato in un magazzino. La scultura, una delle tante copie presente al di fuori dell’ex Unione Sovietica, è stata al centro delle polemiche fin dalla sua erezione: già nel 1991 un gruppo di studenti l’aveva incatramata e piumata. Poi, nel 2010, c’era stato un tentativo fallito di farla esplodere.

La Germania non può rimuovere invece i suoi monumenti sovietici

Anche i monumenti dell’era sovietica nell’ex Germania Est sono stati oggetto di un vivace dibattito. Alcuni sono stati vandalizzati, altri sono stati avvolti in bandiere ucraine. A marzo di quest’anno, la deputata Stefanie Bung ha chiesto la rimozione di armi e carri armati da un memoriale a Berlino, ma le autorità cittadine hanno respinto la sua richiesta. Sempre a marzo, il politico Stefan Scharf ha scritto su Twitter che il memoriale sovietico eretto a Dresda non poteva rimanere nella sua città: «Non per il 1945, ma a causa del 1953, 1968 e 2022», facendo riferimento alla repressione della rivolta della Germania orientale, alla primavera di Praga, alla guerra in Ucraina. L’appello è caduto nel vuoto per un chiaro motivo: secondo il Trattato sullo stato finale della Germania del 1990, lo Stato tedesco ha l’obbligo di rispettare e mantenere i monumenti sovietici sul suo territorio.

Ucraina, la damnatio memoriae prosegue senza sosta

L’Ucraina, va da sé, è un discorso a parte. Il Paese invaso dalle truppe di Mosca ha deciso da tempo di rimuovere non solo i monumenti legati all’Unione Sovietica, ma anche di ribattezzare piazze e strade intitolate a illustri cittadini russi del passato. La damnatio memoriae di Kyiv ha colpito a fine aprile una statua di bronzo simboleggiante l’amicizia tra Ucraina e Russia, che dal 1982 campeggiava nel quartiere di Pecherskyi. «Tra le due nazioni non c’è un legame pacifico e non ci sarà per lungo tempo. Almeno fino a quando Putin e il suo entourage rimarranno al potere. Forse, quando non ci saranno più o non saranno più in vita, le cose cambieranno davvero», aveva dichiarato l’architetto Serhii Myrhorodskyi, davanti allo sbriciolarsi della statua che aveva eretto su commissione del regime sovietico come regalo per il governo ucraino. Via poi i nomi di grandi russi come Lev Tolstoj, Fëdor Dostoevskij e Aleksandr Puškin dalle strade di Kyiv, così come da quelle di tante altre città dell’Ucraina.