Sempre più navi russe stanno cambiando bandiera per aggirare le sanzioni
Lo rende noto la società di consulenza marittima Windward. Nel solo mese di marzo sono state undici le imbarcazioni russe che lo hanno fatto: una cifra più alta della media.
Come ha reso noto la società di consulenza marittima Windward Ltd in un rapporto inviato a Bloomberg News, molte più navi russe del solito hanno cambiato bandiera a marzo, forse per nascondere i loro legami con Mosca ed evitare così di essere coinvolte nelle sanzioni per l’invasione dell’Ucraina.
18 navi russe hanno cambiato bandiera a marzo
Un totale di 18 navi, comprese 11 imbarcazioni mercantili della stessa flotta, sono passate a bandiere non russe il mese scorso, afferma Windward. È più di tre volte la media mensile per le navi russe. Ed è anche la prima volta che viene raggiunta la doppia cifra, sulla base di dati che arrivano fino a gennaio 2020: «Alcuni potrebbero aver mascherato intenzionalmente la propria identità, per condurre affari che non sarebbero consentiti dalle nuove sanzioni». Windward sottolinea che potrebbe essere un mossa in risposta ai recenti sequestri degli yacht di proprietà degli oligarchi vicini a Vladimir Putin.
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Il cambio di bandiera non è in realtà insolito
«Le aziende straniere cambiano bandiera delle navi per diverse ragioni. Per poter operare ovunque senza restrizioni e, in alcuni casi per ragioni morali», ha affermato Gur Sender, product manager di Windward. Delle 18 navi menzionate, tre sono petroliere. Cinque tra quelle che hanno cambiato bandiera a marzo sono collegate direttamente ai proprietari russi. 11 navi mercantili fanno parte dalla stessa flotta che appartiene a una compagnia degli Emirati Arabi Uniti: adesso battono tutte bandiera delle Isole Marshall. Altre tre sono invece “passate” al paradiso fiscale di Saint Kitts e Nevis.
Il cambio di bandiera non è insolito. A volte, spiega Sender, avviene semplicemente dopo un cambio di proprietà o area operativa. Ma sono i numeri a destare attenzione: i “passaggi” nella flotta russa di 3.300 imbarcazioni sono improvvisamente aumentati, non avendo mai superato negli ultimi due anni più di nove cambi di bandiera in un mese. «È un chiaro tentativo da parte degli armatori e degli operatori russi di cercare di oscurare l’identità delle navi. Vogliono evitare di essere scoperti», ha dichiarato Ian Ralby, amministratore delegato di I.R. Consilium, società di consulenza in diritto marittimo e sicurezza.
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C’è da dire che buona parte degli yacht di proprietà degli oligarchi che sono stati sequestrati battevano già bandiera non russa. Il Lady M di Mordashov, bloccato a Imperia, naviga infatti sotto bandiera delle Isole Cayman, mentre il Sailing Yacht A di Melnichenko, “congelato” a Trieste , batte bandiera del Regno Unito.