Ucraina, madre scrive i contatti dei parenti sulla schiena della figlia: «Se muoio portatela lì»
Le foto sono diventate virali pur risalendo a un mese fa. La donna, Oleksandra Makoviy, aveva scritto sulla pelle della bambina il suo nome, la data di nascita e i numeri di telefono dei familiari per renderla riconoscibile.
Una foto che ha fatto il giro del mondo e che rappresenta la paura di ogni mamma ucraina, quella di perdere i propri figli o di lasciarli soli perché vittime del conflitto. Una donna ha pubblicato l’istantanea, che risale all’inizio della guerra, in cui si vede la figlia con alcune scritte sulla schiena: nome, data di nascita e numero di telefono. Uno scatto virale, ma allo stesso tempo terribile perché testimone del terrore vissuto ora dopo ora da milioni di cittadini in Ucraina. «Lei è Vera, se muoio portatela da loro», ha scritto la donna.
La schiena di Vira: nome, data di nascita e numeri di telefono
Le donne protagoniste della storia sono Oleksandra Makoviy e la figlia Vera, di appena due anni. Sasha ha deciso di condividere su Instagram la foto della piccola con sulla schiena scritti il nome, la data di nascita – 10 novembre 2019 – e un numero di telefono. Lo ha fatto, a inizio guerra, per rendere riconoscibile la figlia «nel caso fossi rimasta uccisa, così l’avrebbero accolta come sopravvissuta». La storia è stata ripresa dal Kyiv Indipendent ma anche da Iuliia Mendel su Twitter, tanto da arrivare sul Guardian. Adesso le due donne sono in Francia, sane e salve.
A Ukrainian mom Oleksandra Makoviy wrote on her daughter’s body the name, date of birth, numbers of parents so that if she is lost or they are killed during war someone can help the girl.
“Then I even thought “why didn’t I make a tattoo with this information to her?” Says her Mom pic.twitter.com/orCbgnPm1l— Iuliia Mendel (@IuliiaMendel) April 5, 2022
Il biglietto con le informazioni e l’ipotesi tatuaggio
Oleksandra è una delle tante mamme che stanno adottando questa tecnica per rendere riconoscibili i propri figli. Vivono nel dubbio di lasciarli da soli, magari rimanendo vittime di un’esplosione o di un proiettile. Le schiene, le braccia, le gambe dei bambini diventano carte d’identità, tanto che la donna ha anche confessato di aver pensato a una soluzione ancora più drastica: «Mi sono sorpresa a pensare, perché non farle un tatuaggio?»

Le mamme russe
E anche la Russia vede madri sconvolte per i propri figli. Ce ne sono tante che piangono la scomparsa dei ragazzi andati troppo presto e impreparati in guerra. 15mila i soldati morti nel conflitto in Ucraina. E poi ce ne sono altre, come la donna russa di 45 anni di cui parla il New York Times. Questa avrebbe fatto il giro di tante stazioni di polizia a Mosca per chiedere il rilascio del figlio, incarcerato per le proteste contro la guerra. Adesso lei riceve minacce sui social, ma lei non demorde. Amaramente ha spiegato al quotidiano americano di sentirsi «come una particella nell’oceano. Qualcuno ha deciso tutto, anche per noi. È questa passività appresa, la nostra tragedia».
