Guerra in Ucraina: il ruolo delle brigate territoriali di Kyiv

Stefano Grazioli
16/03/2022

Oltre ai foreign fighter e ai volontari attivi sui due fronti, in Ucraina si sono formate brigate territoriali di civili simili a quelle scese in piazza durante Euromaidan. Zelensky parla di 100 mila persone. Il loro ruolo potrebbe rivelarsi cruciale in caso di guerriglia strada per strada.

Guerra in Ucraina: il ruolo delle brigate territoriali di Kyiv

Mercenari, volontari, soldati di ventura, o anche all‘inglese, foreign fighter, combattenti stranieri. La guerra nell’ex repubblica sovietica non la fanno oggi solo i russi da un parte e gli ucraini dall’altra, ma appunto i miliziani che arrivano dall’estero, reclutati o di spontanea iniziativa, in gruppo, da soli, con le motivazioni più diverse, che vanno da quelle ideologiche a quelle economiche. Si organizzano in più le brigate territoriali. Un mondo variegato e difficile da quantificare, al di là dei numeri snocciolati in questi giorni da Mosca e Kyiv.

Mosca può contare sulla Wagner, sui ceceni di Kadyrov e sui combattenti siriani

Per la Russia i mercenari in campo sarebbero 16 mila, reclutati dal Medio Oriente, gran parte dalla Siria. Poi ci sono i miliziani del Gruppo Wagner, già in azione in diversi teatri, in Africa e ovviamente anche nel Donbass, all’inizio del conflitto nel 2014. Si tratta di una compagnia privata militare con sede in Argentina, ma legata direttamente al Cremlino tramite uno dei personaggi del cerchio magico di Vladimir Putin, Evgeni Prigozhin. Fa il lavoro sporco ovunque richiesto, come in battaglioni guidati da Ramzan Kadyrov, il governatore della Cecenia che in un video diceva di trovarsi alle porte di Kyiv. Ieri, però, si trovava a Grozny dove ha incontrato il segretario del Consiglio di sicurezza nazionale russo, Nikolai Patrushev. Guerra in Ucraina, chi è Ramzan Kadyrov, il leader ceceno alle porte di Kyiv

Ramzan Kadyrov governatore della Cecenia dal 2007 (Getty Images).

I 20 mila volontari stranieri arrivati in Ucraina in funzione anti-russa

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha parlato invece di 20 mila volontari stranieri a fianco delle truppe regolari: in larga parte europei, che hanno seguito l’esempio dell’ex ministro delle Difesa georgiano Irakli Okruashvili e del parlamentare lettone Juris Jurass, arruolatisi nella nuova legione straniera ucraina. Ma ci sono anche statunitensi, canadesi, australiani. Alcuni sono stati uccisi nel bombardamento della base di utilizzata anche dalla Nato di Yavoriv, vicino a Leopoli e al confine polacco, un paio di giorni fa: erano olandesi. Già durante la prima guerra nel Donbass si è calcolato che su entrambi i fronti abbiano combattuto circa 15-20 mila stranieri. Molti di questi in Ucraina affiliati ai battaglioni filo nazisti come l’Azov.

il ruolo delle brigate territoriali nella guerra in Ucraina
Un magazzino per viveri e medicine a Kyiv (Getty Images).

Le brigate territoriali nelle città conterebbero 100 mila uomini

La questione dei mercenari stranieri non è insomma nuova e se dal lato russo sembra essere più strutturata, da quello ucraino lo è sicuramente meno: ci sono ovviamente i professionisti della guerra, inquadrati nelle collaborazioni internazionali più o meno sottotraccia, e ci sono anche gli avventurieri che per le più diverse ragioni decidono di imbracciare le armi. Non solo: in Ucraina si sono formate anche le brigate territoriali, le milizie civili, anche qui difficili da quantificare davvero, ma Zelensky ha parlato di oltre 100 mila uomini. Cittadini ucraini, ma non solo, visti i molti stranieri che si sono stabiliti nell’ex repubblica sovietica e che dall’inizio dell’invasione russa si sono trasformati in soldati. Una mobilitazione simile si era vista tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014 quando a Kyiv e nell’Ovest del Paese ci fu la sollevazione, anche armata, contro l’allora presidente Victor Yanukovich, seguita dalla guerra nel Donbass. Allora l’esercito ucraino fu affiancato da un lato dai gruppi paramilitari confluiti poi nella Guardia nazionale, con il sostegno di combattenti stranieri, dall’altro da parte della popolazione civile.

il ruolo delle brigate territoriali nella guerra in Ucraina
Volontari preparano molotov a Kyiv (Getty Images).

La cornice legale della Resistenza nazionale 

Le brigate territoriali sono comunque diverse dai vari gruppi che prima e dopo Maidan nel 2014 si sono formati in chiave anti-Yanukovich e poi anti-russa. Secondo il ministero della Difesa ucraino si tratta di circa 150 unità, un battaglione per ogni distretto del paese, raggruppati per brigate, 25, una per regione. Sono solo parzialmente e leggermente armate, non paragonabili a quelle militari, e hanno appunto i loro predecessori in quei gruppi di difesa formatisi nella primavera del 2014 e legati ai poteri cittadini formali e informali, cioè amministrazioni e oligarchie. Dal punto di vista legale la loro cornice è quella della legge del 2021 sulla costituzione della “Resistenza nazionale”, che ha avuto lo scopo appunto di legalizzare e organizzare ogni tipo di resistenza cittadina. Chiaro anche l’intento di strutturare la difesa civile nel caso, che si sta verificando, di un attacco russo che penetri nelle città ucraine.

il ruolo delle brigate territoriali nella guerra in Ucraina
Addestramento di civili al lancio delle molotov a inizio febbraio, prima dell’invasione russa (Getty Images).

Il ruolo delle brigate in caso di guerriglia urbana

Per ora le brigate territoriali ucraine non hanno avuto un ruolo particolare; l’invasione russa ha sollecitato soprattutto la difesa delle truppe regolari e le vere milizie, nazionali e straniere. Nel caso però di un prolungamento della guerra, con la variante della guerriglia, la loro importanza potrebbe crescere, sia come valore aggiunto dal punto di vista militare sul terreno nei centri abitati, sia come organizzazione per quella resistenza non armata che a tratti si è già vista in città controllate dalle forze russe, dove però sono state organizzate proteste contro l’occupazione. Esemplare il caso di Melitopol, dove il sindaco Ivan Fedorov è stato sequestrato e per la sua liberazione sono scesi in piazza 2 mila cittadini. Situazione analoghe, con le sollevazioni popolari coordinate dalle brigate territoriali, potrebbero ostacolare i piani russi sul breve e sul lungo periodo.

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