Mosca e Teheran starebbero valutando la possibilità di costruire un impianto per la fabbricazione di droni iraniani kamikaze Shahed-136 nella città russa di Elabuga in Tatarstan. Come scrive il Wall Street Journal, il 5 gennaio una delegazione iraniana ha visitato la repubblica autonoma per esaminare il sito. Attualmente, Russia e Iran secondo le fonti sentite dal WSJ, stanno sviluppando un modello migliorato del drone kamikaze Shahed-136, che sarà dotato di una maggiore autonomia di volo e velocità. Le previsioni parlano di una produzione annua di almeno 6 mila droni all’anno.
I droni di fabbricazione iraniana sono utilizzati da tempo dalla Russia
Il ministero della Difesa russo utilizza da tempo droni kamikaze di fabbricazione iraniana Shahed-131/136 (in Russia sono stati ribattezzati Geran-1 e Geran-2) per attaccare le infrastrutture energetiche ucraine. Attacchi che nella maggior parte dei casi sono stati neutralizzati dalla difesa aerea di Kyiv. Per evitare nuove sanzioni economiche da parte dell’Occidente, Teheran avrebbe optato per assemblare i velivoli sul suolo russo.
Le visite della delegazione russa in Iran
I dettagli dell’accordo Iran-Russia, riporta sempre il WSJ, sono stati perfezionati durante un incontro di inizio novembre, quando un team di negoziatori dell’industria della Difesa russa si è recato a Teheran. Una delegazione separata guidata dal segretario del Consiglio di sicurezza russo Nikolai Patrushev ha visitato la Capitale iraniana il 9 novembre per discutere, tra gli altri argomenti, di sanzioni economiche e altre «ingerenze occidentali» negli affari dei rispettivi governi. L’Iran del resto ha una lunga tradizione nella fornitura di armi a gruppi di milizie ‘amiche’ e nell’aiutare alleati chiavi nella produzione interna di missili e droni di progettazione iraniana. In passato Teheran per esempio ha collaborato con i governi e le milizie sciite in Libano, Yemen e Siria. Solo recentemente Teheran ha ammesso di aver fornito missili e droni a Mosca, ma prima dell’inizio dell’invasione.