Le storie dei detenuti arruolati da Mosca e morti in Ucraina

Redazione
03/09/2022

Ivan Neparatov, leader criminale moscovita che doveva scontare 25 anni di carcere, è stato ucciso in Ucraina. E premiato da Putin per il coraggio. La conferma che Mosca e la Wagner arruolano detenuti promettendo loro grazia.

Le storie dei detenuti arruolati da Mosca e morti in Ucraina

Il detenuto russo Ivan Neparatov, condannato nel 2013 a 25 anni per omicidio, rapina, rapimento, estorsione e altri crimini, è morto da soldato in Ucraina, ottenendo la medaglia per il Coraggio postuma da Vladimir Putin. Lo dimostrano alcuni documenti pubblicati da The Insider e da Gulagu.net. Neparatov e otto dei suoi complici nel 2009-2010 uccisero cinque persone a Sergiev Posad, nella regione di Mosca. Stando al certificato di morte, Neparatov è morto il 5 agosto scorso a Bakhmut, nella regione di Donetsk, dopo essere stato colpito da schegge alla testa. Come risulta dalle fotografie pubblicate, il 16 agosto Putin ha premiato il detenuto caduto in guerra «per il coraggio e l’eroismo mostrati nel corso dell’esecuzione dei compiti di un’operazione militare speciale». Gulagu.net ha pubblicato sul canale Telegram una foto della medaglia e un estratto del decreto del Presidente della Russia.

Così l’esercito russo e la Wagner arruolano soldati tra i detenuti promettendo la grazia

Da mesi è noto come i prigionieri russi vengano reclutati nell’esercito per andare a combattere in Ucraina con la promessa di ottenere la grazia dopo sei mesi di servizio. In alcune prigioni si sarebbe recato personalmente Yevgeny Prigozhin, il “cuoco di Putin” considerato da più parti collegato al gruppo mercenario Wagner.

Gli altri prigionieri russi caduti nel Donbass

Ivan Neparatov non è l’unico detenuto caduto in Ucraina di cui si ha notizia. Il 26 agosto a Petrozavodsk, capoluogo della Carelia, repubblica nel nord ovest della Russia compresa tra Finlandia, mar Bianco e i laghi Ladoga e Onega, è stato celebrato il funerale del 44enne Yevgeny Eremenko. Nel 2020 l’uomo era stato condannato a 10 anni per estorsione. Il 14 giugno, dopo settimane di silenzio, aveva contattato la madre dicendo solo di essere stato trasferito. Due mesi dopo due funzionari le hanno riferito che il figlio era caduto in guerra consegnandole il certificato di morte rilasciato dall’autoproclamata repubblica di Lugansk e un premio. Il 44enne, stando ai documenti visionati da Mediazione, era stato ucciso il 24 luglio a Bakhmut, nel Donetsk. Il giorno del funerale la donna è stata risarcita con 145 mila rubli (poco meno di 2.500 euro). Secondo Mediazona, Eremenko sarebbe stato reclutato dalla Wagner. Almeno altri tre prigionieri di San Pietroburgo sarebbero morti da mercenari nel Donbass. Tra questi anche Konstantin Tulinov, presentato nel programma su YouTube Begoson Tv del regista pro-Cremlino Nikita Mikhalkov come un eroe.

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