Guerra in Ucraina, Coca-Cola non rinuncia al mercato russo
Per un consigliere di Zelensky ha venduto «più di un secolo di storia per pochi rubli». Tre supermercati ucraini hanno tolto le bevande dagli scaffali, mentre l’hashtag #BoycottCocaCola si sta diffondendo su Twitter.
Dopo l’attacco all’Ucraina, sono tante le aziende che hanno chiuso le attività in Russia: i colossi svedesi Ikea e H&M, così come Volkswagen, che ha deciso di fermare la produzione nel Paese. Senza dimenticare Airbnb, che non permette più di prenotare un alloggio in Russia. L’elenco potrebbe continuare e sarebbe molto lungo. Non ne farebbe però parte Coca-Cola Company che, com’è noto, è una delle più grandi aziende produttrici e distributrici di bevande analcoliche a livello mondiale. Coca-Cola ha infatti deciso di interrompere temporaneamente la produzione in Ucraina, ma di continuare a operare in Russia. E questo non è affatto piaciuto a Kiev.
Banal story. @CocaColaCo on blood. It just has to be accepted. Big market, nothing more. Why should James Quincey care about the lives of some 🇺🇦 children? Although money has no smell for someone, exchanging more than a century of history for a few Russian rubles is a true talent pic.twitter.com/Y6b53qtECS
— Михайло Подоляк (@Podolyak_M) March 4, 2022
Ucraina, i prodotti della Coca-Cola Company via dagli scaffali dei supermercati
«Una storia semplice. Coca-Cola al sangue. Dobbiamo accettarlo. Grande mercato, non c’è altro. Perché a James Quincey (l’amministratore delegato, ndr) dovrebbero importare le vita di qualche bambino ucraino? Anche se il denaro non puzza, vendere più di un secolo di storia per pochi rubli è un vero talento», ha twittato Mikhail Podolyak, consigliere del capo dello staff di Volodymyr Zelensky. Intanto, i tre supermercati ucraini Silpo, Novus e Varus hanno deciso di boicottare la Coca-Cola Company, rimuovendo dagli scaffali tutte le bevande della multinazionale: la più famosa, certo, ma anche Fanta, Sprite, Schweppes, Burn, BonAqua e i succhi Rich.

Tutto questo mentre l’hashtag #BoycottCocaCola sta prendendo sempre più piede su Twitter. Come sottolinea Transparency International Ukraine, oltre a Coca-Cola al momento non hanno lasciato il mercato russo altre quattro grandi compagnie: Nestlé, P&G, Unilever e Danone. Coca-Cola, tra l’altro, è stata il principale sponsor dei Giochi Olimpici Invernali di Sochi 2014.

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Ucraina, Coca-Cola ha donato oltre 1,5 milioni di euro alla Croce Rossa
Per quanto riguarda l’Ucraina, questo il comunicato di Coca-Cola, dopo aver annunciato qualche giorno fa la chiusura degli stabilimenti nel Paese: «Il nostro obiettivo è il sostegno agli aiuti umanitari in Ucraina, insieme alla sicurezza e al benessere dei nostri dipendenti e delle loro famiglie. Siamo in contatto costante con loro e stiamo facendo tutto il possibile per sostenerli. Questa settimana ci siamo impegnati a donare 1 milione di euro per sostenere i coraggiosi sforzi della Croce Rossa che opera in Ucraina. Stiamo anche contribuendo alle procedure che la Croce Rossa sta mettendo in atto nelle vicine nazioni di Romania, Ungheria, Slovacchia e Polonia, donando bevande e altri 550 mila euro per sostenere i rifugiati».