Guerra in Ucraina, Coca-Cola non rinuncia al mercato russo

Redazione
05/03/2022

Per un consigliere di Zelensky ha venduto «più di un secolo di storia per pochi rubli». Tre supermercati ucraini hanno tolto le bevande dagli scaffali, mentre l’hashtag #BoycottCocaCola si sta diffondendo su Twitter.

Guerra in Ucraina, Coca-Cola non rinuncia al mercato russo

Dopo l’attacco all’Ucraina, sono tante le aziende che hanno chiuso le attività in Russia: i colossi svedesi Ikea e H&M, così come Volkswagen, che ha deciso di fermare la produzione nel Paese. Senza dimenticare Airbnb, che non permette più di prenotare un alloggio in Russia. L’elenco potrebbe continuare e sarebbe molto lungo. Non ne farebbe però parte Coca-Cola Company che, com’è noto, è una delle più grandi aziende produttrici e distributrici di bevande analcoliche a livello mondiale. Coca-Cola ha infatti deciso di interrompere temporaneamente la produzione in Ucraina, ma di continuare a operare in Russia. E questo non è affatto piaciuto a Kiev.

Ucraina, i prodotti della Coca-Cola Company via dagli scaffali dei supermercati

«Una storia semplice. Coca-Cola al sangue. Dobbiamo accettarlo. Grande mercato, non c’è altro. Perché a James Quincey (l’amministratore delegato, ndr) dovrebbero importare le vita di qualche bambino ucraino? Anche se il denaro non puzza, vendere più di un secolo di storia per pochi rubli è un vero talento», ha twittato Mikhail Podolyak, consigliere del capo dello staff di Volodymyr Zelensky. Intanto, i tre supermercati ucraini Silpo, Novus e Varus hanno deciso di boicottare la Coca-Cola Company, rimuovendo dagli scaffali tutte le bevande della multinazionale: la più famosa, certo, ma anche Fanta, Sprite, Schweppes, Burn, BonAqua e i succhi Rich.

Guerra in Ucraina, Coca-Cola non rinuncia al mercato russo. Tre supermercati ucraini tolgono le bevande dagli scaffali, mentre l’hashtag #BoycottCocaCola si diffonde su Twitter.
Coca-Cola boicottata in Ucraina, ma a pieno regime sul mercato russo (Anthony Devlin/Getty Images)

Tutto questo mentre l’hashtag #BoycottCocaCola sta prendendo sempre più piede su Twitter. Come sottolinea Transparency International Ukraine, oltre a Coca-Cola al momento non hanno lasciato il mercato russo altre quattro grandi compagnie: Nestlé, P&G, Unilever e Danone. Coca-Cola, tra l’altro, è stata il principale sponsor dei Giochi Olimpici Invernali di Sochi 2014.

Guerra in Ucraina, Coca-Cola non rinuncia al mercato russo. Tre supermercati ucraini tolgono le bevande dagli scaffali, mentre l’hashtag #BoycottCocaCola si diffonde su Twitter.
Ucraina, Coca-Cola ha dichiarato di aver donato 1,5 milioni di euro alla Croce Rossa (Justin Sullivan/Getty Images)

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Ucraina, Coca-Cola ha donato oltre 1,5 milioni di euro alla Croce Rossa

Per quanto riguarda l’Ucraina, questo il comunicato di Coca-Cola, dopo aver annunciato qualche giorno fa la chiusura degli stabilimenti nel Paese: «Il nostro obiettivo è il sostegno agli aiuti umanitari in Ucraina, insieme alla sicurezza e al benessere dei nostri dipendenti e delle loro famiglie. Siamo in contatto costante con loro e stiamo facendo tutto il possibile per sostenerli. Questa settimana ci siamo impegnati a donare 1 milione di euro per sostenere i coraggiosi sforzi della Croce Rossa che opera in Ucraina. Stiamo anche contribuendo alle procedure che la Croce Rossa sta mettendo in atto nelle vicine nazioni di Romania, Ungheria, Slovacchia e Polonia, donando bevande e altri 550 mila euro per sostenere i rifugiati».