Guerra in Ucraina, chiude la Borsa di Mosca: non succedeva dal 1917
Drammatiche conseguenze delle sanzioni e del collasso del rublo. La Banca centrale chiude dopo 105 anni dall'ultima volta. All'epoca fu la rivoluzione bolscevica a decretare la fine delle contrattazioni. La riapertura arrivò 75 anni dopo, nel 1992.
105 anni dopo l’ultima volta, è stata chiusa la Borsa russa. Un giorno storico per l’economia del Paese, che ha vissuto il crollo del valore del rublo, la moneta di Mosca, e che paga le conseguenze della guerra contro l’Ucraina. La Borsa ha una storia molto particolare, e l’ultima volta che ha vissuto una chiusura è stato nel 1917. La vicenda, però, non è stato affatto di facile risoluzione, poiché rimase chiusa per 75 anni e fu riaperta soltanto nel 1992. La Russia potrebbe andare incontro a un periodo di forte crisi sul piano dei mercati internazionali.
La storia della Borsa russa: chiusa nel 1917 e riaperta solo nel 1992
Nel 1917 è stata l’ascesa al potere dell’Armata Rossa a chiudere, di fatto, la Borsa russa. La rivoluzione comunista ha messo fine alla proprietà privata e al possesso di ogni titolo. Tra le conseguenze ci fu proprio la chiusura della Borsa, riaperta soltanto 75 anni dopo. La riapertura arrivò con la fine dell’Unione sovietica e con la creazione del Micex, che divenne il principale listino della Russia. Nel 2011 ha cambiato nome e ora è conosciuto come Moscow Exchange, ma in 30 anni non era mai successo che si arrivasse alla chiusura, neanche in periodi bui come la crisi in Crimea.

Borsa russa: perché ha chiuso e quando riaprirà
Da giorni ormai la Banca centrale del Paese fa i conti con il forte calo di valore del rublo, la moneta russa. Nella mattinata di oggi, il ribasso della valuta ha portato a un ritardo di contrattazioni. La flessione registrata è stata del 21 per cento: in pratica oggi con un dollaro si ottengono 106,5 rubli, mentre venerdì erano 83 e a inizio anno 75. Le Borse internazionali, tra cui quella italiana, hanno inizialmente sospeso le negoziazioni. Sono le nuove sanzioni sulla Russia a pesare sull’economia del Paese, soprattutto quelle riguardanti l’esclusione di alcune banche dallo Swift.
Le conseguenze della chiusura
La prima e drammatica conseguenza della chiusura della Borsa riguarda le società russe quotate a livello internazionale. Si parla di ribassi di altissimo livello, come quello registrato da Gazprom del 49,2 per cento o da Sberbank of Russia del 69,51. Sono state segnalate nell’arco della giornata anche lunghissime code ai bancomat da parte di cittadini russi che cercano di ritirare al più presto i propri risparmi, mentre la Banca centrale ha informato che i tassi di interesse saranno raddoppiati nelle prossime ore.
