Guerra in Ucraina, quali armi sono impiegate nel conflitto

Daniele Curci
25/03/2022

Dalle cluster bomb alle bombe termobariche, fino ai missili ipersonici. Quali tipi di armi sono utilizzate nel conflitto in Ucraina.

Guerra in Ucraina, quali armi sono impiegate nel conflitto

Cluster bomb, missili ipersonici, bombe termobariche. La guerra in Ucraina, come ogni conflitto, ha rispolverato un gergo tecnico militare di cui avremmo voluto fare volentieri a meno. Ecco una guida per fare chiarezza sull’arsenale convenzionale e non convenzionale usato sul campo

Cluster bomb o bombe a grappolo

Le cluster bomb o bombe a grappolo sarebbero già state utilizzate dai russi in Siria e sembra che siano state usate nuovamente anche in Ucraina. Sono degli ordigni che contengono al proprio interno delle bombe più piccole, chiamate bomblet, che vengono disperse al momento dell’impatto. Non tutti i gusci, però, esplodono: alcuni rimangono sul terreno, funzionando in maniera simile alle mine antiuomo. Le bombe a grappolo sono state messe al bando da una Convenzione delle Nazioni Unite entrata in vigore nel 2010. Né la Russia né l’Ucraina sono tra i 100 Paesi firmatari. L’uso delle bombe a grappolo, comunque, nelle zone abitate dai civili costituisce un crimine di guerra.

Bombe termobariche

Le bombe termobariche sono state usate per la prima volta dall’esercito statunitense durante la guerra in Vietnam e sembra che siano state impiegate anche in Ucraina dall’esercito russo che, prima di questa guerra, le aveva usate anche in Afghanistan, Cecenia e Siria. Il loro utilizzo contro la popolazione civile o in zone abitate costituisce un potenziale crimine di guerra. Le bombe termobariche sono ordigni capaci di generare esplosioni più distruttive del normale per lo sbalzo di temperatura e per l’onda d’urto generata capace di creare un vuoto parziale negli spazi chiusi. Questo tipo di ordigno fa parte dei cosiddetti “esplosivi volumetrici”, cioè delle testate costituite da un contenitore di carburante e due cariche esplosive separate, pertanto anche la detonazione avviene in due fasi. La prima carica disperde le particelle di carburante nell’aria, creando una nuvola infiammabile che viene incendiata dalla seconda carica che genera appunto l’esplosione e l’onda d’urto. Finito l’effetto “esplosivo” con l’estinzione, nell’arco di pochi secondi, delle fiamme, nell’area dell’esplosione si crea un quasi vuoto che risucchia l’aria circostante.

Quali armi sono usate in Ucraina
Missili termobarici in parata a Mosca nel 2020 (Getty Images).

Missili ipersonici

Tra le armi usate dalla Russia e di cui si è parlato molto ci sono anche i missili ipersonici. Un missile di questo tipo supera la velocità del suono anche di cinque volte e rappresenta un problema per le difese antimissile perché non sono in grado di contrastarlo. La forza di questi missili, oltre alla loro velocità, risiede nella manovrabilità. Non tutti i missili, infatti, hanno una traiettoria governabile: i balistici, ad esempio, sono molto veloci e hanno una traiettoria in linea retta, ma non modificabile dopo il lancio. I missili cruise, difficilmente rilevabili dai radar, sono invece manovrabili ma più lenti. Gli ipersonici possiedono i vantaggi di entrambi.

Quali sono le armi inviate dall’Italia all’Ucraina

Tra le armi invece che l’Italia ha inviato all’Ucraina, ci sarebbero mitragliatrici Browning, mortai e altre tipologie di proiettili. Meno conosciuti sono gli Stinger, dei missili terra-aria a corta gittata impiegati per la difesa dello spazio aereo a bassa quota. La testata è in grado di rilevare le fonti di calore, quindi l’obiettivo. Per essere sparato il missile viene inserito all’interno di un tubo metallico posizionato sulla spalla del soldato che prende la mira grazie a uno speciale obbiettivo. Gli Stinger sono missili “portatili” perché possono seguire facilmente i militari durante gli spostamenti. Lo Spike funziona in maniera simile: anch’esso “segue” negli spostamenti i soldati e viene posizionato all’interno di un tubo metallico per il lancio. A differenza dello Stinger, lo Spike è un sistema anticarro, quindi viene impiegato contro i veicoli corazzati e i carri armati. Funzionamento e portabilità simile ai precedenti anche per i lanciatori Milan che hanno funzione anticarro, anche se sono stati documentati impieghi contro elicotteri. I mortai, invece, sono pezzi di artiglieria a tiro curvo, utili per colpire un obiettivo posto dietro un ostacolo verticale. Le mitragliatrici pesanti browning, infine, sono ritenute efficaci per respingere veicoli con blindatura leggera.