Ambasciatore russo in Italia querela giornalista de La Stampa: cosa è successo

Redazione
25/03/2022

Secondo Sergey Razov, Domenico Quirico ha teorizzato l’omicidio di Putin come unica via d’uscita dal conflitto in Ucraina. Il diplomatico: «Fuori dall’etica, dalla morale e dalle regole del giornalismo».

Ambasciatore russo in Italia querela giornalista de La Stampa: cosa è successo

«Guerra Ucraina-Russia: se uccidere Putin è l’unica via d’uscita». Questo il titolo di un pezzo firmato da Domenico Quirico e pubblicato su La Stampa che, teorizzando l’omicidio di Vladimir Putin come unica via d’uscita dal conflitto in corso, ha provocato la reazione dell’ambasciatore della Federazione Russa in Italia. Sergey Razov ha infatti sporto querela contro Quirico. «Penso che avete fatto caso che il 22 marzo sul quotidiano La Stampa è stato pubblicato un articolo in cui si considerava la possibilità dell’uccisione del presidente della Russia: non c’è bisogno di dire che questo è fuori dall’etica e dalla morale e dalle regole del giornalismo», ha detto il diplomatico uscendo dal tribunale di Roma a piazzale Clodio. In base al codice penale della Repubblica italiana, ha spiegato Razov, un articolo con questi contenuti può comportare la responsabilità per istigazione a delinquere e apologia di reato.

LEGGI ANCHE: Il politologo Krastev: «Putin ha paura di finire come Gheddafi»

Ambasciatore russo in Italia querela giornalista della Stampa: cosa è successo. Domenico Quirico avrebbe teorizzato l’omicidio di Putin come unica via d’uscita dal conflitto in Ucraina.
Domenico Quirico (THOMAS SAMSON/AFP via Getty Images)

Cosa c’è scritto nel pezzo di Quirico pubblicato su La Stampa

«Escluso l’intervento militare e amputata la soluzione diplomatica non resta che teorizzare l’omicidio dello Zar per mano di un fedelissimo», recita il sommario del pezzo sul sito de La Stampa. Nel pezzo firmato da Quirico si può poi leggere questo passo: «Il tirannicidio ha dimostrato di avere alte probabilità di successo? Ovvero morto il despota cosa succede? Il nocciolo della questione, cinicamente imposto, non è se un assassinio sia mai giustificabile ma se l’assassinio sia efficace. Dovete poter rispondere che lo è: che ci consentirà cioè di raggiungere, nella Russia di oggi e in questa situazione di guerra, obiettivi altrimenti inaccessibili a causa del controllo ferreo che Putin esercita sul Paese».

LEGGI ANCHE: Secondo l’intelligence di Kiev l’élite russa sta pensando di eliminare Putin

La risposta di Quirico all’ambasciatore russo

«Suggerirei all’ambasciatore russo di leggere una migliore traduzione del pezzo, dove io sottolineavo che l’idea ahimè abbastanza corrente che l’unico modo di risolvere il problema sia che qualche russo ammazzi Putin fosse priva di senso e immorale, e questo c’era scritto bene in evidenza, e in secondo luogo che non porterebbe a niente e anzi porterebbe ad un caos maggiore», questa la risposta di Quirico all’ambasciatore russo, rilasciata all’Adnkronos.

Ambasciatore russo in Italia querela giornalista della Stampa: cosa è successo. Domenico Quirico avrebbe teorizzato l’omicidio di Putin come unica via d’uscita dal conflitto in Ucraina.
L’ambasciata russa a Roma (ANDREAS SOLARO/AFP via Getty Images)

Razov sugli armamenti italiani in Ucraina: «Utilizzati per uccidere cittadini russi»

Sempre all’uscita dal tribunale, Razov si è soffermato sugli armamenti italiani inviati in Ucraina, che «saranno utilizzati per uccidere cittadini russi». Il parlamento, ha detto il diplomatico, ha preso la decisione molto presto, «nel giorno del primo round di trattative a Gomel». L’ambasciatore russo ha evidenziato che «vengono distribuite migliaia e migliaia di armi ai cittadini e non si sa come saranno usate», ricordando quanto accaduto negli Anni Ottanta con le forniture di armi ai mujaheddin in Afghanistan. «Negli ultimi tempi ogni dichiarazione russa viene considerata una minaccia», ha detto Razov, aggiungendo di provare «molto rammarico» per le vittime civili in Ucraina, ma anche che a partire dal 2014 «nel Donbass ci sono stati oltre 14mila morti, tra cui molti bambini». Così sulle relazioni tra Russia e Italia: «Le crisi vanno e vengono, gli interessi nazionali restano».