L’Ue ha speso tre volte in più in gas e petrolio russi che per gli aiuti all’Ucraina

Redazione
08/11/2022

Dall'inizio dell'invasione, l'Ue ha speso in petrolio e gas russi più di 100 miliardi di euro, stanziandone per l'Ucraina appena 29. Pesa la dipendenza energetica del Vecchio continente che a dicembre dovrebbe imporre il blocco all'oro nero di Mosca. Intanto il Tesoro Usa chiede alle grandi banche di mantenere i rapporti con le società della Federazione non sanzionate.

L’Ue ha speso tre volte in più in gas e petrolio russi che per gli aiuti all’Ucraina

Dall’inizio dell’invasione russa, il 24 febbraio scorso, Bruxelles ha sempre sostenuto Kyiv. Almeno a parole. Nei fatti invece il Vecchio continente ha mantenuto un atteggiamento ambiguo. Nonostante i pacchetti di sanzioni contro Mosca, infatti, conti alla mano l’Ue ha aiutato paradossalmente più la Russia attraverso l’acquisto di carbone, gas e petrolio che l’Ucraina.

L’Ue ha pagato 103 miliardi di euro in energia russa e si è impegnata per 29,2 miliardi di aiuti all’Ucraina

Secondo i dati aggregati dal Bruegel Institute – acronimo di Brussels European and Global Economic Laboratory, think tank politico-economico internazionale, con sede a Bruxelles –  da fine febbraio ad agosto 2022 l’Ue ha pagato per l’energia russa un totale di 102,56 miliardi di dollari (103,6 miliardi di euro). Tre volte in più rispetto alla cifra stanziata dai Paesi membri per l’assistenza militare, economica e umanitaria dell’Ucraina che, secondo il Kiel Institute, è pari a 29,2 miliardi di euro, contro gli oltre 52 miliardi e 311 milioni degli Usa di cui 27 miliardi e 645 milioni in armi. Solo a dicembre, con lo stop dell’Ue al 90 per cento delle importazioni russe di petrolio, la situazione dovrebbe cambiare. Secondo le stime dell’Agenzia internazionale dell’energia (Iea) il blocco causerà una contrazione della produzione petrolifera russa del 17 per cento (-1,9 milioni di barili al giorno), il triplo previsto dal governo nel budget 2023-2025.

Putin: «Il rischio di un conflitto nel mondo resta molto alto. L'Ucraina è diventata uno strumento della politica estera Usa».
Vladimir Putin (Getty Images)

Nel 2023 la Russia aumenterà le spese per difesa e sicurezza 

Il problema è sempre lo stesso: la dipendenza energetica dell’Europa da Mosca. Anche tagliando le importazioni – la Russia ha reindirizzato le esportazioni verso Cina e India – i prezzi elevati hanno assicurato al Cremlino entrate tali da poter aumentare la propria spesa militare. Anche se il budget 2023-2025 è tutt’altro che rassicurante. Nel 2023, il governo prevede di spendere un terzo di tutta la spesa del bilancio federale (9,4 trilioni di rubli su 29 trilioni, circa 160 miliardi di dollari) in difesa nazionale e la sicurezza interna.

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L’Ue ha promesso per il 2023 aiuti per 18 miliardi

A questo va aggiunto che non solo molti degli aiuti promessi dall’Ue arrivano in Ucraina in ritardo (non è stato ancora versato totalmente il pacchetto promesso ad aprile), ma si sono via via rarefatti. Tra il 4 agosto e il 3 ottobre, come osserva Christoph Trebesh, direttore del Kiel Institute Research Centre, gli Usa hanno assunto nuovi impegni per poco meno di 12 miliardi di euro. L’Ue si è fermata a 1,5 miliardi. «Abbiamo già erogato, sui 9 miliardi del pacchetto eccezionale di assistenza macro-finanziaria all’Ucraina, un miliardo ad agosto e altri 2 miliardi ad ottobre. Ed entro la fine dell’anno verranno pagati altri 3 miliardi», ha spiegato la portavoce della Commissione Ue, Veerle Nuyts rispondendo a una domanda sul pacchetto di aiuti europei all’Ucraina, che finora ha visto, da parte degli Stati membri, l’approvazione di 6 dei nove miliardi previsti. «Il lavoro sui 3 miliardi rimanenti dell’intero pacchetto eccezionale di 9 miliardi è in corso», ha assicurato Nuyts ribadendo, come annunciato dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che «questa settimana la Commissione presenterà un pacchetto di sostegno all’Ucraina fino 1,5 miliardi al mese per il 2023», per un totale di 18 miliardi di euro.

L'Ue ha speso tre volte in più in gas e petrolio russi che per gli aiuti all'Ucraina
La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen (Getty Images).

Italia maglia nera degli aiuti

In media, i Paesi Ue hanno speso per gli aiuti all’Ucraina lo 0,19 per cento del Pil. Ma all’interno dell’Europa la forchetta è ampia. Si va dalla Lettonia e dall’Estonia che hanno assunto impegni pari a circa l’1 per cento del Pil allo 0,6 per cento della Polonia. Fino allo 0,24 per cento della Gran Bretagna, lo 0,17 per cento della Germania (3,3 miliardi) e lo 0,15 per cento di Italia (che ha stanziato 700 milioni, di cui 150 in assistenza per la difesa) e Francia (1,1 miliardi). Per quanto riguarda invece l’accoglienza dei circa 4 milioni e mezzo di rifugiati, lo sforzo ricade soprattutto sugli Stati confinanti come la Polonia, che investe un altro 0,71 per cento di Pil, e l’Estonia (0,56 per cento).

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L’Amministrazione Biden chiede alle banche Usa di mantenere rapporti con la Russia nonostante la contrarietà del Congresso 

Se per l’Europa è impossibile al momento tagliare totalmente le forniture russe, gli Usa dal canto loro stanno cercando di ridurre al minimo gli impatti negativi delle sanzioni. Per questo, come ha rivelato Bloomberg, il Tesoro e il dipartimento di Stato hanno chiesto espressamente alle principali banche statunitensi, tra cui JPMorgan e Citigroup, di continuare a fare affari con i colossi russi non sanzionati nonostante il Congresso chieda misure ancora più drastiche nei confronti di Mosca. Si tratta di assicurare i servizi base come transazioni in dollari, trasferimenti e finanziamenti per società come Gazprom o il produttore di fertilizzanti Uralkali. «Il Congresso deve capirlo: il governo degli Stati Uniti non ha imposto un embargo completo con la Russia, ci sono ancora affari consentiti», ha spiegato Nnedinma Ifudu Nweke, avvocato specializzato in sanzioni economiche statunitensi e embarghi commerciali presso lo studio legale Akin Gump Strauss Hauer & Feld.