Il 9 maggio Putin dichiarerà o no guerra all’Ucraina?

Redazione
07/05/2022

Per uscire dall'impasse, secondo molti analisti il Cremlino potrebbe dichiarare guerra totale a Kyiv il 9 maggio, Giornata della Vittoria sui nazisti. La propaganda sfrutterebbe l'onda emotiva placando l'insofferenza di esercito e opinione pubblica. È più probabile però che Mosca opti per una mobilitazione parziale per mettere le mani sul Donbass. L'analisi.

Il 9 maggio Putin dichiarerà o no guerra all’Ucraina?

La data cerchiata in rosso è quella del 9 maggio, Giorno della Vittoria. Secondo numerosi analisti in Europa e negli Stati Uniti, Vladimir Putin potrebbe in quell’occasione sciogliere le riserve e dichiarare ufficialmente guerra all’Ucraina durante la parata a Mosca. Solo passando dalla cosiddetta ‘operazione speciale’ a un conflitto vero e proprio, infatti, l’esercito russo avrebbe la possibilità di ricostituire le sue riserve e superare lo stallo militare in Ucraina. Il 4 maggio però il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha smentito categoricamente questa ipotesi definendola «falsa» e «senza senso». «Le possibilità che venga dichiarata guerra sono pari a zero», ha ribadito. Ma è proprio così? Meduza ha raccolto e messo in fila le dichiarazioni di funzionari, segretari di Stato e analisti su un possibile cambio di passo a partire da fine aprile.

i piani di putin per l'Ucraina il 9 maggio
Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov (Getty Images).

Per Londra Putin chiederà una mobilitazione di massa contro i nuovi nazisti

Il 28 aprile il segretario di Stato britannico alla Difesa Ben Wallace ha detto in un’intervista alla radio Lbc che nel Giorno della Vittoria Putin potrebbe dichiarare che «la Russia è di nuovo in guerra contro i nazisti di tutto il mondo e che ha bisogno di una mobilitazione di massa del suo popolo», avendo finora fallito quasi tutti i suoi obiettivi militari. Detto altrimenti, sempre secondo Wallace, il Cremlino potrebbe abbandonare il termine ‘operazione speciale’ e dare inizio a una guerra su vasta scala contro Kyiv per tentare di placare l’indignazione e lo scoraggiamento diffusi tra le truppe, e nell’opinione pubblica, per una campagna finora fallimentare. La coscrizione di massa dalle riserve sarebbe però una «ammissione di fallimento» da parte dei generali russi ora impegnati a coprire le perdite dell’esercito.

I piani della russia per il 9 maggio
Il segretario britannico alla Difesa Ben Wallace (Getty Images).

Il ministero della Difesa ucraino ritiene la guerra possibile

Il 30 aprile questa ipotesi non era stata esclusa dal ministero della Difesa ucraino. Il portavoce Oleksandr Motuzyanyk in un briefing ha sottolineato che tutto dipende dall’andamento delle ostilità nella parte orientale del Paese.  «Se il nemico non riesce a raggiungere i suoi obiettivi a breve termine», ha spiegato Motuzyanyk, «uno scenario del genere sarà del tutto possibile e non lo escludiamo».

Il 9 maggio Putin dichiarerà o no guerra all'Ucraina?
Il ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov (Getty Images).

Il consigliere di Zelensky Arestovic: «La mobilitazione di Mosca è un vantaggio per Kyiv»

Il primo maggio Oleksiy Arestovic, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha spiegato come un’eventuale mobilitazione della Russia andrebbe a vantaggio di Kyiv, poiché non farebbe che accelerare la caduta del regime di Putin. «La mobilitazione generale in Russia sarebbe un vantaggio per l’Ucraina», è il ragionamento di Arestovic. «Darebbe inizio al count down per il regime di Putin, un conto alla rovescia molto veloce. Si tratta di un processo inarrestabile».

Per gli 007 ucraini Putin non riuscirà a conquistare il Donbass entro il 9 maggio

Non ha dubbi nemmeno Kirill Budanov, capo della direzione principale dell‘intelligence ucraina. Il 2 maggio in una intervista a New Voice Ukraine ha dichiarato: «La Rosrezerv (l’Agenzia federale russa per le riserve statali) ha iniziato a verificare ciò che ha effettivamente disponibile e sta valutando quello che potrebbe emettere in base agli ordini. Questo è un passaggio assolutamente necessario prima dell’inizio di una mobilitazione totale». Alla domanda se l’obiettivo di Putin sia conquistare interamente il Donbass entro il 9 maggio, Budanov ha risposto secco: «Lo era, ma in nessun modo potrà raggiungerlo in tempo».

 

putin dichiarerà guerra all'Ucraina il 9 maggio?
Un edificio colpito da un missile a Kramatorsk, nell’Est dell’Ucraina (Getty Images).

Nei piani l’annessione di Lugansk e Donetsk e la creazione di una repubblica popolare a Kherson

Il 3 maggio anche la Cnn ha parlato della possibilità che in occasione della Giornata della Vittoria il Cremlino possa annunciare la mobilitazione totale contro l’Ucraina. Uno scenario che non trova d’accordo solo Wallace ma anche il portavoce del dipartimento di Stato americano Ned Price secondo il quale «ci sono buone ragioni per credere che i russi faranno tutto il possibile per utilizzare questa data in modo propagandistico». «Abbiamo visto i russi raddoppiare i loro sforzi di propaganda», ha aggiunto Price, «probabilmente per distrarre l’opinione pubblica dai loro fallimenti tattici e strategici sul campo di battaglia in Ucraina». La Cnn ha citato anche Michael Carpenter, ambasciatore degli Stati Uniti presso l’Osce, che ha sottolineato come Mosca stia studiando per la Giornata della Vittoria tutte le opzioni. Secondo le informazioni in mano agli Usa, la Russia cercherà di annettere le cosiddette repubbliche di Donetsk e Luhansk creando una repubblica popolare simile anche nella regione occupata di Kherson. «Come si legge nei rapporti, la Russia ha in programma di organizzare referendum sull’adesione alla Russia a metà maggio e Mosca sta considerando un piano simile per Kherson», ha spiegato Carpenter in un briefing del dipartimento di Stato. Intanto venerdì le due autoproclamate repubbliche di Donetsk e Luhansk hanno nominato i propri ambasciatori in Russia, rispettivamente Olga Makeeva e Rodion Miroshnik.

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Soldati russi a Mosca per la parata che si terrà il 9 maggio (Getty Images).

È più probabile una mobilitazione parziale nelle zone confinanti con l’Ucraina

L’ipotesi di una dichiarazione di guerra all’Ucraina è stata, come detto, duramente smentita il 4 maggio da Peskov che l’ha addirittura bollata come un non sense. Al momento, come ha fatto notare al Current Time il 2 maggio Ruslan Leviev, fondatore del gruppo investigativo georgiano Conflict Intelligence Team, la sua squadra non ha trovato alcuna prova dei preparativi di una mobilitazione imminente. «Non abbiamo notato alcun movimento nei magazzini e nel trasporto di attrezzature». Secondo Leviev e i suoi analisti una dichiarazione di guerra all’Ucraina causerebbe conseguenze pesantissime all’economia russa. Non vanno dimenticate la carenza di armi e persino di uniformi. È più possibile che si opti per una sorta di mobilitazione parziale. I riservisti delle regioni vicine al confine ucraino potrebbero essere arruolati e l’esercito estendere il termine del servizio a chi andrà in congedo a maggio, richiamando al fronte chi è stato congendato da poco.  Con questo tipo di operazione, ha spiegato Leviev, «l’esercito russo riuscirebbe realisticamente ad armare altri 200 mila uomini». Un numero sufficiente a suo avviso per cambiare in modo significativo l’andamento della guerra, consentendo alla Russia di conquistare interamente Donetsk e Luhansk. Secondo il sito indipendente Sota invece ci sono segnali che lasciano presagire a una guerra su larga scala. Alcune imprese statali russe stanno infatti cercando esperti in formazione alla mobilitazione in tempo di guerra. Almeno questo emerge spulciando gli annunci di lavoro sulla piattaforma Headhunter. Tra i posti vacanti, addetti per una società farmaceutica in Crimea, in un aeroporto in Kamchatka e personale ospedaliero sia Belgorod, al confine con l’Ucraina, sia che a Novosibirsk, in Siberia.