Ucraina, le truppe russe attaccano Lutsk: la sua importanza storica e simbolica
Nel corso dei secoli crocevia di tanti popoli, la città è stata teatro di uno dei maggiori eccidi perpetrati nel corso dell'Olocausto.
Dopo Kherson, Mariupol, Kharkiv e la capitale Kiev, nel mirino della Russia c’è adesso Lutsk, che finora sembrava al sicuro: bombe russe hanno colpito la base aerea della città, mettendola fuori uso. L’attacco è significativo, perché sarebbe stato effettuato per la prima volta dall’invasione (operazione speciale, secondo Mosca) le truppe russe si spostano a ovest del Paese. Colpendo tra l’altro una città che ha una grande importanza storica e simbolica, che nel corso dei secoli è stata crocevia di tanti popoli, tra cui gli ebrei vittime dell’Olocausto.
Lutsk, una delle più antiche città dell’Ucraina
Lutsk ha un passato doloroso, che data la sua posizione l’ha vista contesa nel corso dei secoli da diverse potenze rivali e passare da una dominazione all’altra: situata a oltre 400 chilometri a ovest da Kiev, come Leopoli è molto vicina al confine con la Polonia (meno di 90 chilometri). Situata lungo le rive del fium Styr, Lutsk è una delle città più antiche dell’Ucraina: il primo riferimento scritto su questo centro risale al 1085.

Lutsk, centro a lungo conteso da Lituania e Polonia
Lutsk, che potrebbe aver preso il nome dal fondatore Luky, capo della tribù slava-orientale dei Dulebi, oppure dalla parola in slavo antico “Iucka”, che significa ansa del fiume, già nel 1240 fu saccheggiata dai Tatari, gruppo etnico della Russia di origine turca. Nel 1321 entro a fare parte del Granducato di Lituania, conquistata dalle forze di Gediminas, per poi passare nel territorio del Regno di Polonia sotto Casemiro III. Recuperata dai lituani, la città prosperò a lungo, attirando un grande numero di persone da terre vicine e lontane, tra cui ebrei, tatari, armeni e karaim. Tornata polacca e poi diventata città della Confederazione polacco-lituana, nel XVII secolo Lutsk arrivò ad avere 50 mila abitanti.

Lutsk, dal saccheggio cosacco all’epidemia di tifo
Da questa fase storica iniziò per Lutsk un lungo declino. Prima le atrocità commesse in particolare contro il clero cattolico romano e gli ebrei dai cosacchi di Ucraina, nel corso della rivolta di Chmel’nyc’kyj che a metà Seicento portò alla nascita dell’Etmanato cosacco. Saccheggiata in quell’occasione, Lutsk fu poi devastata da un incendio nel 1781. Annessa alla Russia nel 1795, perse la sua importanza di capoluogo provinciale subendo un processo di russificazione. Nel corso della Prima Guerra mondiale, Lutsk fu conquistata dall’Austria-Ungheria: diventò un centro militare importante, ma la popolazione venne decimata da mancanza di cibo e tifo.
Video of a large explosion in Lutsk. https://t.co/mTwZe59qzd pic.twitter.com/LbtXSbnOt5
— Rob Lee (@RALee85) March 11, 2022
Lutsk, l’occupazione nazista e il massacro di Gurka Połonka
Tornata polacca nel 1919, la città rinacque, grazie alla rete ferroviaria e allo sviluppo industriale. Nel 1939 Lutsk aveva una popolazione di 39 mila abitanti, di cui 17.500 ebrei. Nel corso della Seconda Guerra mondiale, dopo un breve passaggio in mano sovietica, la città fu bombardata due volte dalla Luftwaffe e subì l’occupazione nazista. Tutti gli ebrei che vi risiedevano furono confinati in un ghetto e poi giustiziati tra il 20 e il 23 agosto 1942 in una vicina foresta: il massacro di Gurka Połonka fu uno dei maggiori eccidi perpetrati nel corso dell’Olocausto. Dopo la fine del conflitto, la popolazione polacca fu espulsa verso il territorio confinante. Nei decenni seguenti, Lutsk diventò un importante centro industriale della Repubblica socialista sovietica dell’Ucraina, ruolo che ha mantenuto anche dopo la dissoluzione dell’Urss. Oggi conta quasi 220 mila abitanti.