Guerra in Ucraina, l’impatto del conflitto sul commercio dei diamanti russi

Camilla Curcio
14/03/2022

Il conflitto in Ucraina e le conseguenti sanzioni impatteranno anche sul commercio delle pietre preziose. Tra i colossi nel mirino, infatti, c'è Alrosa che dalla Russia smercia il 30 per cento del materiale lordo mondiale ed è stata bandita dal mercato in Occidente.

Guerra in Ucraina, l’impatto del conflitto sul commercio dei diamanti russi

L’8 febbraio scorso la società di consulenza Bain & Co aveva pubblicato il suo report annuale sull’industria dei diamanti, elaborato in collaborazione con il Centro mondiale del diamante di Anversa. Dopo i rallentamenti imposti dalla pandemia, il documento fotografava un quadro in netta ripresa: nel corso del 2021, gli incassi erano cresciuti del 62 per cento, superando di oltre l’11 per cento i fatturati pre-Covid. Due settimane più tardi, tutto quell’ottimismo è diventato un ricordo. Le vendite sono nuovamente calate e la sopravvivenza del settore è a rischio a causa dello scoppio della guerra tra Russia e Ucraina e delle sanzioni che hanno bloccato i commerci internazionali.

Il ruolo della Russia nell’industria dei diamanti

Come è noto, la Russia è leader nella produzione e nel commercio di diamanti grezzi. Un primato raggiunto nel 2015, quando Mosca ha scalzato il Botwsana in testa alla classifica. Il merito di tutto questo spetta, spiega El Pais, in particolare alla nota azienda Alrosa: secondo quanto riportato da Business of Fashion, i cristalli estratti dalle sue miniere rappresentano il 30 per cento del lordo mondiale e solo l’anno scorso la compagnia è riuscita a mettere sul mercato circa 32 milioni di carati per un totale di 4 mila milioni di euro. Numeri stellari che, a causa delle limitazioni sugli scambi commerciali introdotte negli Usa, potrebbero presto subire un netto crollo.

Gli effetti della guerra russo-ucraina sul business dei diamanti
Una delle miniere di Alrosa (Getty Images)

Per quanto, infatti, molte compagnie possono continuare a utilizzare i materiali acquistati qualche mese fa, il problema principale rimane accaparrarsi nuove scorte. «Le sanzioni danneggeranno quasi sicuramente la Russia ma c’è il rischio che rechi molto più danno ai paesi dell’Unione Europea, perché Mosca può tranquillamente fare affari con altri».

Gli effetti della guerra russo-ucraina sul business dei diamanti
Un’addetta di Alrosa esamina la qualità e lo stato di un diamante (Getty Images)

I diamanti russi e il dilemma etico

Oltre a quelle economiche, la questione solleva problematiche delicate anche da un punto di vista etico. Il governo russo, infatti, possiede il 66 per cento delle quote di Alrosa e il suo CEO, Sergey Yvanov, è particolarmente vicino a Putin. Due dettagli che hanno spinto la giornalista Annabel Davidson a chiedersi se tutto questo non porti, automaticamente, ad adoperare i diamanti per finanziare il conflitto in corso. Scenario che, se corrispondesse alla realtà dei fatti, contraddirebbe quanto contemplato nel cosiddetto ‘Processo Kimberly’, un accordo firmato nel 2003 tra paesi, multinazionali e membri della società civile e mirato a garantire che i profitti ricavati dal commercio dei brillanti non provengano da zone di guerra né vengano adoperati per sovvenzionarla. Dopo lo scandalo scoppiato attorno a Charles Taylor, ex presidente della Liberia, scoperto a patrocinare la guerra civile in Sierra Leone grazie a un traffico di ‘diamanti di sangue’ con imprese europee e asiatiche, negli ultimi anni il settore è riuscito a ripulire la propria reputazione, bloccando l’estrazione in Africa e monitorando con attenzione le transazioni e la tracciabilità delle materie prime.

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I diamanti artificiali per aggirare il problema 

«Le conseguenze di tutto questo stravolgimento si vedranno concretamente nelle settimane a venire e riguarderanno i brand e gli articoli più legati al settore dei diamanti», ha spiegato a BOF l’esperto Paul Ziminsky, «Chiaramente, non solo i gioielli ma anche strumenti chirurgici o utensili impiegati nell’ambito delle costruzioni». Quale potrebbe essere, dunque, la soluzione da adottare al momento per evitare il tracollo degli affari? Ricorrere a diamanti di laboratorio, con proprietà ed estetica simili a quelle naturali. E, soprattutto, lavorati con metodi più sostenibili e meno dispendiosi. Considerando che i prezzi degli esemplari puri, da qui ai prossimi giorni, aumenteranno sensibilmente, il surrogato artificiale potrebbe portare a casa un doppio risultato: convincere i consumatori e tutelare gli investimenti.