Guerra in Ucraina, chi sono le donne di Kyiv e Mosca protagoniste del conflitto
Le ucraine uccise o ferite diventate simbolo, loro malgrado, del conflitto. Ma anche la producer russa incarcerata per il blitz durante il tg e le hostess immortalate con Putin. Chi sono le donne che a vario titolo stanno scrivendo, nelle retrovie, la guerra.
Ai tavoli della diplomazia di guerra si vedono solo uomini. Il conflitto dall’esterno sembra quasi uno scontro diretto e a distanza tra il presidente russo Vladimir Putin e quello ucraino Volodymyr Zelensky. Eppure, nonostante le apparenze, nelle dinamiche della guerra tra Russia e Ucraina, le donne ci sono e rivestono un peso importante. Si trovano in prima linea, a ingrossare le file battaglioni dell’esercito e negli uffici dei rispettivi governi. Ma appaiono anche nei video e nelle foto diventati sui social, diventando loro malgrado simbolo del conflitto.
Marina Ovsyannikova, la donna del blitz alla televisione russa per protestare contro la guerra
L’ultima a finire in prima pagina è nata nel 1978 a Odessa da padre ucraino e madre russa. Marina Ovsyannikova, producer della televisione statale russa Channel One, ha interrotto il principale notiziario per gridare il suo «Stop alla guerra» e con tanto di cartello ha sollecitato i telespettatori a non credere alla propaganda. È stata arrestata subito dopo il blitz. Di lei si sono perse le tracce per 12 ore. Ora sarebbe davanti al tribunale distrettuale di Ostankino a Mosca.
Marina Ovsyannikova, who staged an anti-war protest during live TV news prog last night, is appearing in court in Moscow now, charged with “organising an unauthorised public event” (protest). Possible punishments: fine < 30,000 roubles (£200)/community service/up to 10 days jail pic.twitter.com/gOt6tno4no
— Will Vernon (@BBCWillVernon) March 15, 2022
La sua protesta ha fatto il giro del mondo, invitando i russi a reagire, ricercare la verità e opporsi al conflitto. «Solo noi, russi pensanti, possiamo fermare tutta questa follia», ha dichiarato in un video girato prima dell’azione in tv e affidato ai social. «Uscite a protestare, non abbiate paura di niente. Non possono metterci tutti in galera».
Olena Zelenska, la moglie del presidente ucraino Volodymyr Zelensky
Inserita da Forbes nella lista delle donne più influenti del Paese, anche per il suo impegno sociale, la First lady ucraina Olena Zelenska, moglie di Volodymyr Zelensky dal 2003, usa la sua posizione e la sua notorietà – su Instagram ha oltre 2 milioni di follower – per raccontare la guerra ucraina e sostenere la resistenza. Architetto, scrittrice, attivista, nonché autrice degli sketch che hanno consacrato il successo televisivo di Zelensky, dopo l’iniziale contrarietà alla candidatura del marito, è stata sempre al suo fianco, supportandolo in ogni situazione. Anche ora. «I miei bambini mi guardano e resterò vicino a loro e accanto a mio marito», ha dichiarato.

Iryna Vereschuck, vicepremier ucraina
Tra le figure femminili nelle posizioni apicali in Ucraina, anche Iryna Vereschuck, nata nel 1979 a Rava-Rus’ka, vicino Leopoli, e dal 2021 vice primo ministro e ministro dei Territori temporaneamente occupati e degli Sfollati interni. Diplomatasi presso l’Istituto Militare del Politecnico di Leopoli, in Informazione Internazionale, per cinque anni ha prestato servizio come ufficiale nell’esercito. Poi si è laureata in Giurisprudenza presso l’Università di Leopoli. Sindaco di Rava-Rus’ka, è stata la prima cittadina più giovane mai eletta in Ucraina. Nel 2013, affermò che per il Paese avrebbe voluto un presidente simile a Putin, che «ha fatto del bene alla Russia». Oggi, è diventata una delle sue più convinte avversarie.

Inna Derusova, la prima donna a ricevere il titolo di Eroe dell’Ucraina
Nata a Kryvyj Rih come la First lady ucraina nel 1970, Inna Derusova, medico militare, è morta il 26 febbraio scorso, sotto i bombardamenti a Okhtyrka, nella regione di Sumy. Prima aveva salvato 10 soldati feriti. Non si è mai risparmiata sul campo e si è anche impegnata nella formazione di nuovi medici militari. Ha lasciato un figlio, Sasha che nel 2016 ha iniziato la carriera militare nella sua stessa unità. Anche il fratello di Inna Derusova combatte per l’Ucraina. Per meriti è stata insignita del titolo di Eroe dell’Ucraina – prima donna nella storia del Paese – con l’Ordine della Stella d’Oro postumo. Il presidente Zelensky, nel suo video-discorso, ne ha celebrato il coraggio, sottolineando che si tratta della prima donna ad aver ottenuto tale onorificenza.

Maria Zakharova, la portavoce del ministero degli Esteri russo
Anche sul fronte opposto, quello russo, non mancano le figure femminili. Come Marija Vladimirovna Zacharova. Subito dopo la laurea, conseguita nel 1998 in Sinologia presso il MGIMO di Mosca, è entrata a lavorare al ministero degli Esteri russo, prima come giornalista di un magazine interno, poi come direttrice del servizio stampa della rappresentanza permanente della Russia presso l’ONU a New York. Sono seguiti altri incarichi, fino ad arrivare, nel 2015, ad essere la prima donna alla direzione del dipartimento Informazione e Stampa del ministero. Nel 2016 è stata inserita dalla Bbc tra le 100 donne più influenti del mondo. È ritenuta la “voce” di Putin. Anche contro l’Occidente.

Elvira Nabiullina, presidente della banca centrale russa
Elvira Sachipzadovna Nabiullina, nata a Ufa nel 1963 da una famiglia di origini tatare, dal 2013 è la governatrice della Banca centrale della Federazione Russa, seconda donna a rivestire questo incarico nella storia del Paese. Nello staff del ministero dello Sviluppo Economico e del Commercio dal 1994, è diventata vice-ministra tre anni dopo. E, dopo altri incarichi prestigiosi, nel 2007 è stata nominata da Putin ministra dello Sviluppo economico e del Commercio, ottenendo poi l’incarico attuale. La rivista Euromoney l’ha nominata governatrice di banca centrale dell’anno nel 2015, la britannica The Banker nel 2017 e Forbes l’ha inserita più volte nella classifica delle 100 donne più potenti del mondo. Si dice che ora voglia dimettersi e che sia proprio Putin a non permetterglielo. Sarebbe tra le figure istituzionali che, in Russia, erano contrarie all’invasione, ma è anche colei che, grazie alla politica monetaria, ha raccolto il “tesoro” che ora sostiene la guerra di Putin.

Le hostess russe al fianco di Putin
Tra i volti femminili di questa guerra, anche le hostess sedute al fianco di Putin che abbattono le “distanze” dopo quelle, apparse simbolicamente – e non solo – esagerate nei colloqui tra il presidente russo e l’omologo francese Emmanuel Macron o vertici della difesa nazionale. Nella giornata della donna, Putin si è mostrato serenamente seduto tra le addette delle compagnie aeree, pronto a rispondere alle loro domande sulla crisi ucraina. Un’immagine costruita per la propaganda. Forse, ad arte. Una delle hostess, secondo alcune fonti, sarebbe già comparsa in altri ruoli accanto al presidente, come fosse una figurante.
Le donne armate in prima linea al fronte
Non si dimenticano poi le donne armate al fronte, quello dell’Ucraina. Il loro video per l’8 marzo è diventato virale: «Siamo le donne dell’Ucraina, abbiamo messo al sicuro i nostri figli’» e ora «ci siamo uniti ai nostri uomini e all’esercito ucraino», hanno dichiarato, con la bandiera alle spalle. «Distruggeremo il nemico su ogni centimetro del territorio ucraino, in ogni città, in ogni villaggio, foresta e campo».
L’ 8 marzo delle donne ucraine #Ucraina #UkraineRussianWar #8Marzo #8MarchInternationalWomensDay https://t.co/8BRXgTOdiI pic.twitter.com/C04j69ckyv
— GingerBread (@Leo_Apostel) March 8, 2022
Le donne simbolo del conflitto in Ucraina
E sono sempre le donne a essere finora i simboli dell’aggressione russa. Come l’insegnante Olena Kurilo, 53 anni, ferita nel bombardamento a Chuguev, nella regione di Kharkiv, la cui immagine è rimbalzata su tutti i media internazionali a farsi “misura” della violenza degli attacchi della Russia. C’è poi la donna incinta che si teneva la pancia, trasportata su una barella da quattro uomini tra le macerie dell’ospedale pediatrico di Mariupol fotografata dopo il bombardamento russo poi deceduta con il neonato all’ospedale. Fonti russe sostenevano che la foto fosse falsa. Si è salvata, invece, l’influencer Marianna Podgurskaya, anche lei incinta, che fortunatamente ha dato alla luce una bambina. Uno dei volti della guerra è quello di Alevtina Shernina, bambina al tempo dell’assedio di Leningrado e oggi, a 91 anni, per la sua salute precaria, chiusa in casa, impossibilitata a muoversi sotto le bombe a Kharkiv. Ci sono infine le bambine. Tra loro la piccola Amelia, 6 anni, ripresa mentre canta Let it go, colonna sonora di Frozen. Ma purtroppo anche Polina, 10 anni, che l’anno prossimo avrebbe cominciato la prima media. È stata falciata mentre con suo padre fuggiva da Kyiv.
E infine, tra i tanti volti della guerra, c’è quello della piccola ritratta in posa con il lecca lecca e un fucile in braccio. Lo scatto è stato pubblicato dal padre Oleksii Kyrychenko per «portare l’attenzione del mondo sull’aggressione russa in Ucraina».
La foto della bambina ucraina col fucile e il lecca-lecca era in posahttps://t.co/XzFEbSlhvT
— Il Post (@ilpost) March 14, 2022
Il dibattito si è acceso immediatamente, con tanto di scuse del quotidiano Avvenire per averla pubblicata. Il padre della bambina ha dichiarato subito di aver scattato la foto appositamente per chiedere aiuto e intervento. Sicuramente, riflessione.